Il settore turistico europeo ha superato con successo un’altra estate difficile, con la ripresa che è stata minacciata dal peggioramento dell’inflazione e dalla carenza di personale. In tutto ciò le compagnie aeree europee hanno resistito bene, con i volumi dei voli di agosto in calo di appena l’11% rispetto al 2019. Dati incoraggianti che suggeriscono una prospettiva positiva per il 2022, che si traduce numericamente con il fatto che l’area dovrebbe recuperare intorno al 75% dei volumi di viaggio in entrata del 2019. E’ quanto rivela il rapporto trimestrale “European Tourism Trends & Prospects” della European Travel Commission (Etc), che prevede che il rimbalzo dei viaggi in Europa continuerà nei restanti mesi del 2022.
Come sarà l’inverno?
Tuttavia, l’inverno non sarà privo di minacce poiché una recessione incombente e l’aumento dell’inflazione in tutta Europa peseranno sulla spesa dei consumatori e sulla domanda turistica, ritardando, ma non facendo deragliare la ripresa. La guerra prolungata in Ucraina e le ulteriori restrizioni di viaggio per i turisti russi in tutta Europa ostacoleranno anche la ripresa nell’Europa orientale.
Viaggi a corto raggio la salvezza
Commentando il rapporto, Luís Araújo, presidente di Etc, ha sottolineato: “Il turismo europeo si sta dimostrando eccezionalmente resistente all’inflazione. Mentre la crisi del costo della vita sta inducendo molti a cambiare il loro approccio ai viaggi, non sta smorzando il loro desiderio di esplorare l’Europa. I viaggi a corto raggio saranno un’ancora di salvezza per il settore nei prossimi mesi, poiché sempre più viaggiatori opteranno per viaggi più brevi e più vicini. Mentre continuiamo ad affrontare le sfide poste dall’incertezza globale, è fondamentale ricostruire un settore che tenga in primo piano la sostenibilità”.
Di fronte all’incertezza economica e all’aumento dell’inflazione, Etc prevede che i viaggiatori preferiranno i viaggi a corto raggio, che tendono ad essere più economici. A settembre, la fiducia dei consumatori in Francia ha toccato il minimo degli ultimi nove anni. Tendenze simili sono state osservate anche in altri mercati come Regno Unito e Germania.
Nel complesso, il prezzo delle vacanze sarà un fattore chiave per le famiglie che dispongono di un reddito inferiore. Questo può essere vantaggioso per l’Europa poiché le vacanze intraeuropee, così come i viaggi nazionali, tendono ad essere più economici di quelli a lungo raggio. I viaggi a corto raggio rappresentano attualmente circa il 72% del totale delle visite in Europa e sono destinati a crescere in popolarità per il resto dell’anno.
I vacanzieri americani
I viaggi a lungo raggio in Europa sono ancora significativamente depressi, ostacolati dalle restrizioni. Il mercato cinese, in particolare, ha mostrato progressi minimi verso una ripresa a causa della più lenta rimozione delle restrizioni di viaggio. Tuttavia, non tutte le speranze sono perse – dice Etc -, poiché il turismo transatlantico riceve una spinta dai vacanzieri americani che beneficiano della forza del dollaro Usa, che si è apprezzato di circa il 20% rispetto all’euro nell’ultimo anno.
Un dollaro rafforzato si è già dimostrato un’ancora di salvezza per molte destinazioni europee, con gli ultimi dati che mostrano che – finora – tre Paesi su cinque hanno recuperato almeno il 70% dei volumi di viaggio statunitensi del 2019. Ci sono poi destinazioni che hanno superato la domanda di viaggio del 2019. La Turchia (+61%) ha registrato il rimbalzo più forte, seguita da Portogallo (+17%), Lituania (+7%), Montenegro (+6%) e Polonia (+6%).