L’ombra dell’indebitamento di Fosun su Club Med

Un segnale allarmante ma non inatteso, scrive Michele Serra, amministratore delegato Mistral Tour Internazionale, sul suo profilo LinkedIn, chiedendosi se Fosun sia intenzionato alla vendita di Club Med? Era chiaro fin dall’inizio che gli effetti sull’economia della politica Covid zero della Cina sarebbero stati devastanti nel medio-lungo termine. “Quando si riapriranno le porte dell’Impero del Figlio del Cielo (presto, pare) troveremo un deserto?”, si domanda ancora Serra parlando delle adv cinesi.

Azioni in caduta libera

Come riporta theconversation, il gigante Fosun, noto per le sue partecipazioni, tra le altre in Club Med, sta attraversando gravi difficoltà finanziarie che hanno provocato un calo drastico delle azioni: -45% in un anno (l’indice Hang Seng della borsa di Hong Kong è sceso del 34%).

L’origine delle sue difficoltà risiede nel deterioramento della sua situazione finanziaria con un’erosione del suo margine operativo. Questo ha portato le agenzie di rating a collocare le emissioni di debito di Fosun nella categoria speculativa o addirittura altamente speculativa: B1 per Moody’s e BB – per Standard & Poor’s. Come nota Bloomberg, ciò ha comportato un netto deterioramento della valutazione di alcune obbligazioni di Fosun, alcune delle quali sono prezzate a meno del 60% del loro valore nominale.

Secondo Bloomberg, inoltre, la liquidità di Fosun potrebbe essere a rischio: a metà settembre, infatti, Fosun International e le entità collegate dovevano far fronte a circa 8 miliardi di dollari di obbligazioni in scadenza entro la fine del 2023.

Come riporta il Financial Times, nel corso del 2022 Fosun ha venduto numerose attività per un importo stimato di quasi 5 miliardi di dollari e Moody’s sottolinea la necessità di raccogliere fondi attraverso le banche o la vendita di asset  e il gruppo starebbe negoziando con le banche cinesi una linea di credito di 2 miliardi di dollari.

Propensione all’indebitamento

Due le condizioni, secondo theconversation, che hanno favorito l’indebitamento. Da un lato, la solida crescita economica fino alla pandemia ha permesso di generare margini e redditività. Dall’altra parte, i tassi di interesse molto bassi e la facilità di accesso al debito, situazione venuta meno con il generale deterioramento delle prospettive economiche e l’inasprimento delle politiche monetarie per contrastare l’inflazione.

 

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