“L’emendamento al Dl Aiuti sulle locazioni turistiche crea confusione tra gli operatori e incertezza sulle regole, con il rischio concreto di bloccare gli investimenti nell’extralberghiero. Non si può pensare di risolvere un problema complesso come quello dello spopolamento dei centri storici delle città d’arte con un intervento spot di questo genere”. Questo il pensiero di Claudio Cuomo, presidente nazionale di Aigo Confesercenti, commentando l’emendamento al Dl Aiuti che permette al Comune di Venezia di individuare i limiti massimi e i presupposti per la destinazione degli immobili residenziali ad attività di locazione breve.
Il caso del Comune di Venezia
“L’obiettivo, in teoria, è frenare lo spopolamento del centro storico di Venezia. Un problema complesso, che sarebbe ingiusto – ed evidentemente riduttivo – ricondurre alle sole locazioni brevi. Una stretta di questo genere non farà altro che creare confusione e far ritirare gli investitori dell’extralberghiero. Anche perché discutibile sul piano normativo, visto che limita la libera concorrenza. Provvedimenti del genere non solo vanno contro la normativa europea – Bolkestein in primo luogo –, ma sono stati già bocciati dai Tar regionali: nel Lazio, ad esempio, dove è stato abrogato l’articolo della disciplina extralberghiera, appena emanato, che limitava a minimo 120 giorni di chiusura per gli affitti non imprenditoriali. E anche l’Antitrust si è espresso contro questo tipo di limitazioni. L’emendamento, inoltre – prosegue Cuomo -, pone un precedente pericoloso per il settore a livello nazionale. Se per ora la norma è limitata al solo centro storico di Venezia, le altre amministrazioni locali potrebbero seguire: a Firenze, così come nel Centro di Roma, è già stata annunciata la volontà di percorrere strade analoghe. Noi ci siamo sempre espressi a favore dell’equilibrio tra economia turistica extralberghiera ed esigenze delle città, una convinzione condivisa da tutti gli operatori del settore, ma non è questo il modo di intervenire”.
La “formuletta magica”
A suo dire “non si può pensare di risolvere una questione complessa con una formuletta numerica magica, che sia il limite di ‘quattro appartamenti in locazione breve’ o di ‘120 giorni di apertura’. Serve una riflessione più approfondita sul rapporto tra turismo e l’evoluzione dell’urbanizzazione, va compreso come gestire gli edifici residenziali adibiti alla ricettività. Si apra un tavolo con le associazioni dell’extralberghiero – conclude il presidente – per definire nuove regole per una riforma strutturale ed equa, che parta dal riconoscimento dell’extralberghiero come un’opportunità di integrazione del reddito per molte famiglie, da tutelare”.
Il caso Airbnb
Un altro tema di attualità è il caso Airbnb. A trattarlo Il Sole-24 Ore in un recente articolo a seguito delle conclusioni che sono state presentate dalla Corte di giustizia Ue in merito alla vertenza tra Airbnb e lo Stato italiano. La posizione è stata interlocutoria. E’ stata data risposta affermativa all’obbligo di ritenuta fiscale per gli intermediari e negativa all’obbligo per i portali esteri di nominare un proprio rappresentante fiscale in Italia, riporta il quotidiano. L’iter prevede ora la decisione della Corte Ue e dopo si esprimerà il Consiglio di Stato. Il Sole specifica che la norma contestata è in vigore dal 1° giugno 2017.
Quello degli affitti brevi – scrive il quotidiano – è un mercato che, causa pandemia, ha perso il 60% nel 2020, ma adesso è attesa una ripresa. Quest’anno le stime (di Scenari Immobiliari) sono più che buone, infatti, dicono che tornerà a 950mila abitazioni locate. Il che vuol dire poco al di sotto dei numeri pre-pandemia.