Tiarè Viaggi e Imma Travel svelano la Basilicata che non ti aspetti

Due sbocchi al mare: sullo Ionio e sul Tirreno. Qui, su quel tratto di costa, sorge la famosissima Maratea, con scogliere, spiagge, calette che si affacciano su un mare blu, circondate da rigogliosa macchia mediterranea. Il viaggio organizzato da Tiarè Viaggi e Imma Travel con il supporto di @gobasilicata e @basilicataturistica ha toccato anche l’interno, mostrando una Basilicata con un entroterra genuino e in parte sconosciuto. Maratea non ha bisogno di troppe presentazioni perché è una località molto nota, anche se in questa occasione è stata offerta l’opportunità di scoprire luoghi meno battuti dalla maggior parte dei turisti.

La politica

Biagio Salerno, presidente consorzio turistico Maratea racconta che la cittadina, tra gli anni ’60 e ’70, ha rischiato di diventare località di massa, ma la politica di allora e di oggi, ha difeso il territorio. “Pur avendo strade difficili e collegamenti complicati che non hanno aiutato l’economia, Maratea resta una delle località più famose della Basilicata e vanta una edilizia protetta. A pochi km da qui, nella confinante Calabria esiste una speculazione edilizia selvaggia portata avanti dagli imprenditori dell’epoca che venivano incontro alle richieste di chi voleva, a tutti i costi, una casa al mare. E la differenza oggi si vede. Nella maggior parte dei casi, Maratea ha un turismo di famiglia e di relax, con un numero molto alto di repeater, che noi chiamiamo turisti del buon ritorno. Questa affezione ai nostri luoghi ci ha aiutato nei momenti di crisi. Noi siamo molto legati al territorio perché non possiamo giocare con le infrastrutture non avendo molto da offrire su questo argomento. Il bello di Maratea è che ogni spiaggia è diversa dall’altra e che ogni angolo è unico e particolare. Noi operatori cerchiamo di affiancare e sensibilizzare le istituzioni con progetti anche di recupero come nel caso del Borgo Fortificato di Castrocucco. Un sito da vedere”.

L’entroterra

L’entroterra è meno conosciuto, ma basta poco per capire che la natura la fa da padrona, che l’aria è frizzante, il cielo limpido e che un soggiorno nelle campagne lucane può far riconciliare con il mondo. Ci sono molti b&b e alberghi diffusi, è stato fatto un recupero di abitazioni obsolete. La cementificazione selvaggia non esiste. Ci sono luoghi che vale la pena evidenziare come Savoia di Lucania, l’antica cittadina di Salvia da dove parte l’escursione per le cascate di Vallone del Tuorno nel bosco Luceto, oppure Sant’Angelo le Fratte, il paese delle cantine ricavate nella roccia e dei murales o Satriano di Lucania che fa parte dei 190 borghi autentici d’Italia per la sua bellezza artistica e per essere dal 1983 la capitale dei murales. Una delle chicche è Sasso di Castalda con l’attraversamento del “Ponte alla luna” (nella foto). In effetti i ponti tibetani sono due, uno più corto e il secondo più complesso per chi ha superato il primo attraversamento e desidera ancora portare l’adrenalina a mille. Poi c’è Brienza con il castello Caracciolo, dichiarato di interesse storico già nel 1900, ma che ha subito danni notevoli durante il terremoto del 1980 ed è attualmente in fase di restauro.

I prodotti del mare e della terra

Un cenno, anzi qualcosa di più, va dedicato al cibo lucano: prodotti del mare e della terra tra cui emerge il peperone crusco. Molti i piatti a base di legumi e verdure, prodotti caseari, paste rigorosamente fatte in casa, condimenti corposi. Il cibo è offerto in quantità industriale come tradizione non smentita di tutto il Sud Italia e la Basilicata, di certo, non si tira indietro. E per finire un accenno alla cordialità delle persone: qui i sorrisi non sono rari, il benvenuto è spontaneo e la gentilezza fa parte del dna non solo di coloro che si occupano di turismo, ma un po’ di tutti.

Annarosa Toso

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