TourismA, l’esperienzialità come acceleratore di successo

Il turismo culturale e archeologico sta vivendo un momento di forte interesse da parte dei viaggiatori, legato anche alle innovative offerte esperienziali e alla poliedricità che coinvolge l’intera filiera del territorio.

Ne abbiamo parlato con Nadia Pasqual, consulente di comunicazione e pr per il turismo, responsabile marketing & pr di tourismA – Salone Archeologia e Turismo Culturale organizzato da Archeologia Viva, che si svolge a Firenze dal 29 settembre al 2 ottobre.

Gv: Negli ultimi anni, l’attenzione all’esperienzialità è aumentata. Ne ha beneficiato anche il turismo culturale? Come si è adeguata l’offerta?

“Il turismo culturale comprende una grande varietà di proposte e forme di viaggio. La scoperta del patrimonio storico-artistico-monumentale e le visite ai musei sono l’aspetto che lo caratterizzano nell’accezione più tradizionale, ma nel tempo eventi e attività esperienziali sono diventate parte, e a volte anche principale motivazione, di un viaggio culturale. I viaggiatori sono sempre più interessati ad attività nelle quali sono protagonisti di attività a stretto contatto con persone del posto, che li facciano immergere nella cultura e nelle tradizioni della destinazione. Basti pensare a tutte le piattaforme online che offrono esperienze. Alcuni operatori hanno intercettato questo bisogno inserendo le esperienze nei viaggi culturali organizzati, così come alcune destinazioni e musei propongono attività esperienziali”.

Gv: L’appeal di una destinazione è soddisfatto dalla sola offerta culturale o i viaggiatori chiedono oggi pacchetti più articolati con altre proposte? Oppure, è il turismo culturale a fare da solida spalla a destinazioni più classiche come mare e montagna?

“Da una parte, chi viaggia per motivi culturali non è insensibile ad altri fattori che completano l’offerta di una destinazione, come ad esempio l’enogastronomia. Dall’altra parte, anche chi viaggia per motivazioni non strettamente culturali, apprezza l’offerta e il paesaggio culturale. Come rileva Damiano De Marchi, senior analyst di The Data Appeal Company, le destinazioni più apprezzate tra quelle montane, lacuali, balneari, termali sono proprio quelle che abbinano un’offerta culturale – in senso allargato – al prodotto principale. Questa tendenza deriva proprio dall’attenzione aumentata da parte della domanda non solo all’esperenzialità attiva, ma anche a quella passiva, ovvero al contesto di paesaggio culturale nel quale la località è immersa. Tendenza che gli stranieri, in particolare quelli che vivono l’Italian Style in maniera ripetuta, ma anche gli italiani, hanno sposato grazie alla pandemia, con la riscoperta dei dintorni e delle “cose da fare e vivere” anche in luoghi decisamente secondari e che si conferma anche nel 2022”.

Gv: Che cosa dicono i numeri e il trend del mercato italiano?

“In attesa dei dati 2022, bisogna considerare che i flussi ’20-’21 sono stati influenzati dalla pandemia. Quest’anno stiamo assistendo a una ripresa molto forte, che in alcuni momenti ha colto impreparata l’offerta. È evidente la ripresa delle città d’arte, che avevano sofferto, così come delle aree archeologiche e dei musei. In alcuni casi sono stati superati gli eccezionali risultati del 2019, ma permangono forti problemi legati all’incremento insostenibile dei costi energetici, dell’inflazione, la difficile reperibilità di personale, le difficoltà dei collegamenti aerei. Questioni che rischiano di compromettere la ripresa in corso e rendono difficile fare previsioni per il prossimo futuro. Nonostante questo, i tour operator stanno già proponendo la programmazione invernale e il Capodanno, mentre lavorano all’offerta 2023”.

Gv: E riguardo l’incoming? Da quali Paesi arrivano i turisti del culturale?

“Secondo i dati della Banca d’Italia, i turisti internazionali in Italia nel 2021 sono stati 40,9 milioni (208,5 milioni le presenze con una durata media del soggiorno di 5,1 notti) e provenivano, in ordine di numero di arrivi, da Germania, Francia, Svizzera, Austria, Paesi Bassi, Belgio, Regno Unito e Stati Uniti. Sono mancati i viaggiatori lungo raggio da Asia, Australia e Canada. La spesa totale dei viaggiatori internazionali in Italia nel 2021 è stata stimata in 21,3 miliardi di euro, ed è composta per il 48,8% da viaggi per vacanza, il 31,9% dei quali con motivazione culturale e città d’arte”.

Gv: Quali le destinazioni più richieste dai nostri connazionali all’estero e in Italia? 

“Tra le mete più richieste all’estero ci sono i Paesi europei, con ottime performance di Grecia, Spagna e Paesi nordici, quelli del bacino del Mediterraneo, con Egitto e Turchia in forte ripresa, ma anche l’Arabia Saudita, destinazione culturale e archeologica emergente. Per quanto riguarda l’Italia, le grandi città d’arte, la Toscana, ma anche il Lago di Garda e la Costiera Amalfitana rimangono i landmark fondamentali sia per i nostri connazionali sia per i turisti esteri”.

Gv: È possibile tracciare un identikit del “turista culturale”?

“Secondo The Data Appeal Company, in generale, sono per la maggioranza coppie, ma anche famiglie, e sempre più emerge il viaggiatore singolo, che necessita di un’offerta ad hoc. Se parliamo di turismo organizzato, il profilo di chi partecipa a viaggi culturali è per lo più quello di singoli e coppie over 45, che ricercano proposte per tour guidati di 7-8 notti e short stay, come weekend lunghi e ponti, soprattutto per quanto riguarda l’Italia e le capitali europee. La categoria può essere suddivisa tra quelli che sono interessati a un programma di viaggio più classico, che tocca i principali luoghi di interesse storico-artistico-monumentale della destinazione e quelli che invece ricercano un viaggio a tema, anche con un esperto al seguito che permetta di approfondire un argomento specifico. Quest’ultimo è il caso soprattutto dei viaggi archeologici”.

Gv: A chi si rivolge tourismA? Quali il focus e le novità di questa edizione?

“TourismA – Salone Archeologia e Turismo Culturale è un momento di esposizione, divulgazione e confronto dedicato a beni culturali, arte, storia, archeologia, ambiente e turismo culturale. È un evento di tre giorni con decine di conferenze e centinaia di relatori di primo piano, aperto al pubblico con ingresso gratuito, che richiama al Palazzo dei Congressi di Firenze oltre 13mila visitatori da tutta Italia. È organizzato da Archeologia Viva (Giunti), con il patrocinio di Enit, Ministero del Turismo, Ministero della Cultura, Regione Toscana, Comune di Firenze. La parte espositiva ospita realtà culturali ed economiche attive nel settore archeologico-artistico-monumentale: parchi archeologici, musei, destinazioni, enti del turismo, operatori italiani ed esteri. Quest’anno ricorre il centenario della scoperta della tomba di Tutankhamon e il bicentenario dalla decifrazione dei geroglifici, perciò ci sarà tanto Egitto. Si parlerà della restituzione dei marmi del Partenone, dei ritrovamenti archeologici in Turchia, delle scoperte e dei progetti di promozione della Toscana tramite il “prodotto etrusco”. Molti i big, come Andrea Carandini, Louis Godart, Giuliano Volpe, Gabriel Zuchtriegel, Massimo Osanna, Franco Cardini e gran finale con Alberto Angela”.

Gv: In che cosa consiste Buy Cultural Tourism?

“Buy Cultural Tourism è il Workshop B2B del Turismo Culturale; la quinta edizione si svolge venerdì 30 settembre al Palazzo dei Congressi di Firenze che ospita tourismA. È riservato all’incontro tra domanda e offerta di viaggi, esperienze e itinerari culturali tra operatori professionali del settore turistico. Enti del turismo, enti locali, tour operator e altre realtà con offerta viaggi, esperienze e itinerari culturali incontrano gli agenti di viaggio che rivendono viaggi culturali di gruppo. Quest’anno avremo una buona varietà di destinazioni, grazie alla presenza degli enti del turismo di Cipro, Croazia, Fiandre, Israele, Malta, Polonia, Portogallo, Promoturismo Fvg, diverse aree archeologiche della Sardegna, la Valle d’Aosta e Visit Romagna, oltre a operatori come Shiruq e Dmc estere, come quelle rappresentate da Tourism Connection e altri”.

Paola Olivari

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