Il business travel e lo storytelling dei numeri

Lo storytelling serve a rendere attrattiva ed emozionale l’esperienza travel? Sì, ma non solo. Anche i numeri hanno bisogno di essere “narrati” nel modo migliore per risultare efficaci. Con un focus su come comunicare in modo sintetico ed efficace i risultati della travel intelligence e passare, quindi, dall’analisi alla strategia condivisa con il board si è chiuso il Corso di formazione di UniBo “Data analysis and reporting for travel business intelligence”.

Saper raccontare i dati

L’intervento del professor Gabriele Pallotti, docente di Didattica delle Lingue moderne all’Università di Modena e Reggio Emilia, ha focalizzato l’attenzione sull’utilizzo della lingua italiana e del linguaggio a favore della comunicazione efficace. Pallotti ha subito sottolineato che, prima di comunicare dati al board, occorre comprendere le finalità degli stessi, distinguendo tra obiettivi di controllo, negoziazione con i fornitori o welfare aziendale. Capacità di analisi statistica, conoscenza degli obiettivi aziendali e saper “raccontare” i numeri sono dunque la ricetta per il travel manager che vuole dare valore al suo lavoro.

Economia e ingegneria

“Dopo tante ore passate ad analizzare i dati, capita di presentare le slide al cfo, che ti liquida tutto in pochi minuti!”, ha confermato un travel manager. Si è parlato di “economia della scrittura”, perché la comunicazione è un costo (di tempo in primis) sia per chi scrive e soprattutto per chi riceve e di “ingegneria della scrittura”. Infatti, la stesura di un testo va innanzitutto progettata perché, dice Pallotti: “La scrittura efficace è un esercizio di empatia con chi ci legge, un esercizio di decentramento che riesce se aiutiamo il lettore a comprendere immediatamente se vale la pena di leggerci, senza cioè essere egocentrici”.

La spinta gentile

I partecipanti hanno costruito report efficaci, puliti ed eleganti, dimostrando che scrivendo si comunica anche un’immagine di noi stessi o della nostra azienda con uno stile che può essere assertivo, persuasivo o anche “manipolatorio”.

Si è introdotto così il tema del nudging, o spinta gentile, trattato da Luca Pietrantoni, docente di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni all’Università di Bologna, che ha mostrato come progettare o descrivere ambienti decisionali e opzioni per rendere preferibile una scelta rispetto alle altre. Ad esempio, di come spingere gentilmente verso un’opzione voluta dall’organizzazione la scelta di una classe tariffaria, di un mezzo di trasporto o l’utilizzo di una tecnologia.

Un modello precario

Davide Rosi, ad uscente di Bcd Travel, ha contestualizzato all’attuale fase post pandemia le opportunità che l’analisi dei dati può offrire ai vari ambiti del business travel management. Si è analizzato il rapporto tra aziende acquirenti e filiera dei fornitori, il valore dei numeri rispetto alle leve di negoziazione con le Tmc, soffermandosi sui costi della distribuzione, sul come vengono realizzati margini operativi delle agenzie viaggi e, soprattutto, di quanto precario sia l’attuale modello di business.

Spesso le aziende puntano a fare saving “azzerando” le fee di agenzia senza comprenderne le conseguenze sulle strategie di “sopravvivenza” dei fornitori e i possibili ritorni negativi sulla qualità del servizio. E, in particolare, senza comprendere che le aree di saving sono altrove e che per saperle individuare occorre formazione, esperienza e visione manageriale.

Il valore del servizio

“Si è parlato di fatturato vs profitto e di valore dato al servizio. Da anni sostengo che la remunerazione di agenzia non deve essere considerata semplicemente un costo – ha spiegato Silvia Verzini, consulente business travel tanagement e responsabile della comunicazione del corso – ma deve essere vista come un investimento da parte dell’azienda a favore dei propri viaggiatori, dei collaboratori e dell’organizzazione interna. Si parla di innovazione digitale del processo business travel nelle aziende e sulla filiera, credo che sia arrivato il momento di innovare anche i modelli di consumo e remunerazione per consentire alle Tmc e alle aziende di stabilire partnership di valore. Se per ingegneria si intende l’uso dei principi scientifici per progettare e costruire cose, case, tecnologie arrivando sino ai processi aziendali, se si parla di ingegneria della scrittura, allora perché non iniziare a pensare a una possibile “ingegneria del business travel”?”.

Appuntamento al 2023 con nuovi contenuti

L’edizione 2022 del Corso di formazione di UniBo “Data analysis and reporting for travel business intelligence” si è conclusa così con tanti nuovi contenuti e con l’appuntamento alla consegna dei diplomi prevista per primavera 2023.

Ma per i travel manager che hanno partecipato non finisce qui: ora iniziano i Laboratori del corso. Due squadre composte dai Tm 2022 e da quelli delle precedenti edizioni si impegneranno nello studio e lo sviluppo di due progetti al fine di creare una reportistica utile alla strategia aziendale. Il primo riguarda i costi della trasferta: definizione dei budget di spesa e posizionamento delle B.U. aziendali rispetto alle modalità di spesa, individuazione di best practice mentre il secondo focalizzerà sui costi occulti: rilevazione e analisi dei costi di riposizionamento e messa in efficienza del modello di gestione del travel aziendale.

“L’evento di fine corso, dove saranno presentati i risultati dei laboratori e consegnati i diplomi – ha concluso Andrea Guizzardi sarà anche una occasione per rivederci tutti, aziende vecchie e nuove, ex alunni e nuovi partecipanti per non smettere di coltivare quello spirito di network “nutriente” che si è creato tra tutti i travel manager che il corso ha diplomato negli ormai 12 anni di attività. Chissà, magari i tempi sono maturi per costruire una Alumni della nostra Alma Mater Studiorum”.

PO

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