Bene l’estate, ma per le imprese le difficoltà non sono finite

L’estate 2022 segna la ripartenza del turismo in Italia. Esordisce così una nota di Confindustria Alberghi. A partire da giugno si è assistito ad una crescita esponenziale della domanda turistica verso il nostro Paese, una crescita trainata dal ritorno del turismo internazionale dai Paesi europei, ma soprattutto dagli Stati Uniti. A luglio le strutture alberghiere hanno fatto registrare un tasso di occupazione che in molti casi ha superato l’80%. La nota sottolinea la performance di agosto, che è andato molto bene, in molte località si è sfiorato il “tutto esaurito”.

Bene mare, montagna, città d’arte

Molto bene il mare cosi come la montagna, ma quello che ha fatto davvero la ripartenza sono le città d’arte che dopo due anni di fermo pressoché totale sono ripartite alla grande, sostenute da una fortissima domanda internazionale. Molto rilevanti tra gli altri flussi dal Nord America – forti anche di un cambio euro/dollaro particolarmente favorevole – che hanno surrogato in buona parte all’assenza di mercati importanti come quello russo e quello cinese.

Si è confermato anche il trend molto positivo delle aree interne dove la ricerca di autenticità e di contatto con la natura hanno fatto da traino per un turismo che anche qui ha visto crescere la presenza di viaggiatori internazionali.

Le difficoltà non sono finite

“Numeri importanti, che restituiscono fiducia nel turismo e nella capacità di attrarre del nostro Paese – dichiara Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi –, ma per le imprese le difficoltà non sono finite. Se da un lato possiamo guardare con fiducia alla ripresa della domanda, ancora molto sostenuta a settembre e con un buon potenziale anche per l’autunno, i costi dell’energia hanno raggiunto livelli insostenibili. Già prima dell’estate – continua Colaiacovo – avevamo lanciato l’allarme, denunciando l’impatto drammatico dell’aumento dell’energia sui conti del settore alberghiero, ma con gli ulteriori rincari di agosto molte aziende rischiano la chiusura. Ricordiamoci che il settore viene da oltre due anni di fermo pressoché totale e rischia quindi, malgrado i buoni risultati di questi mesi, di rimanere schiacciato dagli aumenti insostenibili dei costi energetici. Abbiamo bisogno di interventi urgenti per garantire la continuità nei prossimi mesi: sterilizzazione degli aumenti del gas e dell’energia elettrica e la decontribuzione per contenere il costo del lavoro scongiurando il ricorso alla cassa integrazione”.

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