“Preciso – dice prudente il presidente dell’Enac Pierluigi Di Palma – che noi non chiediamo formalmente la chiusura di Ciampino. Certo, segnaliamo le gravi criticità di quella realtà, che è troppo innervata nel tessuto della città, crea disagio ai residenti tra smog e rumori, e non ha possibilità di espansione, come arrivi e decolli”.
Secondo il presidente la soluzione “porta all’aeroporto militare di Frosinone, il Girolamo Moscardini, che andrebbe ristrutturato e aperto alle compagnie civili. Ovviamente una società privata di gestione degli aeroporti non può sostenere una simile operazione. Dovrà essere il governo a decidere il da farsi, a trattare con l’Aeronautica militare e a stanziare la spesa”.
Novità anche per Linate. L’Enac non approva che passeggeri possano iniziare voli intercontinentali dalle piste di Milano città. Il Piano di Enac prevede che questi viaggi, comodi per i passeggeri, siano largamente riservati a Malpensa. Una persona diretta supponiamo a New York – decisa a imbarcarsi a Linate con tappa ad esempio a Francoforte, Parigi o Madrid – dovrà obbligatoriamente riprendere il bagaglio nella metropoli europea, per caricarlo stavolta sul volo verso gli Usa.
Imbrigliare Linate, poi, aiuterebbe molto Malpensa, cui verrebbero riservate le rotte intercontinentali dirette senza restrizioni al check-in, oltre al cargo, spiega il quotidiano. Non a caso il Piano dell’Enac assegna proprio a Malpensa il massimo rango di “hub istituzionale”, mentre lo nega a Linate. L’altro hub istituzionale è Roma Fiumicino. Venezia è classificato come “hub vocazionale” (perché organizzato per attirare e trattenere i turisti a lungo).
E infine c’è Catania Fontanarossa, che dovrebbe diventare l’hub del Mediterraneo. Missione dello scalo sarà contendere all’aeroporto avveniristico di Istanbul i viaggiatori in arrivo da Cina, Giappone, Corea, India. Forti miglioramenti nei servizi (dai parcheggi ai collegamenti ferroviari) porterebbero Catania a 30mila passeggeri al giorno. Massima spinta a Taranto-Grottaglie perché si accrediti come spazioporto, consacrato al turismo spaziale e ai viaggi suborbitali.
“L’aeroporto dell’Urbe a Roma – aggiunge Di Palma – merita un rilancio. Chiediamo di destinarlo a un turismo di prossimità. Aerei di piccole dimensioni oppure aerotaxi possono partire dall’Urbe e dirigersi a Viterbo, dove lo scalo militare Tommaso Fabbri andrebbe adattato ai velivoli civili. Corridoi aerei definitivi dovranno collegare anche la Puglia alla Basilicata. Possiamo immaginare l’aviosuperficie di Pisticci, vicino Matera, come approdo privilegiato”.
Gli aeroporti del Paese – i grandi, i medi – verrebbero raccolti in 13 reti a prescindere dalla loro proprietà (Bologna, Rimini, Forlì, Parma, ad esempio creeranno una rete; Napoli e Salerno un’altra; Catania, Comiso, Lampedusa una terza), conclude il quotidiano Ogni scalo farà uno studio di risk assessment dichiarando la capacità massima, anche alla luce del suo impatto ambientale e della sicurezza per chi viaggia. Quando un aeroporto risulterà saturo, verrà incoraggiato a travasare passeggeri verso gli altri, alleati nella sua stessa rete.