L’hôtellerie tra mantenimento dei costi e ripresa

Un futuro in cui sono prioritari il mantenimento dei costi, ma anche l’attenzione al cliente e al tema della sostenibilità, con alle spalle un fondo di ottimismo e la forza di andare avanti, nonostante tutto. Il segmento alberghiero mette in campo la sua ripresa. Ma le nubi del caro energia e l’incertezza sulle future nomine politiche insidiano la ritrovata spinta nei numeri.

Il trend

Da aprile siamo ripartiti. I numeri sono molto favorevoli, anche se non sono quelli di tre anni fa – sostiene Maria Carmela Colaiacovo, presidente Confindustria Alberghi -. Manca il primo trimestre – prosegue Colaiacovo -, con un -19 rispetto al 2019. Di buono c’è il ritorno degli stranieri, Usa in primis. Un mercato che ci ama – sottolinea il presidente – e alto spendente, molto presente nelle città d’arte”. A crescere, evidenzia Colaiacovo, sono soprattutto i flussi esteri, anche se si rimane al di sotto dei livelli pre-pandemia. “Superata la pandemia – aggiunge il presidente -, ora abbiamo davanti un altro grande mostro: la crisi. Già ad aprile avevamo lanciato il primo allarme sui costi energetici – puntualizza Colaiacovo -, ma non pensavamo che si arrivasse a questo punto. A oggi soluzioni non ci sono, speriamo in misure che possano calmierare il prezzo del gas“.

Il nuovo ministro

Il tema energetico non è l’unico che il presidente sottolinea come importante: “Speriamo in un ministro competente e di recente abbiamo espresso una raccomandazione in tal senso con Federterme. Avere presenze per 400 mln diventa un importante booster per la nostra economia”.

La sostenibilità

La sostenibilità si presenta come input fondamentale: se in passato era associata solamente ai pannelli solari, oggi la coscienza della sua centralità è diventata, quanto meno sulla carta, una priorità di tutte le aziende.
“Ho un peccato originale – dichiara Gabriele Burgio, presidente e ceo Gruppo Alpitour – perché a 22 anni mi ero messo a costruire pannelli solari e c’era il presidente Jimmy Carter -. Poi dal ’70-’80 si è assistito a una presa di coscienza, con la plastica in mare e episodi che hanno avuto protagoniste le petroliere. Ma la sostenibilità ha un costo – avverte il manager -. A Bruxelles ci sono guerre per avere un certo numero di macchine elettriche cui si oppongono le grandi multinazionali”. Per un gruppo come Alpitour che comprende vettore, tour operator e camere, avere come parola d’ordine la sostenibilità non è così facile: “Stiamo lavorando a procedure – spiega Burgio – in modo da esigere determinati criteri dai fornitori. Come VOIhotels abbiamo messo a punto diverse iniziative, come la linea DPlanet e i cosmetici solidi. Siamo i primi, ma non vogliamo essere gli ultimi a mettere in campo azioni simili”.

Più semplice per chi ha una storia negli anni recenti e ha proseguito un sentiero già imboccato: dallo smaltimento dei rifiuti, alla riduzione del consumo dell’acqua e forte di un rinnovamento del parco alberghiero, Nh Hotel Group ritiene che oltre all’hardware, vada fatto un lavoro sul software, in particolare sulla “formazione perché si cambi la mentalità – testimonia Marco Gilardi, director operations -. Le persone che lavorano in hotel dovrebbero vedere le eventuali inefficienze, per esempio a livello di luci e riscaldamento, e sensibilizzare l’ospite in questo senso”.

Le criticità

Ma il cliente è disposto a pagare di più per supportare progetti sostenibili? “Sulla carta – evidenzia Gilardi – si dichiara la propria propensione a pagare fino al 20-25% in più, ma la realtà poi è un’altra. Vero è che le nuove generazioni sono molto attente al tema green”.

Oggi la questione è diventata di “sopravvivenza – specifica Colaiacovo -, la sostenibilità è diventata un’urgenza e una necessità”. Nella pratica non è facile che il cliente sia così sensibile: racconta il presidente Confindustria che chiedendo a un ospite americano di abbassare la temperatura in camera d’estate, i complain sono immediati. Anche l’utente va educato e “ci deve essere una linea più rigorosa a livello governativo”. A livello finanziario, invece, le banche iniziano a considerare il rating di sostenibilità come meritorio.

“Per risolvere il problema è molto importante che intervengano le leggi e le normative – aggiunge Burgio – e oggi ci sono fondi che preferiscono investire in aziende con politiche sostenibili“.

In tutto questo c’è anche la questione delle Grandi Dimissioni: “Il discorso del trattenere il personale risiede nel senso di appartenenza alla grande azienda – specifica Gilardi -. Questo senso di appartenenza va creato con la passione giorno dopo giorno e con principi solidi. La chiave è dare dignità e le condizioni per lavorare in maniera proficua per sé e per l’azienda”.

Essenziale anche l’integrazione con il territorio: “Noi lavoriamo a stretto contatto – dice Colaiacovo, proprietaria del Park Hotel ai Cappuccini di Gubbio -, con eventi come la Stratartufata (un ciclotour che, attraverso i percorsi di visita a castelli e abbazie, permette di assaporare la tradizione culinaria a base di tartufo e prodotti locali, ndr), con il coinvolgimento dei ragazzi del posto che si sono messi a disposizione per tutto il percorso”.

VOIhotels ha protetto le risorse umane nel picco del Covid: “In Madagascar, a Zanzibar e Nosy Be durante la pandemia non è atterrato più alcun volo – rammenta Burgio -. Abbiamo capito che ogni impiegato con il proprio compenso mensile gestiva 10 familiari e per due anni abbiamo pagato gli stipendi a tutti in Africa. Stiamo lanciando anche un programma per mandare i nostri impiegati a turno nella sede di New York”.

Quanto a una possibile energy surchage, l’ipotesi “non è percorribile. Oltre che un ritorno al passato – ammonisce Gilardi – sarebbe un’iniziativa controproducente che graverebbe sul cliente finale”.

Nicoletta Somma

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