Torna in presenza, la Borsa Internazionale del Turismo. In un clima di ottimismo, per giunta, che guarda con attenzione alle nuove tendenze, dettate soprattutto dal consumatore finale, che ha influenzato in maniera significativa il mondo dell’imprenditoria e degli agenti di viaggio.
Gli operatori si sono dovuti reinventare nei due anni di pandemia, e solo chi è stato in grado di sviluppare questo tipo di resilienza potrà salire su questo treno in corsa che, in una metafora più che adatta al tema, segna una grande ripartenza. È quanto emerso durante la conferenza stampa di presentazione dell’evento, moderata da Simona Greco, direttrice manifestazioni proprie di Fiera Milano, e alla presenza di personalità del settore come il presidente di Astoi Pier Ezhaya, il general manager di Fiera Milano Luca Palermo, il presidente Fto Franco Gattinoni e il ministro del turismo Massimo Garavaglia.
Ci siamo quasi: da domenica 10 a martedì 12 aprile, il grande giro del mondo apre i battenti in Fiera Milano, con 893 espositori di cui il 12% da 31 Paesi dell’estero. “Questo ritorno in presenza è molto importante, ma più che di ripartenza parlerei di un significativo consolidamento del fatto che stiamo uscendo dalla pandemia – dichiara Luca Palermo -. Il turismo rappresenta il 10% del Pil internazionale, e la Bit è uno strumento a supporto delle imprese oltre che un osservatorio privilegiato per individuare i nuovi trend. È necessario fare si che le fiere abbiano un respiro internazionale, che siano efficaci per creare incontri mirati al fine di fare business, e fare in modo che l’offerta informativa prosegua al di fuori del contesto fieristico”.
Il futuro del pianeta è green, e la parola ‘ecosostenibile‘ sta affiancando sempre di più il glossario che riguarda il mondo del turismo. Anche il digitale ha acquistato terreno, ma non ha fatto mai perdere la voglia di rivolgersi all’agente di viaggio, una figura che non è destinata a scomparire ma solo a cambiare metodo. “Il mondo che ci ritroveremo ad affrontare è completamente cambiato – commenta Pier Ezhaya -, l’utilizzo dello strumento digitale ha permesso alle imprese di investire sulle nuove tendenze, e sopravviverà chi è stato in grado di accogliere questo cambiamento sfruttando i due anni di fermo. Ci siamo sentiti in dovere di aiutare Bit e vogliamo che torni a essere ‘la fiera’ perché è l’unica che parla al consumatore, che è ciò di cui abbiamo bisogno. La vendita on-line non è antagonista ma un altro tipo di vendita, dobbiamo guardare al cambiamento con ottimismo e spirito di adeguamento”.
Conferma Franco Gattinoni: “Quelli della pandemia sono stati due anni importanti per costruire un nuovo futuro. Dobbiamo uscire dal pensiero dell’agenzia di viaggi classica. Grazie alla tecnologia si è creato un importante approccio alla ripartenza dove l’agente di viaggio deve tornare a essere un punto di riferimento autorevole offrendo consulenza sia per per outgoing che per incoming. Le aspettative sulla Bit sono molte perché negli ultimi anni pre-pandemia aveva perso molto ed era poco competitiva. Oggi ci sono le premesse per fare una grande Bit e mettere il turismo al centro dell’economia”.
Si spera quindi nel Pnrr per riportare il turismo al centro della scena e per creare l’indotto economico: a questo proposito è intervenuto il ministro Garavaglia con risposte confortanti, almeno per quanto riguarda una ripartenza dopo essere usciti dall’emergenza pandemica ma dovendo fare i conti con la nuova emergenza del conflitto ucraino. “Il 50% dell’export lo fa il sistema delle fiere – spiega Garavaglia -, e la fiera in presenza è una grande novità. Il precedente governo ha stanziato solo l’1% delle risorse destinate al turismo, noi siamo riusciti a moltiplicare il budget per sistemare le strutture ricettive. Il grande cambiamento del settore sarà riuscire a convivere armonicamente con il digitale, argomento di cui si parlerà proprio in Bit”.
Dal dibattito è emersa anche una nuova tendenza del viaggiatore, probabilmente incoraggiata proprio daIl’uso di internet, che permette al consumatore di costruirsi le tappe del soggiorno autonomamente: non più il turismo solo dei grandi attrattori ma anche il turista che si integra nel posto in cui va. A tal proposito si è parlato dell’importanza dell’outgoing proprio per incoraggiare l’incoming. “Turismo organizzato è anche outgoing, non dimentichiamolo – conclude il ministro – quando ci si muove si guadagna sempre perché mandando gli italiani all’estero, ci sarà modo di invogliare altri popoli a visitare l’Italia, e con le bellezze che abbiamo c’è una gran voglia d’Italia”. l.m.