Recupero del traffico: la sfida dei cieli italiani

Il trasporto aereo in Italia vede da un lato la predominanza di vettori low cost e dall’altro uno scenario ancora poco chiaro di quello che sarà il percorso di privatizzazione di Ita. A questo si aggiunge una compagnia in crisi come Blue Panorama, Air Italy con la sua procedura di licenziamento, a fronte di un vettore, l’unico, che vede una stagione di fermento: Neos, dalla forte componente leisure, che ha da poco stretto accordi di feederaggio con Ita. A cosa potremmo assistere in un prossimo futuro, partendo da queste premesse? Lo abbiamo chiesto ad una serie di interlocutori per valutare un possibile scenario.

Un’attività globale

Luciano Neri, secretary general di Ibar (Italian Board of Airlines’ Representatives) ha spiegato a Guida Viaggi che “l’industria del trasporto aereo è per definizione un’attività globale e, soprattutto in Europa, ormai slegata dal concetto di nazionalità. Ciò è particolarmente vero per l’Italia, un Paese che nel decennio 2009-2019 ha registrato rilevanti incrementi nei volumi di traffico – ben superiori alla media Ue – anche in assenza di player nazionali con un forte presidio del mercato”.

La priorità ora, secondo il segretario generale, è “riportare l’Italia, intesa come sistema Paese, il più rapidamente possibile agli indici di connettività ante-Covid. Dai dati che vediamo, Paesi come Francia e Spagna sono più avanti di noi nel recupero dei volumi di traffico”.

Il riassetto aeroportuale

Sul riassetto degli scali, Neri sottolinea che “la revisione del Piano Nazionale degli Aeroporti è nelle primissime posizioni dell’agenda del presidente di Enac. “Di Palma – aggiunge – è un profondo conoscitore del comparto, in tutte le sue declinazioni, e ha ben chiara la necessità di definire un piano che guardi in avanti nel tempo, con la dovuta attenzione alle nuove forme di mobilità e alla sostenibilità ambientale, come anche alla necessità di colmare il gap infrastrutturale in un settore di vitale importanza come il cargo aereo”. Nel corso di un recente incontro, tra l’altro, Enac ha informato sullo stato dell’arte  del piano “e, dal canto nostro – dichiara il rappresentante di Ibar –  abbiamo offerto la nostra massima collaborazione. In questo ambito il contributo delle associazioni dei vettori può essere utile ai decisori istituzionali e politici per comprendere le esigenze e i punti di vista di un’industria globalizzata e fortemente competitiva. Tutto ciò, naturalmente, nel pieno rispetto dei rispettivi ruoli e delle competenze”.

Le istanze di Ibar

Tra i nodi che l’associazione sta affrontando, “on è un mistero – riconosce Neri – che la sostenibilità economica non solo delle compagnie aeree, ma di tutta la filiera del trasporto aereo, sia stata fortemente compromessa dalla pandemia. Ora serve l’impegno di tutti per ripartire velocemente. In Italia vorremmo vedere una maggiore attenzione del governo nei confronti del trasporto aereo. I gestori aeroportuali lamentano la mancanza di sostegno pubblico e noi non vorremmo vederci costretti a ripianare le loro perdite con aumenti tariffari in questo momento del tutto insostenibili”.

Su una maggiore uniformità di regole e procedure aeree in seno all’Ue, il manager si dichiara piuttosto scettico: “Purtroppo sul tema dell’armonizzazione delle regole l’esperienza degli ultimi due anni non è stata positiva. In molte occasioni le raccomandazioni degli organismi comunitari e della stessa Commissione non hanno trovato riscontro nelle decisioni degli Stati membri. La diversità delle misure adottate e la complessità degli adempimenti hanno creato non solo grandi difficoltà agli operatori, ma hanno finito per scoraggiare la mobilità e comprimere oltremodo la domanda”.

La disruption del mercato

Secondo Davide Rosi, managing director di Bcd Travel, “gli ultimi due anni di pandemia non hanno comportato solo grandi difficoltà economiche per tutti gli attori della filiera del travel, ma hanno creato anche una disruption complessiva del mercato e dei modelli di business sottostanti, che inevitabilmente dovranno essere affrontati con un ripensamento delle strategie di posizionamento e di approccio al mercato da parte dei vari player”. Tra questi c’è il grande interrogativo sulla dimensione della domanda di business travel nel prossimo futuro. Ovvero – prosegue il manager – “quanto sarà grande la fetta che non tornerà più, c’è un tema di offerta – quali player? la crisi ha accelerato l’ingresso di nuovi attori formatisi su strutture prima tecnologiche che di servizio? – di relazioni economiche fra la filiera, di capacità di sopravvivenza una volta terminati gli aiuti di stato, di nuovo dimensionamento delle rotte offerte per il comparto aereo”.  Si parla quindi di una serie di riflessioni che dovranno essere affrontate per tutti i segmenti del travel, ognuno con la propria caratteristica.

Le mosse aeree

A partire da queste premesse, Rosi spiega che le recenti mosse che vedono Msc intenzionato ad entrare nel capitale di Ita e la partnership tra Neos e Ita “sono sicuramente frutto di un’elaborazione strategica volta a gestire la disruption in primis ed a cogliere vantaggi competitivi derivanti dall’attuale situazione un po’ caotica”. Intanto il manager attende i primi effetti dell’abolizioneo delle restrizioni per tornare a vedere una ripresa, dei viaggi e dell’ottimismo, anche se con la spada di Damocle della situazione ucraina.

Di grande valore aggiunto per tutta l’offerta turistica a pacchetto parla poi Sergio Testi, direttore generale di Gattinoni Travel Network: “Tra gli effetti positivi uno è il collegamento dei voli speciali e di linea Neos da tutta Italia – commenta Testi -. Creare strategia tra il vettore di bandiera e la miglior compagnia aerea charter non può che far bene al nostro settore. Per quanto riguarda poi l’operazione di Msc non può che essere di grande interesse per tutto il comparto. Avere dei collegamenti diretti con tutte le navi da crociera Msc e gestiti dalla compagnia di bandiera, garantendo dunque le partenze dai più importanti aeroporti nazionali ed europei, non potrà che portare al nostro comparto grandi benefici”.

Intanto in casa Gattinoni la vendita di biglietteria, escludendo dicembre e gennaio, sta registrando importanti recuperi iniziati già nel mese di luglio e con trend in netto rialzo mese su mese.  “Attualmente – conclude Testi – stiamo registrando un -35% sul 2019, ma siamo certi che nel corso dei prossimi mesi ci avvicineremo alla parità”.

Laura Dominici

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