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Tempo, servizi, esperienze: così riparte il luxury

Com’è cambiato il concetto del lusso nell’ospitalità, soprattutto nel periodo post pandemia? Tra nuove esigenze dei clienti, nuovi mercati che si stanno affacciando sulle strutture upscale italiane e grandi catene alberghiere o i piccoli hotel indipendenti che stanno cercando di stupire i propri clienti con nuovi servizi, il tutto affrontando il problema della mancanza di personale. Sono solo alcuni dei temi trattati nel corso della Luxury Hospitality Conference organizzata a Milano da Teamwork.

L’Italia riparte dal lusso

Ne è convinta Stefania Lazzaroni, general manager di Fondazione Altagamma. “È stato un anno di grande recupero su tutti i settori del lusso, con incrementi semestrali tra il 20 e il 30%. Purtroppo non si può dire lo stesso per quanto riguarda i viaggi dal momento che manca ancora il 20% dei voli internazionali e, di conseguenza, il mercato cinese. Oggi questo comparto in Italia vale 25 mld di euro, un turista di alta gamma ha una capacità di spesa mediamente otto volte superiore alla media e il 60% degli acquisti lusso nel nostro Paese sono effettuati da clientela internazionale. Ne deriva quindi l’esigenza di un riposizionamento della travel industry italiana sempre più in alto. Un dato importante, ma che fa ancora più effetto se si pensa che il 2% della luxury hospitality impatta economicamente per il 25%, con ricadute positive su tutto il territorio. Tra i nuovi trend che si stanno affermando: sostenibilità, digitalizzazione, consumatori sempre più globali e giovani, attenzione al wellness mentale e fisico”.

Trend e prospettive

Il post pandemia ha profondamente cambiato le abitudini degli ospiti e, di conseguenza, le strutture ricettive. “Le prenotazioni sono last minute per soggiorni più lunghi, con una media di quattro notti con maggiore richiesta di esperienze sia in struttura sia sul territorio, per questo motivo abbiamo incrementato le figure professionali a questo dedicate. -spiega Ludovica Rocchi, brand director di R Collection Hotels– La clientela è smart e young e per intercettarla abbiamo incrementato la nostra presenza sui canali social, i mercati più interessanti quest’anno Usa, Canada, Europa e Italia (quest’ultimo per soggiorni più brevi o utilizzo dei servizi, senza pernottamento), per il 2023 puntiamo su India e Middle East”.

Il mercato di fascia alta non è mai stato così ‘euforico’ come questa estate secondo Valentina De Santis, Ceo del Grand Hotel Tremezzo. “Una stagione eccezionale, i clienti non cercano più gli eccessi del lusso ma il tempo per godersi il soggiorno. Abbiamo a che fare con ospiti con un potere di spesa così elevato che diventa difficile sorprenderli se non con esperienze autentiche da godersi in tutta tranquillità sul territorio. Il prezzo delle camere non ha avuto alcun impatto sulle decisioni dei viaggiatori e a farla da padrone sono stati gli americani. I mercati variano molto a seconda della destinazione ma, specialmente in questi ultimi due anni, si sostituiscono le provenienze e questo fattore quindi non va mai a incidere sul tasso di occupazione”.

Adv e nuovi mercati

C’è chi, poi, ha continuato a investire ed è il caso di Lario Hotels che, dopo tre strutture sul lago di Como, da pochi mesi è approdato a Verona. “La mia famiglia vuole portare il lusso dove ancora non c’è e oggi, alla quarta generazione, lo stiamo facendo con il brand Vista con prezzi e standard internazionali. Intanto ci stiamo preparando a un’altra apertura in Italia. -spiega il Ceo Luigi Passera– Nel post Covid abbiamo visto un incremento dei flussi americani ed europei, new entry l’Australia, oltre a un aumento delle prenotazioni dirette. La domanda è forte ma questa industria rischia di incepparsi per la mancanza di personale e di formazione. Continuiamo a investire molto sul trade, grazie alle adv scegliamo la tipologia di clientela con la quale riempire le nostre camere più che puntare sui volumi di vendita. Sui prezzi bisogna lavorare tutto l’anno, la qualità di una vera esperienza di lusso non dipende dall’alta stagione”.

Non c’è stata alcuna resistenza al prezzo da parte della clientela di Belmond. “I nostri clienti ricercano la privacy e la tranquillità delle nostre location, per noi il lusso è un mix tra eccellenza e creatività senza dimenticare la tradizione e una sempre maggiore attenzione alla proposta f&b. -aggiunge Luca Marinelli, area director learning and development Italy, Spain, Portugal- Stiamo assistendo a un ritorno dei mercati indiani e arabi, ma a farla da padrone sono ancora gli europei (80%) con una prevalenza di scandinavi”.

Sveva Faldella 

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