Pochi posti e troppo costosi. Per i viaggi verso l’Estremo Oriente si profila un inverno a rischio nonostante il feedback sulle sue destinazioni continui ad essere positivo.
Sulla Thailandia capacità ridotta ad un terzo
Il caso della Thailandia è esemplare, una destinazione che nel mese di agosto ha superato le 10mila presenze dal mercato italiano e si appresta a chiudere l’anno con 40mila arrivi dall’Italia, avrebbe potuto fare più del doppio se verso il Paese ci fossero stati più collegamenti. A spiegarlo è stato Sandro Botticelli, marketing manager dell’ente del turismo thailandese in Italia, che ha commentato: “Ad oggi la capacità di seggiolini si è ridotta ad un terzo rispetto al passato quindi i viaggiatori non riescono a trovare posto o si trovano a dover fare i conti con quotazioni davvero fuori mercato. L’inverno purtroppo non si prevede migliore – ha detto – con i mondiali di calcio in Qatar e di rugby a Dubai che sicuramente andranno ad erodere quella che è una disponibilità già scarsissima di posti”.
Schiarite, forse, nella summer
Sulla base dei segnali che arrivano dalle compagnie aeree sembra certo che la capacità rimarrà invariata almeno fino alla prossima primavera-estate, periodo in cui dovrebbe rientrare sull’Italia anche Thai Airways: “La previsione è che possa tornare su Milano tra aprile e giugno 2023 – ha detto Botticelli – e questo ci fa ben sperare”, mentre da Roma restano attivi, lo ricordiamo, i voli su Singapore di Singapore Airlines, su Seoul di Asiana e Korean Air, e di Hainan sulla Cina. Cina che potrebbe assistere sempre la prossima estate alla riapertura di altri collegamenti diretti con Roma.
T.o. a caccia di seggiolini
Anche i tour operator che per lungo tempo avevano atteso la caduta delle restrizioni sulle destinazioni orientali, si trovano a dover fare i conti con una stagione ora disseminata di ostacoli. Andrea Mele ci ha spiegato come la strategia aziendale di casa Mappamondo abbia previsto di saltare quasi del tutto una programmazione Oriente sull’autunno 2022, ad eccezione di alcune proposte per il Capodanno con posti bloccati, e di focalizzarsi invece su una campagna molto aggressiva di advanced booking per il 2023. “Quella del caro voli e dei posti limitati è una situazione già nota che ci siamo trovati ad affrontare già prima dell’estate ma sull’Estremo Oriente la situazione è ancora più complicata perché sono scomparse le compagnie di bandiera. E questo secondo me vuole dire una sola cosa – ha detto – che quando non c’è la compagnia di bandiera, non c’è la spinta di un vettore nazionale che porta tutte le altre ad essere competitive. Voglio dire che c’è un interesse relativo sulle destinazioni da parte delle compagnie. Su Bangkok, che è sempre stata la destinazione più richiesta, sono venuti a mancare 8 voli a settimana, e Kuala Lumpur e Bali non sono più collegate direttamente ormai già da tempo. E con biglietti che costano più del doppio del periodo pre-Covid, a cui si aggiungono tra l’altro anche le criticità legate al cambio, queste destinazioni purtroppo oggi sono poco vendibili seppur molto richieste. A preventivo ricevuto il cliente dirotta la scelta altrove”.
Alessandra Tesan