La ripresa frenata dai costi energetici

Neanche il tempo di felicitarsi per la buona stagione estiva, che preme sulle aziende come un macigno il peso del rincaro energetico, che rende estremamente incerte le prospettive per i prossimi mesi. Lo ha ricordato di recente l’associazione Maavi a colloquio con il ministro del Turismo Massimo Garavaglia: “Il rischio di rincari che possono sfiorare il 20% necessita della messa in moto di manovre, tra cui un’ipotesi potrebbe essere l’Iva sui viaggi”, ha dichiarato la presidente Enrica Montanucci. E il ministro ha sottolineato: “Alla base di tutto c’è il grande tema del costo dell’energia. Tutto deve partire da qui, perché se non si risolve questo problema, per le famiglie italiane la vacanza rischia di diventare qualcosa di superfluo. Bisogna intervenire a diversi livelli, nell’immediato occorre una manovra tampone e il governo Draghi può intervenire in tal senso (il ministro ha anche fatto riferimento ad un credito d’imposta, ndr), ma parallelamente bisogna capire cosa succede a livello europeo”. Il ministro ha spiegato che i costi sono insostenibili e per ammortizzarli non è sufficiente la finanza pubblica e occorrono strategie a medio-lungo termine.  

L’allarme delle categorie 

Tutte le principali associazioni di categoria del settore hanno fatto sentire la propria voce per avvisare dei rischi in corso. La presidente di Confindustria Alberghi, Maria Carmela Colaiacovo, ha spiegato che “con l’aumento delle quotazioni di energia, materie prime e servizi di terzi, un quarto degli hotel a 3 e 4 stelle è a rischio default”. Secondo Confindustria Alberghi a rischio c’è infatti la sopravvivenza di circa 5.500 imprese dell’ospitalità, una decimazione per gli alberghi di fascia medio-alta. “Tra le voci di costo, l’energia sta scalando le posizioni – ha dichiarato Colaiacovo al Sole 24 Ore -. Se nel 2019 l’affitto dell’immobile assorbiva in media il 20-25% dei ricavi, il personale pesava per un altro 35-40%, uno dei costi tra i più alti in Europa, e l’energia era al 10%, ora quest’ultima voce è più che triplicata facendo saltare conti e budget delle imprese. Inoltre, questi extra costi peggiorano le prospettive per i prossimi mesi”. Con questi aumenti diversi albergatori pensano di chiudere nei mesi di bassa stagione.  

I rischi 

Altro grido d’allarme sugli effetti disastrosi del caro-energia lo ha lanciato Federalberghi attraverso il suo presidente Bernabò Bocca, che in una nota spiega come “le aziende, che con grande fatica stavano tentando di rimettersi in marcia dopo due anni devastanti, sono di nuovo in debito di ossigeno e non riescono a pagare le bollette”. Il presidente fa sapere che “per far quadrare i conti dovremmo aumentare in modo consistente i prezzi. Ma molte aziende e intere località, non disponendo di spazi di manovra, sono costrette a valutare alternative dolorose”. Non è messa meglio la montagna, un business da 6.5 miliardi di euro di fatturato. Gli aumenti non sono sostenibili per gli impiantisti, fa sapere Anef attraverso la presidente Valeria Ghezzi.  “Questo smisurato aumento dei costi non potrà essere scaricato sugli utenti – afferma Ghezzi -. il probabile aumento di prezzo degli impianti (si stima attorno al 10%) non sarà infatti sufficiente a compensare le perdite dovute a bollette dell’energia i cui importi si sono moltiplicati”.  La richiesta da parte di tutte le associazioni è che il tema energetico venga messo in cima all’agenda elettorale.

Laura Dominici

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