Chi si aspettava un evento sottotono, una manifestazione “con più corridoi che stand”, è certo rimasto deluso. L’edizione 2022 di Bmt ha riempito di espositori e buyer i tre padiglioni della fiera d’Oltremare offrendo l’immagine – nonostante il perdurare delle difficoltà per il settore – di una grande volontà di riprendere in mano le redini del futuro del travel. Ma gli stakeholder hanno anche evidenziato problematiche da risolvere di gran fretta.
“Sono oramai più di due anni – conferma il patron Angioletto de Negri – che il turismo soffre, tanto da rischiare di assestare un colpo economico fatale a tutto il Paese se non si corre ai ripari con il Governo impegnato a trovare le misure economico-finanziarie opportune. Questo settore è il principale volano della nostra economia e l’obiettivo deve essere quello di riportare il Pil ai livelli del 2019 quando, dati BankItalia, ha rappresentato il 12% del Prodotto interno lordo italiano. Oggi si festeggiano i nostri primi 25 anni e a un compleanno si offre e si riceve. Noi al Governo offriamo una platea di operatori del settore pronta, energica, briosa e alle istituzioni diciamo: abbiamo bisogno di sicurezza. E intanto continuiamo fiduciosi a fare la nostra parte”.
Cambiati i modelli di acquisto
È parere comune tra i t.o. che l’offerta turistica vada riorganizzata tenendo conto di quanto sono cambiati i modelli di acquisto e le richieste della domanda. All’industria è richiesta maggiore flessibilità e vicinanza al cliente attraverso sicurezza, servizi e quella consulenza propria della professionalità degli agenti di viaggio.
“L’Italia – ha affermato il ministro del Turismo Massimo Garavaglia in videocall – va sostanzialmente verso una totale riapertura. È un’occasione che dobbiamo cogliere, al netto di cose che non possiamo gestire come gli impatti della guerra in Ucraina. È evidente che abbiamo l’opportunità di sviluppare il più possibile il turismo domestico, l’incoming, ma anche la possibilità per i nostri cittadini di andare all’estero”.
L’aumento dei costi dei carburanti si riflette sul costo dei viaggi, e molti italiani – già messi alle strette dal caro bollette – hanno però deciso di ridurre il budget. Secondo Assoturismo Confesercenti “uno su tre, in particolare, taglia le spese turistiche, e anche la domanda internazionale rimane sotto le attese. Complessivamente, a oggi scontiamo una riduzione di circa il 30% delle prenotazioni da parte di italiani e stranieri per il periodo primaverile”.
Se questa è una faccia della medaglia, l’altra vede comunque fiducia e una differente lettura dei dati. Se è vero che la finestra di prenotazione è schizofrenica, passando dal last second all’alta stagione, “la stagione invernale ha ancora una coda importante”, secondo Alessandro Seghi, direttore commerciale divisione Tour Operating e Massimo Mariani, head of product Seamless & No-frills division Alpitour World e “c’è molto interesse pere le direttrici recentemente aperte o di prossima apertura come Madagascar, Cuba e Messico. Se i primi mesi sono stati lenti, l’altissima stagione va bene. È un andamento da interpretare”.
Non ha dubbi Michele Mazzini, direttore commerciale e sviluppo Italia di Ng Travel – Kappa Viaggi sul fatto che “la guerra, chiaramente, toglie soldi alle famiglie e al viaggio. I nostri prezzi non avranno ripercussioni sul cliente finale. Il futuro non è più il charter ma la sicurezza tariffaria del volo di linea”.
Crocieristico competitivo
E sulla sicurezza punta anche Msc Crociere, che conferma l’operatività di tutte le 19 navi della flotta. Saranno 450 le crociere per 274 destinazioni in tutto il mondo e con 15 porti di imbarco solo in Italia.
“Msc Crociere sarà in grado di offrire un numero più vasto di itinerari in tutti i mercati in cui operiamo, iniziando dal Mediterraneo che per tutta l’estate vedrà 11 navi solcare i suoi mari, alle quali nel finale della stagione se ne aggiungeranno altre 4”, ha dichiarato Leonardo Massa, managing director di Msc Crociere. “L’estate vedrà arrivare a Napoli Msc Seaview e Msc Opera, che effettueranno 59 scali movimentando complessivamente oltre 185mila passeggeri, che potranno partecipare ad escursioni in completa libertà in alcune delle più belle località del Mediterraneo”.
Massa ha sottolineato anche l’importanza delle agenzie di viaggio e dichiarato come “la pressione inflattiva e gli aumenti dei prezzi rappresentino un problema trasversale al quale l’industria crocieristica risponde con un elemento di differenza che è rappresentato dalla qualità dell’offerta rispetto al prezzo. La crociera rimarrà competitiva rispetto alle altre formule vacanza grazie al valore dell’offerta ampliato”.
Esperienze e territori, aumenta l’offerta
Prende costantemente piede, poi, l’offerta di prossimità. Ne è stato testimone, tra gli altri, Cristiano Casa, presidente di Visit Emilia.
“Ogni giorno – ha detto – nel territorio fra Parma, Piacenza e Reggio Emilia si possono sperimentare tipologie di vacanza diverse e questi grandi eventi, come le mostre, i festival, le fiere, le rassegne che attirano visitatori da tutta Italia e dall’estero, sono occasione per esplorare le diverse anime dell’Emilia, le città d’arte, i borghi, i castelli, le terme, le meraviglie naturali che dal Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano toccano il fiume Po, i sapori autentici, che rappresentano il 30% del totale valore economico italiano di prodotti food Dop/Igp”.
Esperienze e mare l’atout vincente secondo Stefano Uva, ceo di Oltremare che spiega come“oggi sia difficile fare previsioni sull’andamento della stagione ma crediamo con forza nel prodotto nautica”.
Allarme personale
Non è mancato, infine, il grido d’allarme sul carovita e sulle difficoltà di reperire personale per le strutture.
“Se da un lato è chiara la voglia di tornare a fare il nostro lavoro – denuncia Massimo Diana, direttore commerciale di Ota Viaggi – dall’altro è seria la complessità di una situazione sulla quale tutti tacciono. L’incremento dei prezzi delle materie prime e dell’energia e le problematiche globali rischiano di fare implodere il sistema. Si fa finta di non vedere. Inoltre, la stagione è alle porte e gli alberghi che fanno recruiting a tripla cifra non trovano nessuno. Lo stipendio medio non basta più. Perché un imprenditore dovrebbe continuare se gli è impedito fare impresa?”.
Paola Olivari