“Abbiamo beneficiato di un’estate positiva, incoming, outgoing, tutti insomma. I numeri sono buoni e c’è un ritorno in agenzia, anche se l’online cresce”. Così Gianni Rebecchi, presidente Assoviaggi, sintetizza l’andamento degli ultimi mesi. Certo il recupero del punto di vista fisico ha implicato un cambio nella modalità di approccio con i clienti: ”Sono meno coloro che si recano fisicamente in adv, ma l’agente interagisce maggiormente online con l’utente”. All’indomani degli Stati Generali del Turismo di Chianciano, dove “per la prima volta c’è un capitolo del turismo organizzato – dichiara Rebecchi -, le richieste al ministro del Turismo (che al momento in cui si scrive non è ancora stato designato, ndr) sono lo sblocco dei 39 mln dei ristori 2021, un’inclusione maggiore del turismo organizzato, il ripristino del database nazionale degli operatori turistici riprendendo il portale Infotrav, ricostituendolo e tenendolo aggiornato come accadeva in passato”. Intanto in termini di prenotazioni, “stiamo mantenendo il trend di crescita e ci sono segnali positivi per le festività invernali e per il 2023 – sostiene Rebecchi -. Probabilmente chiuderemo con un budget migliore dell’anno passato e con numeri che superano il budget stesso”. Bene le crociere, “anche se il pricing non è più quello di un tempo; spiccano Oceano Indiano, Usa e Caraibi, mentre Cuba è in leggera flessione. Esplosione per l’Egitto culturale e si segnala la richiesta di navigazione sul Nilo con le Dahabeya. Riscontri anche per Israele, Giordania, Oman e Arabia Saudita”. Ma in tutto questo quadro c’è l’incognita dell’aumento dei costi dei servizi in una fase inflativa che determina un minor potere d’acquisto dei viaggiatori. “L’incremento dei costi nel nostro settore legato al caro energia – afferma Rebecchi – è un tema ampio, che non è solo di gestione nostra. Per quel che riguarda la nostra associazione abbiamo stipulato contratti con il consorzio Innova Energia. Il trasporto incide in maniera decisiva sul pacchetto e speriamo che la questione possa essere risolta”. Se l’aereo è il mezzo di trasporto maggiormente coinvolto, con “rialzi sul long haul fino al 25%, i treni sono più livellati”, segnala il presidente. Anche per la montagna potrebbero esserci seri problemi: “Alcuni impianti sono a rischio chiusura”. Nel comparto sono aumentati anche i costi strutturali dell’agenzia: “Con la riforma Orlando le piccole imprese con uno o due dipendenti – dice Rebecchi – si ritrovano un minimo di 85 euro al mese di costi che vanno allo Stato per gli ammortizzatori sociali”. “Un buon movimento”, dice il presidente Fiavet Ivana Jelinic, che conferma tra le mete più gettonate Egitto classico e anche balneare e l’Oceano Indiano. Bene i Caraibi, “anche se scontano qualche problemino di collegamento. Si difendono bene le Canarie. L’Arabia Saudita non ha ancora numeri eclatanti, ma comincia a essere richiesta. Anche sul Giappone cìè della domanda. Tutte le destinazioni in sostanza stanno tornando”. Anche Jelinic segnala timori per la montagna: “I prezzi degli skipass aumentano del 30% e ci sono strutture che minacciano di non aprire”. A preoccupare è poi l’aumento dei costi, “perché inevitabilmente abbasserà il numero di coloro che possono permettersi una vacanza. In certe tipologie di pacchetto, dove il volo è un elemento importante, ci sono rialzi tra il 20 e il 40%”. La soluzione? “Indiscutibilmente l’importo deve essere ribaltato sul cliente finale. Non possiamo permetterci di ammortizzare questo costo”. Ma in un momento come questo in cui i fornitori sono costretti a “tirare i cordoni della borsa” per risparmiare, come possono le agenzie avere una marginalità? “Vedremo i contratti commerciali – afferma Jelinic -, anche se noi come associazione non entriamo in logiche di questo tipo, ma agiamo in ambito sindacale”. Ad ogni modo con commissioni sempre più basse “è naturale che le agenzie cerchino soluzioni alternative per avere una remunerazione”. Sugli Stati Generali il presidente Fiavet evidenzia che “l’idea è molto buona, ma è sfortunata la combinazione di date in un momento transitorio”. Le richieste al Governo sono chiare: “Il settore non può più essere considerato come marginale. Negli anni abbiamo assistito a proclami e fiumi di parole, ma il turismo alla fine è sempre stato la vittima sacrificale, con investimenti e attenzione complessiva carenti. Ci auguriamo – prosegue Jelinic – che si capisca quanto sia essenziale un’industria con un peso del 13% sul Pil”. Assolutamente neccessaria secondo il presidente “una revisione del Pnrr e lo stanziamento di maggiori fondi per il comparto, nonché la revisione del titolo V; è indispensabile in un’ottica di centralità del turismo e alla luce di una competizione oggi fortissima dei Paesi europei e non solo”. Sulla nomina del ministro del Turismo, al di là di una competenza nel settore richiesta all’unisono dalle associazioni, Jelinci non si sbilancia, anche perché “durante il mio mandato si sono avvicendati 4 ministri. Diciamo che sono addestrata al cambiamento”.
Nicoletta Somma