Una grande ripresa del mercato estero. E’ il dato che emerge da questa estate. “Mercati classici europei, ma tutti i mercati in generale, escluso chiaramente quello russo per le note vicende”, commenta Gino Acampora, presidente Acampora Travel. Diverso il responso dal mercato domestico, che, “causa anche la riapertura dei viaggi all’estero e la crisi economica nel nostro Paese, ha avuto un leggero rallentamento rispetto allo scorso anno”.
Il ritorno degli americani
Se si guarda da vicino i bacini interessati, il manager rileva senza ombra di dubbio che “il mercato americano è tornato alla grande, c’è tanta voglia di viaggiare e c’è anche una certa convenienza economica per l’ormai parità euro-dollaro. I clienti americani come potenziale di spesa fanno la differenza”, afferma. Quindi, se è vero che la crisi geopolitica ha inciso sui flussi dalla Russia, “un mercato importante per l’Italia, ma maggiormente circoscritto a determinate aree”, è anche vero che “il ritorno degli altri mercati ha sopperito in buona parte alla mancanza dei clienti russi, anche se la clientela di fascia alta è difficilmente rimpiazzabile per il suo grande potere di spesa”. Qual è la situazione ad oggi dei charter sul mercato Italia? Hanno ripreso? L’analisi tracciata da Acampora è molto chiara: “Ci vuole ancora un po’ di tempo prima che si riprenda in pieno il mercato dei voli charter. I maggiori t.o. hanno sofferto molto negli ultimi due anni e non tutti hanno la forza e il coraggio di investire in maniera corposa nei voli charter, prendendosi il grosso rischio dei voli”. Si rileva “un grosso interesse da parte dei Paesi dell’Est Europa, ma utilizzando le compagnie che hanno già voli diretti sull’Italia, prendendo allotment, in modo da limitare il rischio il più possibile”. Un altro tema è quello dei rincari. Lo definisce “un problema enorme” Acampora, aggiungendo che, “a parte il caro carburante, che ha fatto schizzare in alto i prezzi, spesso abbiamo avuto grossi problemi a reperire auto e bus per garantire i servizi ai nostri clienti. I vettori avevano auto e bus disponibili, ma non avevano gli autisti, molti hanno lasciato il mondo del turismo e trovato altre occupazioni”. Quanto all’inverno al momento “non ci sono ripercussioni, ma è ancora presto”, osserva. Sul fronte della domanda la situazione politica ed economica non aiuta, “anche l’inflazione molto alta, c’è un leggero rallentamento, ma siamo fiduciosi, la gente ha voglia di viaggiare”. Interpellato se vi siano criticità sul fronte dei contratti con i fornitori, il t.o. ad oggi ha firmato “pochissimi contratti e quelli firmati sono, in un certo qual senso, collegati al costo del carburante, preferiamo aspettare – motiva il manager -, in accordo anche con i vettori, ancora qualche settimana per poi discuterne con dati più aggiornati. La data limite è fine ottobre, dopo le elezioni, quando speriamo il quadro sarà più chiaro”. Fino ad oggi, c’è stata “grande collaborazione da parte della maggior parte dei vettori, abbiamo gestito eventuali problematiche in totale accordo, anche perché si tratta di una situazione al di fuori del nostro e del loro controllo, siamo tutti vittime della situazione che si è creata”. Anche gli alberghi hanno subito forti rincari causa “il caro energia e sono stati costretti ad aumentare le tariffe, più in proiezione 2023, sul 2022 la maggior parte ha rispettato i contratti”. Inutile nascondere che esiste preoccupazione sulla stagione 2023, “la crisi economica mondiale, l’inflazione alta un po’ dappertutto e gli aumenti potrebbero pesare molto sulla scelta delle vacanze per la prossima stagione”.
Stefania Vicini