Sostenere il settore delle attività culturali, favorendo la promozione ed il restauro delle dimore storiche. È questo il fine del protocollo d’intesa sottoscritto dall’Associazione Dimore Storiche Italiane (Adsi) e dall’Istituto per il Credito Sportivo (Ics).
Un plafond di 30 mln
Un impegno che si concretizza nello stanziamento di un plafond di 30.000.000 di euro a beneficio anche di Adsi e dei suoi soci, per investimenti nella tutela e nel restauro del patrimonio culturale storico privato. Particolare importanza sarà riservata ai progetti di sostenibilità secondo i criteri Esg, ai temi dell’efficienza energetica e dell’abbattimento delle barriere architettoniche, alla messa in sicurezza, all’implementazione tecnologica delle infrastrutture e alla digitalizzazione del patrimonio culturale. Una collaborazione che aiuta la ripresa economica e sociale attraverso la valorizzazione delle attività culturali.
Il protocollo di intesa
“La firma del protocollo d’intesa tra l’Associazione Dimore Storiche Italiane e l’Istituto per il Credito Sportivo – ha affermato il ministro della Cultura, Dario Franceschini – rappresenta un altro passo importante per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale. Le dimore storiche italiane sono una testimonianza fondamentale da conservare e custodire perché sono parte integrante dell’identità, della bellezza e dell’attrattività del nostro Paese”.
“Tramite la convenzione con l’Istituto per il Credito Sportivo disponiamo finalmente di uno strumento finanziario ad hoc per conservare, valorizzare e gestire le dimore storiche. Risorse utili e fruibili da subito, a partire per esempio da chi in Adsi ha deciso di partecipare al bando per il restauro e la valorizzazione di parchi e giardini storici previsto dal Pnrr – ha dichiarato Giacomo di Thiene, presidente di Adsi -. Crediamo che la collaborazione tra queste due realtà possa costituire un modello per chi si occupa del patrimonio culturale privato e per quei tanti istituti di credito che apprezzano il nostro mondo pur non riconoscendogli il valore necessario ad avviare progetti concreti. Questo non toglie l’inevitabilità dell’impegno dello Stato – anche nell’erogazione di fondi – sia perché sostanziale, sia perché garanzia di un disegno di sviluppo del Paese che non può prescindere dal proprio patrimonio culturale”.