“Siamo molto soddisfatti, considerando che comprende un inverno debole a causa delle molte mete ancora chiuse“. Così Gabriele Burgio, presidente e ceo dal 2012 del Gruppo Alpitour, commenta i dati del bilancio chiuso a fine ottobre, che vede 1,6 miliardi di ricavi e oltre 30 milioni di Ebitda. In un’intervista al Corriere della Sera, il manager si spinge oltre e guarda al prossimo anno, con ricavi stimati oltre 2 miliardi e il solido appoggio degli azionisti, tra cui Tip con il 70%, che hanno contribuito all’aumento di capitale da 50 milioni. La spinta viene dalle oltre 150mila transazioni mensili nel periodo estivo, dai clienti del tour operating, dagli hotel e l’incoming, cioè il flusso di stranieri in Italia, dalle 2.400 agenzie, dai 15 aerei di Neos e oltre 50 tratte, spiega il quotidiano.
“È un’azienda in movimento anche dopo 75 anni” dice Burgio che anticipa la presentazione di giovedì a Milano. Un’azienda in trasformazione, da analogica a digitale, scrive Il Corriere. “Abbiamo buttato via tutto e ricominciato da zero investendo in tecnologia, circa 50 milioni in tre anni e 40 persone in più nell’It per arrivare a oltre 130 nel 2023. Dobbiamo puntare sul digitale, anche per proteggere la filiera integrandola con nuove offerte”.
Il bilancio dell’anno
“La partenza di quest’anno è stata lenta: sono state chiuse a lungo le destinazioni extra Europa. Maldive, Egitto e Repubblica Dominicana erano tra le poche aperte e per noi valgono circa il 30% – analizza Burgio -. I turisti sono tornati però più velocemente in Italia perché eravamo pronti. Il business cargo per i voli Neos ci ha consentito di mantenere integro l’organico e non cancellare i viaggi quando il mercato è ripartito, cosa invece successa in Europa con annullati oltre 150mila voli. La pandemia non è stato solo un costo — circa 200 milioni per noi — è stata anche un’opportunità”.
In che modo, domanda il quotidiano? “In questi anni il mondo ci ha imposto di trasformarci facendo emergere idee nuove dall’interno, soprattutto dai giovani. È nata così Utravel, corporate startup per gli under 30, nell’ambito del Graduate Program di Alpitour World per l’inserimento di giovani e futuri manager in azienda, che ha raggiunto i 4,5 milioni di fatturato e ha un obiettivo di 10 per il 2023. Poi, un anno fa Neos ha attivato la tratta cargo su New York per trovare nuovi sbocchi consegnando beni di lusso italiani, trasformandola poi in volo di linea. In Kazakistan abbiamo provato a introdurre il volo diretto e la domanda è esplosa. Siamo come una casa di moda, ogni anno offriamo qualcosa di nuovo. Basterebbe che la politica avesse più contatti con le aziende per capire di cosa hanno bisogno”.
Il nuovo governo
Ma qual è la visione del manager ora che c’è un nuovo governo? “Nella politica manca metodo, l’analisi delle priorità. Prenda il Pnrr, per il turismo non c’è. Manca un volto per questa industria. Solo per Alpitour World l’indotto nel 2019 era di 27mila occupati: immagini i numeri di un intero settore che rappresenta il 12-13% del Pil italiano. In Spagna ci sono una decina di gruppi come il nostro, il governo fa piani a vent’anni sulle infrastrutture. Ci vorrebbe una nuova filosofia industriale per attrarre i turisti dall’estero. Nel 2030 si stimano a 2 miliardi i viaggiatori nel mondo, abbiamo raggiunto i 65 milioni in Italia: c’è un potenziale enorme da sfruttare. Il 28 novembre si aprirà il World Travel Tourism Council in Arabia Saudita e noi saremo tra i pochissimi italiani. Perché non ospitarlo qui?”.
La Borsa
E la quotazione in Borsa? “Per farlo è necessario possedere asset e noi stiamo andando in quella direzione. Investiamo negli hotel di lusso con il marchio VRetreats. Per ora ne abbiamo cinque, tra cui il Ca’ di Dio a Venezia, e siamo in trattativa per altri tre, di cui uno a Firenze”.