Un segmento per il quale c’è sempre stato interesse: il turismo archeologico e gli itinerari con taglio culturale registravano consensi già nel periodo pre-pandemico, testimonia Silvia Russo, titolare AgenziaViaggi Rallo. E l’attenzione c’è anche in questa ripartenza, “pur con i suoi tempi, man mano che le restrizioni si sono rallentate, sui mezzi e sui vettori”, aggiunge la manager.
I target intercettati sono “principalmente coppie adulte, anche senior, ma estremamente curiosi e attivi, liberi professionisti, grandi viaggiatori, molte persone singole”. E i giovani? “Sono forse più attratti dalla destinazione in sé rispetto al soffermarsi in siti e approfondimento delle spiegazioni”, risponde Russo. Fondamentale è “la figura dell’assistente culturale che segue e dà il suo taglio e interpretazione all’itinerario, con dispense e momenti seminariali durante il viaggio – sottolinea la titolare -. Anche la scelta dei corrispondenti è meticolosa, data l’importanza di collaborare con fornitori che comprendono la peculiarità della clientela”. Per quanto riguarda l’AgenziaViaggi Rallo nel tempo “si sono creati rapporti con alcune agenzie che hanno clientela con questo interesse, mentre ad altre abbiamo veicolato utenti che preferivano avere un riferimento nella loro zona”.
Fondamentale il ruolo dell’agente di viaggio: “Se è curioso ha possibilità maggiori rispetto al passato di formarsi, vi sono più eventi e saloni del turismo archeologico e culturale, con workshop dedicati che consentono di diventare propositivi nei confronti della propria utenza e di stimolare una diversa chiave di lettura di un viaggio”. Russo dà un suggerimento: “Non fermarsi a guardare solo il prezzo finale, ma impiegare un po’ ditempo per leggere itinerari e contenuti. Non in ultimo contattarci: siamo sempre a disposizione per spiegare ciò che non è chiaro o sfugge per aiutare a finalizzare il viaggio”.
Anche Antonio D’Errico, product manager Mistral Tour, conferma un trend interessante del turismo culturale nel periodo pre-Covid, “soprattutto verso mete come Medio Oriente e Indocina. Segnaliamo già dati positivi su alcune destinazioni, una su tutte l’Egitto classico, ma anche Giordania e Medio Oriente in generale”. Certo, secondo il pm, l’andamento generale della ripresa dipenderà “dal ri-pristino dell’offerta: soprattutto verso l’Estremo Oriente sono stati ridotti i collegamenti aerei e ridimensionati i servizi alberghieri e turistici in generale. Per poter crescere nei numeri sarà necessario attendere l’ampliamento dei voli e dei servizi”. Le proposte di turismo culturale/archeologico di Mistral Tour “sono attrattive per una clientela d’età compresa tra i 40 e i 50 anni e di livello culturale medio-alto. Rileviamo, però – segnala il manager – un aumento di clientela di fascia d’età più bassa, mediamente 30 anni, interessata a questa tipologia di viaggi. Proprio per questo target abbiamo messo a punto programmi dedicati che abbinano soggiorni mare a esperienze particolari di taglio active e glamour”. La vendita è attraverso agenzie. “Per viaggi molto particolari e strutturati – aggiunge D’Errico – le associazioni culturali e i Cral fanno solitamente da aggregatori delle richieste passando, però, per la definizione pratica sempre attraverso le adv”. Dall’inizio della pandemia Quality Group ha rafforzato fortemente i momenti formativi solitamente proposti per gli agenti, “tanto che tra aprile 2020 e luglio 2022 sono stati trasmessi online oltre 1.500 incontri con una partecipazione di oltre 140.000 persone – commenta il pm -; sono stati dedicati a tematiche diverse, spaziando da aspetti legali, amministrativi e assicurazioni al prodotto, partendo da macro-aree fino a focus su zone molto specifiche e poco conosciute dagli agenti”.
Se Vittorio Coccoletti, general manager Azalai, concorda nel definire positivo il trend del turismo archeologico-culturale ante-pandemia e in una ripresaora evidente, il manager segnala come le prenotazioni siano per la maggior parte di clienti diretti. “Le agenzie – rileva Coccoletti – non sono culturalmente attrezzate per vendere prodotti complessi ad alto valore aggiunto” e per quanto riguarda la formazione “bisognerebbe che ci fosse alla base un minimo interesse ad evolversi dal vendere solo mare e gite”. Il manager ammette con molta franchezza: “Abbiamo speso anni a formare gli agenti di viaggi della zona su questi prodotti offrendo pranzi con proiezioni, ma è stato come buttare acqua nel mare”. Generalmente le persone che prenotano viaggi archeologici sono “ex-insegnanti, ex medici e o comunque persone di livello culturale e lavorativo alto, in genere in pensione. Per i viaggi culturali, invece, ci sono anche clienti in attività lavorativa e dai 35 anni in su”, conclude.
Nicoletta Somma