Investimenti e cooperazione gli assi della Repubblica Dominicana

Investimenti nel ricettivo e nelle infrastrutture e collaborazione forte tra settore pubblico e privato: sono questi i capisaldi della strategia della Repubblica Dominicana. Parole d’ordine che hanno fatto da guida nel passato e che sono oggi il faro di una ripresa già documentata dai dati degli arrivi di agosto. I numeri hanno infatti superato lo stesso mese del 2019 e che se sommati ai 94.792 passeggeri delle crociere rappresentano “qualcosa di mai visto”, ha detto il ministro del Turismo, David Collado. E proprio in un mercato importante come quello italiano, al decimo posto nella classifica mondiale e al sesto in quella europea, il ministero del Turismo ha deciso di organizzare un roadshow con il quale presentare le iniziative previste e le prospettive future di una delle mete preferite dai nostri connazionali.

La strategia in pandemia

“La Repubblica Dominicana ha aperto ai turisti quando gli altri erano ancora chiusi – ha esordito il ministro Collado -. Ne sono stati una prova l’assicurazione gratuita per i viaggiatori stranieri e gli oltre 400mila test antigenici effettuati senza alcun costo. Nel 2021 Expedia ha registrato per il nostro Paese il maggior numero di prenotazioni dal 2019”. Anche l’industria cinematografica ha dato una mano: “Nel periodo pandemico – ha rammentato il ministro – sono state filmate in Repubblica Dominicana almeno 6-7 pellicole”.

Le mete consolidate

Collado ha fatto un excursus sulle destinazioni consolidate: Puerto Plata, “la novia del Atlantico”, con le sue 55 spiagge, l’ambra e i sigari, ma anche l’osservazione dei mammiferi, il turismo crocieristico e, soprattutto gli sport delle onde e del vento, il surf e il kite, Samaná, con 45 spiagge per il relax, ma anche meta ideale per incontrare da vicino le megattere, la capitale Santo Domingo, con la Ciudad Colonial, la zona coloniale della città, Patrimonio Unesco dal 1990, oltre 200 monumenti, 20 musei e attrazioni, La Romana, luogo scelto proprio dai nostri connazionali per fermarsi oltre la semplice vacanza e famosa per Altos de Chavón, con l’anfiteatro romano inaugurato da Frank Sinatra, e per la sua gastronomia d’alto livello, Bayahibe, con le spiagge bandiera azzurra e i quattro campi da golf, Punta Cana, nel cui aeroporto transita il 58% degli stranieri che arrivano in Repubblica Dominicana, dove si trovano il 60-65% di tutte le camere totali, più di 560 ristoranti, oltre 50 casinò, 38 spiagge lunghe 67 km, 10 campi da golf e 14 discoteche.

Oltre Punta Cana

Tra le aree che il Paese intende sviluppare, Miches, nella zona Est, tra La Romana e Punta Cana-Bavaro, “che, con un investimento di circa un miliardo di dollari e grazie a un accordo pubblico-privato – ha spiegato il ministro – sarà la nuova destinazione della Repubblica Dominicana, affacciata su una spiaggia bellissima, Playa Esmeralda”. Tra gli investitori Rafael “Papo” Blanco, di origine italiana e creatore della catena Viva Wyndhamm, la famiglia americana Cisneros, e la famiglia Rainieri, anch’essa di origine italiana e proprietaria dell’aeroporto di Punta Cana, che sta realizzando un hotel di 500 camere. Ci sono inoltre due fondi, tra cui la catena Am Resorts (Gruppo Hyatt), con due hotel di 500 stanze ciascuno. In totale saranno 16mila le nuove camere realizzate. Verrà aperto un parco di divertimenti da 80 mln di dollari a Punta Cana, Bavaro, che sarà pronto a dicembre. Ritz-Carlton sta arrivando poi  a Puerto Plata. Anche la controparte pubblica farà la sua parte, con gli accessi, l’acquedotto, un sistema di raccolta dei rifiuti e di riciclo di questi ultimi, in modo che Miches “sia una destinazione turistica esemplare nella Repubblica Dominicana – ha sottolineato Collado -. Abbiamo fatto investimenti per rafforzare le nostre infrastrutture, con l’illuminazione delle spiagge, l’installazione di telecamere, di Internet gratis, di tecnologia per la polizia turistica”, ha aggiunto il ministro. “Non abbiamo smesso di investire – specifica Collado -, nemmeno con la pandemia. Nella capitale, per esempio, con la catena Iberostar ci sono investimenti per una struttura di 500 camere, un’altra famiglia sta realizzando un albergo di 500 camere, il gruppo Posada è impegnato in altre 500 stanze, alcuni investitori messicani nell’Avenida Abraham Lincoln della capitale stanno costruendo un hotel tra le 300 e le 400 camere. Non manca chi rivolge le proprie risorse su piccoli hotel nelle zone rurali”.

Gli arrivi e l’offerta ricettiva

Nel 2019 la Repubblica Dominicana ha registrato complessivamente 5.357.619 turisti; si tenga conto che nel 2005 erano “solo” 3.088.247. Il 76% proviene dall’America e il 23% dall’Europa. Da gennaio ad agosto di quest’anno il totale raggiunto è stato 4.904.162. Nel 2019 gli italiani rappresentavano il 7% del numero totale di visitatori con origine dal Vecchio Continente; il totale dei turisti tricolori nell’anno pre-pandemico è stato di 93mila. Interessante il dato relativo al trasporto aereo: se nel 2019 il 98% arrivava con compagnie “regular”, nel 2005 il 72% era appannaggio del charter. In termini di città di residenza, Milano è in testa con il 6,3%, cui seguono Roma (4,7%), Napoli (3,4%), Torino (1,6%), La Spezia (1,1%) per finire con Bologna e Verona. Il 25% è rappresentato dal target famiglia, un altro 25% dagli adulti, il 33% dagli avventurosi e il 17% dai senior; la permanenza media della famiglia è 11-12 notti, 9 notti quella del turista avventuroso, mentre molti senior hanno acquistato una casa nel Paese. L’89% dei nostri connazionali  ritornerebbe in Repubblica Dominicana e l’82% la raccomanderebbe. Le prenotazioni aeree dall’Italia per ottobre 2022 sono del 10,5% superiori a quelle dello stesso mese del 2019. L’offerta ricettiva conta attualmente su 80-mila camere d’albergo e oltre 400 hotel. La ripartizione è 3% boutique premium, 6% boutique, 42% resort tradizionale, 29% resort premium, 5% bed-&breakfast, 4% hotel di città, 14% grandi resort. “Stiamo lavorando perché a livello presidenziale il turismo rivesta un’importanza ancora maggiore”, ha commentato il viceministro tecnico Jacqueline Mora. Già oggi il comparto rappresenta il 15% del Pil.

Nicoletta Somma

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