Visione, opportunità, sviluppo, coralità, intermediazione sono state le key word alla XXIV edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum.“L’impegno di quattro giornate di promozione delle destinazioni turistico-archeologiche – ha dichiarato il fondatore e direttore della Bmta Ugo Picarelli – si è concretizzato nel workshop con i buyer europei selezionati dall’Enit, ai quali abbiamo aggiunto anche i nostri tour operator specialisti del turismo archeologico. Tanti seller si sono incontrati per intercettare la domanda turistica europea, che negli ultimi venti anni ha preferito Paesi concorrenti, ma che dobbiamo recuperare per un turismo di prossimità anche nazionale. Il nostro è un grande incubatore di opportunità: la Borsa ogni anno mette in campo visioni e proposte ad ampio respiro, anche internazionale, che trasferisce ai soggetti deputati a metterle in campo”. Di “sinergia fondamentale per il territorio” ha parlato il presidente della Provincia di Salerno Michele Strianese, cui ha fatto eco il vicepresidente della Camera di Commercio di Salerno Giuseppe Gallo: “Venticinque anni fa solo il 7% dei visitatori dichiarava di essere interessato all’archeologia. Lo scorso anno, il 35% degli arrivi è venuto per le nostre bellezze culturali”. “Le nostre radici sono le ali per il futuro. Se sappiamo valorizzare e organizzare il patrimonio ereditato possiamo ricevere da questi beni tantissimo”, ha aggiunto il sindaco di Capaccio Paestum Franco Alfieri. “Siamo chiamati a difendere i valori della storia, del sapere e della cultura come strumenti di pace – ha commentato l’assessore al Turismo della Regione Campania Felice Casucci -. Il turismo archeologico, che è colto, appassionato e selezionato, è ideale per posizionare sempre di più e meglio la nostra regione sui mercati dell’incoming nazionale e internazionale”. Luoghi di ampio respiro “Musei e parchi archeologici non devono essere semplici siti da visitare, ma luoghi di ampio respiro per ospitare appuntamenti ed eventi culturali”, ha spiegato Fatma Naït Yghil, direttore del Museo del Bardo di Tunisi. E il suo collega del Museo nazionale della Civiltà Egiziana del Cairo Ahmed Farouk Ghoneim ha ricordato il forte potere attrattivo del settore e l’importanza della divulgazione: “La sfilata delle mummie dei faraoni dal vecchio al nuovo museo è stata parte della nostra attività di promozione in aggiunta ad altre operazioni, come il film su Tutankhamon prodotto dagli italiani”. I dati delle presenze turistiche nei siti archeologici della Campania, regione ospitante Bmta e che nell’occasione ha presentato una guida dedicata, superano le aspettative. Lo ha dichiarato il direttore generale per le Politiche culturali e il turismo della Regione Rosanna Romano: “Incoraggianti le cifre sul primo trimestre del 2022. Napoli svetta nella classifica con oltre 721mila visitatori, seguita da Caserta con quasi 146mila, poi Salerno con oltre 136mila, Avellino con quasi 35mila e infine Benevento con quasi 16mila arrivi”. Di un +10% di visitatori rispetto all’anno già record 2019 ha parlato anche Gianna Mazzarella, presidente della Sezione Turismo dell’Unione Industriali di Napoli. Forti, oltre ai progetti, anche i numeri di Bmta 2022: 8.500 visitatori, 160 espositori al Salone espositivo con 17 territori regionali rappresentati, 12 Regioni, Roma Capitale con il Municipio X e il Ministero della Cultura, 20 Paesi esteri – per la prima volta Arabia Saudita, Libano, Palestina, la Macedonia greca e il ritorno di Cina, Cipro, Spagna, 100 conferenze in 5 sale in contemporanea con 500 relatori tutti in presenza, 30 buyer tra tour operator europei selezionati dall’Enit provenienti da Austria, Belgio, Francia, Germania, Olanda, Spagna e nazionali coinvolti in ArcheoIncoming. E, ancora, ArcheoLavoro, orientamento a cura delle Università cui hanno partecipato 2.500 studenti con 200 docenti da 50 scuole di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Puglia e ArcheoStartup per la presentazione delle imprese giovanili del turismo culturale, in collaborazione con l’Associazione Startup Turismo.
Paola Olivari