Aiuti, assunzione del personale, possibili aumenti dello stipendio per chi lavora nelle strutture ricettive, il caro prezzi in Italia e il ritorno delle marginalità. Il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, non si è sottratto nel corso della 72ma assemblea nazionale, alle domande.
Il tema aiuti al settore cruciale. Qual è la sua posizione in merito?
“Stando a una slide presentata dal ministero del Turismo da quando è iniziato il Covid il mondo tour operator e agenzie di viaggio hanno ricevuto più di 500 mln di euro di aiuti, contro il settore alberghiero che ha ottenuto 160 mln. Non è che ce l’ho con l’uno o con l’altro, ma non è giusto che uno prenda 500 e l’altro 160. Solo questo, sono felice per chi li ha presi, non sto dicendo ‘bisognava dargliene di meno’. Alcuni hanno guadagnato più col Covid a stare chiusi più che a rimanere aperti. Se gli alberghi fossero stati chiusi avrebbero dovuto pagare Imu e tutto ciò che ne conseguiva, certe categorie hanno messo il personale in cassa integrazione, hanno preso i soldi dallo Stato e hanno fatto bilanci straordinari”.
In Spagna si può assumere del personale a tempo indeterminato per sette mesi e per i restanti non si entra nel circuito della cassa integrazione, ma si possono svolgere altri impieghi; per quei sette mesi, tuttavia, nel corso degli anni, si ha il lavoro assicurato nel settore del turismo. Si tratta di un modello percorribile in Italia?
“La soluzione può funzionare anche in Italia, ma in Italia si ricerca lavoro nel settore pubblico, in modo da avere il posto assicurato. Nelle aziende di servizi non si assume a tempo indeterminato perché nel nostro Paese non si può licenziare e se ho personale che non è gentile nei confronti del cliente e non si può mandarlo via, si ha un grave danno per l’azienda”.
Al di là del fatto che il reddito di cittadinanza andrebbe rivisto, sarebbe disposto a pagare di più un dipendente?
“Comprendo la difficoltà che le famiglie oggi hanno con l’aumento dei costi e dell’inflazione ad arrivare alla fine del mese, ma se io per dare 600 euro netti a un dipendente mi costa 18mila euro non ha senso. Se un dipendente cui io do mille euro costa all’azienda 30mila, allora mi si deve dire che sugli incrementi salariali non si paga un euro di contributo. Facciamo quest’accordo? Noi ci stiamo. Il tema è il cuneo fiscale”.
Il tema del caro prezzo, soprattutto sul mare Italia, potrebbe essere un deterrente nel far rimanere i connazionali nel nostro Paese?
“Non vedo il problema. Nonostante le bollette energetiche quadruplicate, non abbiamo ricaricato sul cliente finale l’aumento del prezzo”.
Molti hotel si sono indebitati per sopravvivere. Si riusciranno a fare margini?
“Il problema è quello dei costi energetici, dell’approvvigionamento delle materie prime, la bolla speculativa di questo 110% è una cosa vergognosa, non si trovano più professionisti. Quando finirà questa bolla, sono convinto che i prezzi rientreranno e le marginalità torneranno a essere accettabili”.
Nicoletta Somma