A quota venti in Europa e due in Italia, l’hotel di Venezia Mestre e quello di Milano-Fiere, aperto nel 2021 dopo un restyling di un paio di milioni di euro della struttura esistente: a parlare di voco hotels, brand upscale di proprietà di Ihg, e del gruppo cui fa capo è Luca Boccato, ceo di Hnh Hospitality, operatore alberghiero indipendente attivo nel segmento degli hotel e resort 4 e 5 stelle. “Il brand voco, che comprende strutture 4 stelle business lifestyle, sta funzionando bene anche a livello internazionale – afferma Boccato -. Per gli sviluppi futuri guardiamo alle grandi città, Roma e Firenze in primis“.
Hnh gestisce alberghi multi-brand in Italia: 6 Ihg, di cui 2 voco, 2 Indigo e 2 Crown Plaza, 2 Hilton e 4 Best Western, cui si affiancano 3 resort, “che speriamo diventino presto 4 – commenta il ceo -. La società è in mano per il 65% alla famiglia e per il restante a un fondo francese, Siparex“. La prima novità riguarda proprio la compagine: Siparex “è infatti in uscita e al suo posto – rivela Boccato – dovrebbe entrare un soggetto italiano“. Massimo riserbo sul nome, ma per quanto riguarda i tempi il manager ipotizza che il tutto possa concretizzarsi “all’inizio del 2023“.
Il gruppo, frattanto, “sta guardando anche ad altri brand – anticipa il ceo – e per i resort al Sud, in particolare alla Sardegna“. Eventuali aperture all’estero al momento non sono previste: “C’è parecchio da fare in Italia“, motiva Boccato. Anche se le criticità nel nostro Paese non mancano, a partire dalle risorse umane: “E’ stato un anno complicato – ammette il ceo -, ma all’estero ci si confronta anche con un sistema giuslavoristico diverso”.
Oggi Hnh Hospitality conta su 1.987 camere per 15 strutture in 11 città. La strategia di vendita è diversificata: “Lavoriamo sia con le Ota, che hanno una quota del 25% circa, sia con i tour operator“. Buona la percentuale dei repeater: “Per i resort è del 50%, per gli alberghi di città il 30%”, sottolinea il manager. Lato tecnologia “siamo attivi e proattivi: stiamo investendo molto su questo fronte per migliorare l’efficienza”. Ma funzionerebbe un albergo completamente automatizzato in Italia? “Il turismo è fatto di persone e di esperienze – sostiene Boccato -. Il nostro gruppo conta oltre 600 persone, che rappresentano una potenziale criticità, ma anche uno strumento per arrivare al successo”. In decisa ripresa il segmento eventi: “Hanno avuto una ripartenza importante. La pandemia ci ha insegnato che non si può virtualizzare tutto, ma allo stesso tempo che l’approccio deve essere responsabile”.
Quali i nodi da risolvere? “Nel settore c’è troppa autoreferenzialità – argomenta il ceo -, non siamo aperti al confronto. L’ipotesi di una energy surcharge sarebbe un ritorno al passato. E soprattutto non dobbiamo nasconderci dietro l’adagio che abbiamo una grande tradizione nell’ospitalità”.
A fine mese si chiuderà l’esercizio e la previsione è “di un fatturato di 71 mln di euro, con un tasso di occupazione che, anche se non ai livelli del 2019 (77%, ndr), è comunque buono, attestandosi al 65%”.
Nicoletta Somma