La stagione estiva per il mondo dei viaggi, e in particolare del corporate travel, si è fatta rovente. Non solo per le temperature record, ma soprattutto per la ripresa dei viaggi di lavoro e l’avvio della stagione turistica che ha “sorpreso” molti attori della filiera (autonoleggi, aerei – sia di linea sia low cost – e servizi a terra negli aeroporti), causando ritardi e cancellazione dei voli prenotati e obbligando i viaggiatori a cambiare programmi o itinerari in urgenza.
L’eccesso di domanda ha avuto come prima conseguenza la crescita dei prezzi (con aumenti che nei segmenti hotel e voli sfiorano il 30% su base annua e trend in crescita), tanto che per le aziende è tornato imprescindibile avere una misura dei costi, anche di quelli sommersi.
La seconda conseguenza è il drastico peggioramento della travel experience. Molte compagnie aeree, hotel, società di noleggio stanno facendo i conti con la mancanza di personale di bordo e di terra, reimpiegato in altre mansioni o altri settori durante il periodo Covid e si vedono costrette a riprogrammare o addirittura a sopprimere voli e rotte.
Lo stesso vale per le agenzie di viaggi che si trovano sprovviste di personale specializzato, ma temono nuove assunzioni a causa della precarietà del mercato travel.
Una visione unitaria
“Occorre però – spiega Andrea Guizzardi, direttore dell’Osservatorio Business Travel e del Center for Advanced Studies in Tourism – Cast dell’Università di Bologna – unire la visione degli ambiti di spesa a quella del “ritorno atteso” delle trasferte. Soprattutto dopo anni di meeting a distanza e tele-lavoro che stanno mettendo in discussione la necessità di alcune tipologie di viaggi. Una visione a 360° che le aziende possono soddisfare solo analizzando i costi e i ricavi con un approccio analitico“.
Dove e come, un corso per approfondire
Conoscere dove e come vengono spese le cifre riportate alla voce di bilancio “Viaggi e trasferte” è quindi diventato un must per fare scelte strategiche in ottica di risparmio e sostenibilità.
In sintesi, “è pressante la necessità di fare leva sui tanti dati di cui dispongono le aziende per comprendere come fronteggiare lo scenario in continuo mutamento“, aggiunge il professore.
Un task che richiede competenze di analisi dati e efficientamento dei processi travel, che sono i principali argomenti trattati nella sessione autunnale del Corso di Formazione Permanente “Data analysis and reporting for travel business intelligence”, erogato dall’Università di Bologna, con un approccio innovativo sul nuovo contest del mercato travel.
Comprendere l’as-is
“Stiamo assistendo – conferma Silvia Verzini, consulente aziendale per i viaggi d’affari ed esperta del settore travel – a una rivoluzione copernicana sul mercato del travel e non solo. Lato corporate, le aziende per evitare di spendere di più per far viaggiare i propri collaboratori dovranno reinventare i modelli di gestione, di contribuzione e di remunerazione per adattarli ai nuovi equilibri e alle nuove esigenze di servizio. Per mia esperienza solo partendo da un’accurata analisi dei dati di spesa si può effettuare una diagnosi puntuale dell’as-is del corporate travel sia lato azienda sia anche lato agenzia. Siamo in un loop che in qualche modo va affrontato”.
Back to school
Nasce dunque per questo il corso presso l’ateneo felsineo che, giunto alla decima edizione, pone l’accento proprio sulla centralità dell’analisi dei dati. Il ciclo formativo si compone di 36 ore in presenza all’Università di Bologna. In conclusione, sarà rilasciato un attestato di partecipazione durante un evento dedicato.
Il corso si avvale della partnership di AirPlus, Bcd Travel e Zucchetti e della collaborazione di Gbta. La nostra testata Guida Viaggi è media partner.
Per ulteriori informazioni campusrimini.formazionebt@unibo.it. L’iscrizione va completata entro il 4 agosto qui