Digital Markets Act: ecco cosa cambia per Olta e giganti digitali

Con l’obiettivo di limitare lo strapotere delle piattaforme digitali che generano fenomeni di alterazione della libera concorrenza e di contribuire alla nascita un’industria tecnologica europea, lo scorso 1 novembre è entrato in vigore il Digital Markets Act (Dma), il nuovo regolamento della Ue per combattere le pratiche di mercato sleali e le distorsioni della concorrenza da parte delle Big Tech.

Per costruire un ambiente digitale più leale evitando che in capo a poche grandi aziende si ingeneri un fenomeno di controllo di interi ecosistemi di piattaforme estremamente difficile da contrastare per gli operatori di mercato più piccoli, con il Dma inizia a disciplinare il ruolo dei gatekeepers, ossia dei soggetti che si occupano di gestire piattaforme e servizi che collegano in via diretta consumatori e aziende.

Definizione di gatekeepers

La Commissione Europea designa un’impresa quale gatekeeper se ha un fatturato annuo di almeno 7,5 mld di euro all’interno dell’Ue negli ultimi tre anni, se ha una valutazione di mercato di almeno 75 mld di euro, se conta almeno 45 mln di utenti finali mensili, almeno 10mila utenti aziendali stabiliti nell’Ue, se essa fornisce lo stesso servizio di piattaforma di base in almeno tre Stati membri.

I servizi di gatekepping a più alto rischio sono identificati dal regolamento fra “i servizi di intermediazione online, i motori di ricerca online, i sistemi operativi, i social network online, i servizi di piattaforma per la condivisione di video, i servizi di comunicazione interpersonale indipendenti dal numero, i servizi di cloud computing, gli assistenti virtuali, i browser web e i servizi pubblicitari online, compresi i servizi di intermediazione pubblicitaria”.

Come cambia la vigilanza

Contrariamente alla normativa antitrust attuale che è applicata ex post, ossia solo dopo che la condotta anticoncorrenziale è stata generata, il nuovo regolamento affida alla Commissione Europea uno strumento normativo ex ante.

Tra i divieti inseriti dal Digital Markets Act si segnalano ad esempio, quello di discriminare a favore dei propri servizi, l’obbligo di garantire l’interoperabilità con la propria piattaforma ad altre piattaforme concorrenti, ma anche obbligo di condividere nel rispetto della privacy i dati che vengono forniti o generati sulle piattaforme attraverso le interazioni.

Fioccano le sanzioni

L’inosservanza delle nuove disposizioni comporta l’irrogazione di ammende pari a fino il 10% del fatturato totale mondiale realizzato dal gatekeeper nel precedente esercizio finanziario, in base alla gravità, durata e frequenza della violazione. Nel caso in cui vi sia un’inosservanza ripetuta la sanzione può arrivare al 20% del fatturato totale realizzato a livello mondiale nel corso del precedente esercizio finanziario. Nel caso in cui vi sia una “inosservanza sistematica” da parte di un gatekeeper, la Commissione europea può avviare un’indagine di mercato ed imporre rimedi comportamentali o strutturali alla società.

Soddisfazione dal mondo alberghiero

Tra i settori che in questi anni hanno maggiormente risentito di una normativa obsoleta ed inadatta c’è, lo sappiamo, l’alberghiero, da lungo tempo schierato in prima fila nel chiedere una revisione completa del quadro normativo europeo, e che oggi plaude all’introduzione delle nuove regole.

Con il Dma ad esempio, i legislatori hanno vietato finalmente le clausole di parità ristretta di prezzo, quelle clausole cioè che impedivano agli albergatori di offrire tariffe migliori sui propri canali rispetto alle piattaforme online. “Nell’ultimo decennio- ha affermato Markus Luthe, presidente del gruppo di lavoro Hotrec sulla distribuzione- gli albergatori sono stati vittime di comportamenti inaccettabili da parte delle Ota dominanti sulla base del principio ‘prendere o lasciare’. L’accordo sul Dma ora invia un segnale forte ai colossi del digitale che dovranno comportarsi come partner e non come guardiani nei confronti di consumatori e utenti business. L’intero settore ora potrà affrontare meglio la sua digitalizzazione”.

Proprio uno studio Hotrec sulla distribuzione alberghiera aveva mostrato che, tra il 2013 e il 2019, le quote di mercato delle Ota erano aumentate costantemente nel settore alberghiero europeo dal 19,7% al 29,9%. Allo stesso tempo, la quota di prenotazioni dirette era diminuita in tutta Europa di oltre 10 punti percentuali. Restano tre i principali attori del mercato delle travel agency: Booking Holding, Expedia Group e, in misura minore, Hrs Group. Booking è il player più influente.

Alessandra Tesan

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