Nuova domanda turistica e nuove professionalità necessarie agli operatori sono stati i temi al centro del convegno Isnart e Unioncamere che ha fotografato l’attuale situazione del mondo del lavoro nel settore travel. Secondo i dati dell’Osservatorio sull’economia del turismo delle Camere di commercio, nell’estate 2022 le imprese ricettive italiane hanno venduto in media il 51,5% delle camere disponibili nel mese di giugno, il 72,6% a luglio e il 78,8% ad agosto. Il 64,2% dei turisti erano italiani e il 35,8% internazionali.
Come cambia il turismo
Il turismo è quindi in netta in ripresa ma le decisioni di viaggio non sembrano tanto condizionate dalla guerra in Ucraina, quanto invece da inflazione e aumento dei costi. Dall’indagine emerge infatti un bilancio in chiaroscuro: vendite superiori agli anni passati, ma la crescita dei costi mette in difficoltà una impresa su due, e per l’autunno una impresa su tre prevede di aumentare i prezzi. Il Covid è stato un acceleratore di tendenze già in atto prima della pandemia. Tra queste spiccano: riservatezza, benessere, libertà, dimensione “on life”.
La sfida delle competenze
La ripresa della domanda nell’estate 2022 si è scontrata con uno shortage occupazionale: il 60,7 % delle strutture alberghiere e il 14,1% di quelle extra alberghiere hanno incontrato grandi difficoltà a reperire personale stagionale. Il calo dell’occupazione ha colpito soprattutto i giovani e le donne. Il mismatch (difficoltà di reperimento) tra domanda ed offerta di lavoro è ormai un fenomeno strutturale. Il Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal stima per il 2022 circa 2 milioni di “assunzioni difficili”, di cui 400mila per figure professionali nel settore del turismo, principalmente a causa della mancanza di candidati nel 25% dei casi, mentre nel 10% dei casi emerge un disallineamento rispetto alle competenze richieste.
Secondo Randstad è necessario sostenere la riconversione e l’aggiornamento delle competenze per far crescere la massa critica delle opportunità per risorse umane qualificate e per rispondere al fabbisogno delle aziende anche anticipando la domanda di nuovi profili. Tra le nuove figure professionali più richieste: energy manager, social media manager, data analyst, digital marketing manager ed esperti di digital management per prodotti e destinazioni turistiche. La competizione tra imprese e tra destinazioni turistiche si giocherà sempre più sulle skill digitali e sulla capacità di applicare e gestire una data governance anche in termini predittivi.