Dopo una stagione estiva più che soddisfacente, la grossa preoccupazione dei tour operator che programmano gli Stati Uniti è rivolta al futuro. A farsi portavoce di questo allarme è Francesco Paradisi, president & board di Visit Usa, che ha dato voce ai commenti di alcuni associati.
“Lo scenario mondiale che tutti ben conosciamo (crisi energetica mondiale, recessione economica, criticità nella situazione geo-politica) – commenta – anticipa un aumento dei costi che è trasversale e va a colpire tutti i comparti del settore turismo, non soltanto quello aereo, che a sua volta è strettamente connesso con decine di altri settori dell’ industria e dei servizi”.
La situazione in Usa
L’ aumento dei prezzi dell’energia, delle materie prime e l’inflazione è qualcosa che ha colpito gli Stati Uniti dopo decenni che non accadeva – spiega il manager – e questo avrà conseguenze sul futuro costo delle proposte di viaggi organizzati. L’esempio va al classico tour escorted in pullman che dovrà tener conto sia dell’incremento del costo del carburante che della maggior spesa da sostenere per le camere di hotel e ristoranti al fine di stabilire un equo prezzo di vendita al pubblico. “Aumento che rischia di essere a doppia cifra percentuale – sottolinea – e che quindi, sommato alle concrete preoccupazioni economiche degli italiani per i mesi futuri, rischia di distogliere l’attenzione e l’interesse per un tipo viaggio (sia tour di gruppo che fly&drive) che per molti potenziali clienti potrebbe essere non più accessibile”.
L’auspicio dei tour operator
Quale l’auspicio dei soci di Visit Usa? Semplice: da parte dei partner americani gli operatori si attendono un assestamento in termini di qualità e puntualità dei servizi erogati al viaggiatore: dal semplice transfer aeroportuale, al soggiorno in hotel fino al più complesso tour in pullman con guida. “Sono elementi sui quali l’unico potere in mano ai tour operator italiani è quello di fare gioco di squadra, come fino ad oggi è stato – dichiara Paradisi – condividendo informazioni importanti e strategiche al fine di garantire, sempre, ai propri clienti, il miglior servizio e consulenza possibile”.
L’arma dell’agenzia
L’arma su cui gli operatori intendono puntare è quella del supporto professionale erogato dalle agenzie di viaggio verso i viaggiatori. “E’ importante – spiega – suggerire sempre più soluzioni calibrate ad hoc sulle reali esigenze del cliente con accurata attenzione al rapporto qualità/prezzo e che scongiuri il rischio, purtroppo concreto, di dover proporre un prodotto Stati Uniti più scarno ed essenziale per compensare l’aumento dei costi dei singoli servizi”.
Il bilancio estivo
Intanto i primi dati in merito al turismo outgoing verso gli Stati Uniti, secondo le stime riportate da alcuni soci Visit Usa, a stagione estiva ancora in corso, sono positivi. “C’è soddisfazione generale tra gli operatori – conferma Paradisi -, soddisfazione che era stata percepita e auspicata già con l’inizio anno vedendo il numero di richieste che arrivavano ai booking, le successive conferme e i risultati delle prime partenze primaverili”. Il cambio euro/dollaro, che ha continuato ad essere molto sfavorevole per la valuta europea nel corso degli ultimi mesi, non ha scoraggiato il pubblico dei viaggiatori. “Al momento – prosegue Paradisi – questa meta rimane la più desiderata e visitata, tra quelle lungo raggio, dai turisti Italiani. Un aiuto che ha contribuito a mantenere alta la richiesta verso gli Usa lo si deve anche ai molti viaggi “sospesi” nel 2020 (soprattutto i viaggi di nozze) che hanno visto finalmente concretizzarsi le condizioni per essere effettuati”.
Flessione sul 2019, ma con aumento pratica
A dispetto dell’ottima ripresa, Visit Usa non nega “una certa flessione del numero dei passeggeri rispetto allo stesso periodo 2019, a fronte però di un aumento del valore della pratica, determinato sia dal cambio sfavorevole che dall’ aumento dei costi dei servizi, che ha quasi compensato, in termini di fatturato, il volume delle vendite fino ad oggi realizzato.
I problemi
Dai rientri dei primi clienti l’associazione segnala qualche problema(soprattutto ritardi) nell’erogazione di alcuni servizi fondamentali come ad esempio quelli del comparto alberghiero. “C’è ancora carenza negli Stati Uniti di personale qualificato – sostiene il manager – così come accade in Italia. Si tratta di ruoli anche semplici ma fondamentali nel fornire un servizio di ospitalità soddisfacente per i clienti, come receptionist, house-keeper, camerieri dei bar e ristoranti dell’ hotel, manutentori, autisti”.
Altro segmento del turismo Usa che ha avuto difficoltà ad erogare i propri servizi con regolarità ed efficienza è stato quello dei tour escorted in pullman: “Diversi receptive tour operator americani, che forniscono e talvolta costruiscono ad hoc per i tour operator italiani questo tipo di servizio, hanno cancellato partenze, anche cruciali di alta stagione, costringendo i viaggiatori a scelte drastiche con cambio di itinerario o addirittura di date di viaggio”.
Nonostante tutte le problematiche di gestione delle principali compagnie aeree europee e americane, alle quali si sono aggiunte criticità, in Europa, dovute al personale di terra degli aeroporti e che
hanno portato a disservizi per i passeggeri, “si può dire che il comparto abbia retto abbastanza bene, almeno fino ad oggi”.
Laura Dominici