Il viaggiatore post-pandemia: sicurezza, approccio digitale, aspettative più alte
Dopo la pandemia è cambiata non solo tutta la travel industry, ma anche i viaggiatori che post pandemia hanno mutato il proprio approccio al settore dei viaggi.

La ricerca di Travelport

“Secondo una nostra ricerca condotta negli ultimi 6 mesi e che ha toccato tutti i continenti, il 60% delle persone oggi preferisce acquistare un viaggio invece di orientarsi sull’acquisto di altri beni o servizi – spiega Damiano Sabatino, vp and managing director key accounts, Europe Travelport -. Però solo al 26% piace comprarli, questo significa che c’è ancora un gap da colmare in termini di user experience. Stesso gap anche nel business travel: l’87% ritiene che l’acquisto di un viaggio per lavoro non sia semplice come avviene in ambito leisure”.

I dati Cartorange

Anche Cartotange ha condotto un’indagine su 450 consulenti. “Si sono delineati tre nuovi trend. L’82% afferma che i viaggiatori cercano sicurezza: acquistando polizze, prenotando sottodata e chiedendo maggiori informazioni su eventuali penali – spiega il ceo e founder Gianpaolo Romano -. Approccio digitale: il 70% conferma una riduzione degli appuntamenti in presenza, preferendo videocall per discutere dei preventivi. Clienti più esigenti: il 66% riscontra nei viaggiatori aspettative più alte in termini di viaggio e di consulenza”.
La pandemia ha mutato le abitudini delle persone anche secondo Isabella Maggi, marketing and communications director del gruppo Gattinoni. “Anche i viaggiatori Silver sono diventati più digitali, ma nel settore travel la user experience non è ancora sufficientemente supportata dalla tecnologia, uno strumento fondamentale per comunicare con tutti i target e che supporta il nostro lavoro nell’individuazione delle abitudini di acquisto di tutti i clienti”.
Sveva Faldella
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