Rotta sull’Italia per Royal Caribbean

“Stiamo iniziando ad avere load factor passeggeri intorno al 75-80%, a quel punto si inizia a generare cash. Quando si arriva a circa il 90% di load factor, si genera profitto”. Così Jason Liberty, president e ceo di Royal Caribbean Group, si è espresso in una recente intervista. “I volumi stanno tornando e i load factor stanno risalendo ai livelli pre-pandemici”. La rotta di Royal è chiara: una nuova nave all’anno. A partire da Wonder of the Seas, quinta unità della Oasis Class, che ha iniziato la sua stagione mediterranea l’8 maggio con crociere di 7 notti con imbarco da Barcellona (per 2.200 cabine) e Civitavecchia con tappe a Palma, Marsiglia, La Spezia, Roma (l’altro punto di imbarco, appunto, per 550 cabine) e Napoli. A novembre Wonder tornerà negli Stati Uniti per salpare dalla sua sede annuale a Port Canaveral, in Florida, per esplorare i Caraibi e le Bahamas, compresa l’isola privata della compagnia, Perfect Day at CocoCay. Nel 2023 sarà la volta di Icon, la new entry più grande del mondo e prima della omonima classe, che sarà alimentata a Lng, mentre nel 2024 toccherà a Oasis 6 per proseguire con Icon, 2, 3 e così via.

Il concetto di base

“Il concetto alla base – spiega Gianni Rotondo, responsabile mercati Gsa area Emea – è offrire un’esperienza di vacanza per tutte le tipologie di clienti, senza dimenticare l’orientamento di Rcl per le famiglie”. Wonder of the Seas può accogliere 6.988 passeggeri in totale, 2.300 membri dell’equipaggio e offre 2.867 cabine con 18 ponti totali. E’ lunga 362 metri e alta 65 metri; la stazza è 236.857 tonnellate e ha una velocità di 22 nodi. Il mercato italiano sta rispondendo bene: “Nelle ultime quattro settimane – afferma il manager – il trend è superiore al 2019, addirittura triplo”. Sicuramente a causa della pandemia anche nel segmento crocieristico è cambiata la modalità di booking. “Alla fine di aprile 2019, quando sia il cliente italiano sia quello europeo tendevano a prenotare last minute, la capacità residuale delle navi in Europa per l’estate era del 3% e il 97% era già venduto, quest’anno abbiamo da vendere ancora il 40%. Riteniamo che il 2022 sarà un anno superiore al 2019”. C’è un percorso di “recupero” da fare nel nostro Paese: “Nel 2019 i passeggeri erano 16mila rispetto ai 65-70mila del 2012 – sottolinea Rotondo -. Se tre anni fa il prodotto era ridotto, oggi ripartiamo con Wonder e Odyssey, penultima unità uscita dai cantieri della classe Ultra Quantum che ha come home port Civitavecchia ed effettua crociere di 7-11 notti nel Mediterraneo Orientale. C’è anche una terza nave per l’Italia da 2mila passeggeri, Brilliance della classe Radiance, che con imbarco a Ravenna proporrà combinati nell’Adriatico, in Croazia e Grecia, e isole greche. Un’altra unità ha un’importante contribuzione italiana, Rhapsody, classe Vision, che  ha una stagione divisa in tre parti, di cui le prime due ‘open jaw’, in cui il porto di imbarco è diverso da quello di sbarco; nella seconda stagione, per esempio, ha base a Haifa, in Israele e imbarco anche a Limassol, Cipro. Non manca il Nord Europa, con Anthem che dalla Gran Bretagna effettua itinerari di 10 notti verso il Mediterraneo, e due unità sui fiordi e il Baltico”.

Trend e strategie

Il ritorno della scelta all’ultimo minuto, uno spostamento nell’acquisto verso l’online e la prossimità: i trend di consumo nel segmento crocieristico delineatisi durante e dopo la pandemia tracceranno il comportamento dei clienti anche nel prossimo futuro. “Avevamo ridotto il last minute – spiega Rotondo -, ma questa modalità di booking è tornata, e non appartiene solo al passeggero italiano. In secondo luogo c’è stato uno spostamento nel nostro Paese di qualche punto percentuale dal canale trade verso l’online e, infine, si è evidenziata chiaramente la tendenza a preferire itinerari di prossimità”. Per quanto riguarda la maggiore propensione all’acquisto online Rotondo ritiene che si tratti di “un aspetto non così semplice da analizzare: da un lato molte agenzie sono state chiuse a lungo e, stando ai dati che circolano, una su cinque ha cessato l’attività. La crociera è un prodotto complesso da vendere: si porta dietro il volo, le escursioni etc”. Numeri alla mano, se pre-Covid  “lo share delle adv in Italia era dell’80% e 20% dell’online, oggi siamo al 70% di intermediato e al 30% di online. E non credo che quest’ultima percentuale calerà”. Lato compagnie, si amplia il numero dei porti. “Noi abbiamo aperto Haifa, in Israele, e Limassol, a Cipro. In Italia stiamo lavorando per stringere accordi lato trasporti, per esempio con le ferrovie e a Civitavecchia offriamo il parcheggio gratuito. A Ravenna abbiamo fatto un investimento importante, con una concessione pluriennale; per quest’anno la struttura sarà provvisoria, ma dall’anno prossimo il terminal sarà pronto”. E lo sviluppo futuro? “Offrire un prodotto leisure a 360 gradi, che comprenderà anche isole private ed escursioni, e intrattenimento. Un format che dalle navi può essere tendenzialmente esportato nei teatri”. Oggi Royal ha un centro di produzione importante a Miami, un domani chissà.

Nicoletta Somma

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