“Il traffico aereo sarà diverso da quello che avevamo due anni fa”. Parte da questo assunto Pierluigi Di Palma, presidente Enac, prendendo atto di come i diversi comparti della filiera stiano agendo e reagendo alla situazione contingente, tra una pandemia non ancora terminata, che ha dettato nuove regole, e uno scenario geo-politico che potrebbe cambiare il fronte del trasporto aereo. Oggi ci si confronta con “ipotesi alternative”. Di Palma cita “lo smart working che apre nuove frontiere”, ma c’è anche “l’integrazione tra turismo e volo aereo. Non si parlerà più solo di volo – afferma -, nel prossimo futuro si parlerà di qualcosa di diverso, valorizzando una mobilità aerea vicina ai droni, valorizzando i piccoli aeroporti con una visione diversa raccolta nel Piano nazionale degli aeroporti”. Il settore del trasporto aereo ha fatto la sua parte. “Abbiamo inserito una nuova S, dopo quella di security, ora c’è anche quella di safety, sanità. Il mondo del trasporto aereo ha saputo reagire bene”. Adesso i venti di guerra potrebbero “riposizionare le lancette indietro di molto”, dice e il suo invito, oltre ad auspicare una soluzione pacifica e diplomatica alla crisi Ucraina, è fare attenzione “alle nuove ipotesi geopolitiche di alleanze o meno, dove i prodotti italiani non saranno più disponibili per la Russia lo saranno quelli cinesi, definendo anche nuovi collegamenti aerei”.
Il suggerimento? “Come ente regolatore continueremo il nostro percorso per facilitare questa visione fatta anche di integrazione con il turismo. La policy aziendale non sarà solo vendere il biglietto aereo, ma l’esigenza di integrarsi con l’ospitalità e i servizi alternativi”. Il prossimo Piano nazionale degli aeroporti avrà il compito di declinare al meglio “la visione di sviluppo con le sollecitazioni che vengono dal trasporto aereo”.
Servono regole uguali
Di cosa ha bisogno il settore? “Certezza, regole prevedibili ed uguali”, afferma Alfonso Celotto, presidente di Aeroporti 2030, associazione che riunisce gli scali di Roma, Venezia, Treviso, Verona e Brescia. Non perde l’ottimismo Monica Scarpa, a.d. Gruppo Save, a suo dire “una ripresa del traffico ci sarà, ma la guerra porta ulteriori difficoltà”. Da qui la necessità di passare dalla parola “resilienza”, su cui si è lavorato in questo periodo alla parola “sistema”.
Il modus operandi indicato da Scarpa è “porsi tutti assieme in un nuovo mondo, fatto di imprevisti e problemi da superare. Gli aeroporti devono confrontarsi con le compagnie aeree, non si parla di turismo senza parlare di flussi, persone, tour operator, intermodalità, una catena di valore che è trasversale e non più verticale”.
Il turismo, però è “un mercato, un prodotto, un servizio che va curato per poter vincere la concorrenza”, fa presente Fabio Lazzerini, a.d. e dg di Ita Airways, lanciando la sua esortazione all’agire.
Quanto a Ita Airways tra le azioni da affrontare si deve “colmare il gap storico dei collegamenti diretti intercontinentali”, osserva, il che “aiuta lo sviluppo a breve e medio raggio ed è importante per la filiera, in quanto ogni passeggero che arriva è più difficile che lasci il nostro Paese”, asserisce il manager.
Stefania Vicini