MaaS, intermobilità, formazione professionale per autisti, manager e dirigenti di servizio, trasporto su gomma a lunga percorrenza, turismo slow e transizione elettrica sono stati alcuni dei temi più dibattuti durante Ibe Intermobiltity and Bus Expo appuntamento di Ieg Italian Exhibition Group riferimento per tutto il mondo del trasporto collettivo e delle filiere industriali connesse.
Nuovo concetto di mobilità locale integrata
Il primo forum nazionale della nuova mobilità sostenibile collettiva, a cura del Comitato Tecnico Scientifico di Ibe, ha confermato il ruolo di Ibe. Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibile, ha dichiarato a margine che “gli incentivi per il rinnovo in senso ecologico dei mezzi pubblici e la maggiore attenzione alla qualità dei servizi per l’utenza, il boom dei bonus per gli abbonamenti al trasporto pubblico locale, la sharing mobility, destinata a dare un forte contributo in termini di flessibilità degli spostamenti, il fiorire di applicazioni che consentono di monitorare e geolocalizzare i mezzi e garantire servizi integrati efficienti, la sperimentazione nelle grandi città del progetto Mobility as a Service, il rafforzamento del ruolo dei mobility manager, sono tutti elementi innovativi che fanno prevedere un forte cambiamento nell’uso delle diverse modalità di mobilità e dei comportamenti individuali, introducendo un nuovo concetto di mobilità locale integrata”.
I temi più dibattuti
L’edizione 2022 di Ibe Intermobily and Bus Expo è stata teatro di oltre 30 tra tavole rotonde, workshop e seminari ufficiali. Tra i temi più dibattuti è spiccato il MaaS. È evidente che l’approccio Mobility as a service richiede la collaborazione e cooperazione tra un numero sempre più ampio di attori: dai regolatori, agli amministratori pubblici, ai costruttori (hardware: mezzi / bus), agli sviluppatori (software: app, servizi, piattaforme digitali), in un unicum nei confronti del cliente (ex-utente). Tutto questo significherà avere competenze sempre più orientate verso la tecnologia.
Il consigliere Mauro Bonaretti, capo dipartimento Mobilità Sostenibile, ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili si è soffermato sull’importanza del MaaS, tassello fondamentale per passare dall’attuale Tpl alla mobilità integrata (intermobilità). Per un risultato ottimale è indispensabile uno sforzo di allineamento della pubblica amministrazione centrale con le amministrazioni locali per programmare la mobilità a tutto tondo, in cui sono necessarie le competenze dei mobility manager. Oggi però è ancora difficile far dialogare i diversi attori della filiera del MaaS in cui i vari attori devono collaborare e non competere – è ststo sottolineato -.
I mobility manager
MaaS significa avere anche una nuova formazione professionale dei futuri mobility manager, è uno dei temi portanti. Oggi in Italia mancano migliaia di figure professionali e in questo senso si inserisce il Progetto “Scuderia” 2022-23 di Start Romagna. Si tratta di un progetto di formazione rivolto alla nuova generazione di autisti con patente D/E CQC di età compresa tra 24 e 35 anni con diploma di scuola superiore che (sulla base dei risultati raggiunti nel 2021 che ha portato a 19 assunzioni) agevola l’incontro tra domanda e offerta a fronte dei cambiamenti portati dalla tecnologia sulla pratica professionale e sui modelli di business. Il progetto intende valorizzazione il know-how aziendale intergenerazionale e formare risorse adeguate alle sfide che attendono il Tpl. Oggi l’autobus, per tecnologia, stile di guida e livello del servizio, è più vicino a un aereo piuttosto che ad un’auto e la risposta di Start Romagna è quella di attivare un ecosistema, una Motor Valley degli autobus.
I bus a lunga percorrenza
Rinnovo delle flotte, contenimento delle accise e formazione dei futuri bus manager. Sono questi i temi su cui An.bti, Associazione Nazionale Bus Turistici Italiani, attende ancora risposte dal ministero. La figura dell’autista è infatti superata. Oggi in Italia mancano 7.500 autisti nel solo settore turistico e la situazione non migliorerà se non si investe, a partire da nuovi indirizzi professionali capaci di motivare la generazione dei giovani autisti. In particolare occorre personale professionalmente preparato per rispondere ai nuovi stili di consumo della clientela e alle connesse sfide del MaaS.
Il turista slow fan dell’intermobilità
La ricerca demoscopica di Gpf Inspiring research, presentata a Ibe, ha analizzato che appeal abbia il turismo slow e come l’intermobilità possa supportarlo agendo da facilitatore. Ciò che è emerso è un grande interesse per il turismo con caratteristiche di slow leisure. E’ considerato “il tipo ideale di turismo” da circa 3/4 degli italiani. Le dimensioni che risultano più direttamente connesse al turismo slow sono la visita e l’esplorazione di borghi e della natura. Il turista slow è un fan e un alleato dell’intermobilità. A questo proposito, va notato che anche coloro inizialmente più refrattari a un utilizzo del mezzo pubblico per il turismo slow sarebbero propensi a utilizzarlo, a patto che sia più flessibile, capillare e personalizzato.
La ripresa post pandemia
L’overview del professor Paolo Beria del Politecnico di Milano ha restituito un’immagine di un mercato in ripresa nel post-Covid, ma ancora afflitto da criticità strutturali. Salvatore Napoli del Mims ha ricordato i provvedimenti messi in campo dal ministero per fronteggiare l’emergenza sanitaria imperniati sui contributi alle aziende e sui processi di digitalizzazione che troveranno compimento nelle prossime settimane attraverso una serie di decreti applicativi.
Flixbus e Itabus hanno evidenziato le potenzialità di un mercato che, per decollare, necessita di autostazioni quali punto di incontro tra mobilità su gomma e mobilità ferroviaria. L’intermobilità si presenta quindi come lo strumento chiave per il futuro del trasporto passeggeri e sarà quindi al centro delle future iniziative e dell’interlocuzione istituzionale che riguardano il settore.