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Lusso in hotel: alberghi independenti e catene a confronto

Il concetto di lusso, nell’ambito dell’ospitalità, può essere declinato in molteplici aspetti. Rappresentanti di grandi catene alberghiere internazionali e di boutique hotel si sono confrontati sul tema al Luxury Hospitality Conference organizzata a Milano da Teamwork. In primo piano non solo servizi, ma anche l’attuale e spinosa tematica della carenza di personale.

Gli obiettivi delle grandi realtà

Il nuovo Six Senses Rome aprirà nel cuore della città eterna entro la fine di quest’anno e sono già ben chiari i punti di forza grazie ai quali ‘coccolare’ i clienti. “È un brand che da oltre 20 anni ha fatto del wellness e della sostenibilità la propria bandiera, in ogni angolo del mondo e continueremo sicuramente su questo trend. -afferma Francesca Tozzi, general manager della struttura– Ora la sfida del gruppo sarà quello di traslare questi stessi valori su una urban property in città, in un meraviglioso palazzo del ‘600. Presenteremo un’offerta dedicata al benessere che attualmente non esiste sulla piazza di Roma, oltre a proposte f&b estremamente particolari e raffinate e tanti servizi aperti anche alle persone che non soggiornano in hotel. C’è però un altro aspetto importante da valutare, la questione personale: è sempre più difficile trovarlo e fidelizzarlo. Purtroppo il nostro Paese non si è evoluto in termini di contratto e incentivi, la nostra sfida sarà quella di ‘inglobare’ lo staff nelle dinamiche del lavoro per farlo sentire più partecipe e motivato”.

L’Italia si conferma una destinazione di grande appeal anche per W Hotels che ha in programma quattro nuove aperture: Firenze, Napoli e due a Milano. “Nel nostro dna invece c’è la musica, vogliamo che le nostre strutture siano popolate da persone eclettiche che vivano e facciano vivere le grandi aree comuni. Questo è un lusso che ci possiamo prendere, senza mettere sempre in primo piano i prezzi. -spiega Christian Zandonella, general manager di W Rome– La nostra catena è molto forte in Asia, ma continuiamo a puntare su tutto quello che è ‘made in Italy’ soprattutto per quanto riguarda l’offerta enogastronomica. Altro nostro punto di forza è quello di non creare delle gerarchie all’interno del nostro personale, ma lavorare insieme seguendo obiettivi comuni”.

Le sfide degli hotel indipendenti

Gli alberghi indipendenti devono fare del coraggio, dell’originalità e dei particolari minuziosi il punto di forza che li contraddistingua rispetto alle grandi catene secondo Antonio Sersale, manager de Le Sirenuse di Positano. “Dobbiamo capire i desiderata della clientela per stupirla, differenziandoci dai trend comuni. Ad esempio selezioniamo artisti internazionali che ospitiamo per realizzare opere site specific, anche questo rende il soggiorno a Le Sirenuse un’esperienza indimenticabile. Ma prima di tutto, leggendo le recensioni dei clienti, capisco che il vero valore aggiunto del soggiorno è il personale che si dedica agli ospiti. Valorizzare lo staff che lavora con me è fondamentale, a loro va il merito della qualità della mia struttura. La vista panoramica la possiamo offrire tutti, l’attenzione e la dedizione delle persone che lavorano in hotel no, è quello che fa la differenza e che viene maggiormente apprezzato”.

Ha aperto soltanto cinque mesi fa ad Amalfi, Borgo Santandrea. “Nel 2017 abbiamo acquistato la struttura con l’obiettivo di renderla più una villa di lusso che un hotel classico. -afferma il general manager, Maurizio Orlacchio– Il nostro obiettivo era, ed è, continuare a puntare sull’artigianalità italiana e sul creare un senso di comunità con il nostro personale”.

Sveva Faldella

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