E’ il grande momento per investire nel nostro settore, dopo anni di raccolta senza semina, ma è anche tempo di ripensarsi. A parlare è Mauro Santinato, ceo di Teamwork Hospitality, che in tema di investimenti nel settore alberghiero commenta: “Gli unici segnali di investimento provengono dagli stranieri. C’è un grande fermento, ma non lo vedo nel settore privato”. Tra le città maggiormente oggetto di transazioni in questo mometno è Roma: “Ssta vivendo un nuovo Rinascimento, anche se sta soffrendo di più in termini turistici, ma sono sicuro che sarà quella che ne uscirà più rafforzata, con una nuova offerta e per il Giubileo si presenterà con un livello qualitativo elevato”.
I nodi del sistema
Ma chi avrà difficoltà nel momento del recupero? “Chi uscirà con le ossa rotte – dichiara Santinato – sono gli hotel che hanno campato di rendita e oggi non hanno forza e idee”. A livello internazionale, secondo il manager, la ricerca di trophy asset in Italia continua, “è vista come una terra di conquista non presidiata. Non abbiamo un’offerta a rete, siamo tutti singoli, sia nel segmento luxury che nel segmento midscale”.
Il salto mancato
Un problema che a suo dire risale agli anni Novanta, quando “non siamo riusciti a fare il salto da sistema famigliare a sistema manageriale. Noi abbiamo dismesso i network e le catene”. Tutto questo quando il mercato nei prossimi anni assisterà ad una accelerazione potente. Il long haul, secondo il manager, ci metterà ancora un po’ di anni a riprendersi e noi come destinazione europea saremo favoriti, “ma il mercato sarà selettivo”. Quali le esigenze? “Il compito del marketing – replica – è anticipare le tendenze e il mercato vuole prodotti nuovi, pensati e progettati per resistere ad un ciclo di vita di 15-20 anni. Occorre saper proiettare l’offerta nel futuro, intuendo qualia saranno i clienti, quali generazioni conquistare. Un problema per l’ossatura alberghiera italiana, pensata tra gli anni Sessanta e Novanta e che oggi si presenta vecchia nel design, nelle dotazioni e nelle attrezzature. “La pandemia ha accelerato l’obsolescenza – avverte il manager – e il mercato andrà su alberghi freschi, pensati per chi viaggia per lavoro o leisure e ha bisogno di altre cose”. L.D.