Trenitalia tra leisure, internazionalizzazione e ancillary

Ripartire non è mai troppo semplice dopo un periodo di fermo forzato, come quello causato dalla pandemia al settore del travel e le ripartenze non sono tutte uguali. In alcuni settori possono essere complicate da necessità che sono specifiche proprio a quel tipo di attività. Pensiamo al mondo dei treni. “La pandemia è stata molto impattante per noi, abbiamo avuto condizioni critiche dal punto di vista del mercato e anche del materiale per rimettere in moto le macchine, nel reperimento delle materie prime”. A riflettere su tali temi è stato Pietro Diamantini, direttore Business Alta Velocità, Trenitalia intervenuto nel panel di apertura del BizTravel Forum 2022.

Si inverte il rapporto leisure-business

Il dato di fatto è che “lo scenario è cambiato totalmente. Per quanto ci riguarda avevamo una percentuale business che si è invertita. Se prima il traffico era un 40% leisure e un 60% bt, ora si è invertita sul leisure, con la risalita del bt”. L’azienda ha risposto a tale inversione, “siamo stati bravi e veloci nel dare le risposte anche a quell’incremento di arrivi internazionali che c’è stato dal Canada, con il Sudest asiatico che si è azzerato”. In particolare il manager parla di un +30% sul mercato Canada e Nord America da qui la messa in campo di azioni “per soddisfare queste esigenze che si sono concretizzate con azioni sui servizi”, con la sincronizzazione durante i mesi estivi, con gli arrivi dei voli internazionali.

E questo perché si devono dare “servizi in continuità, arricchendo con servizi ancillari di proposte che arrivano fino a casa”. Da qui la realizzazioni di numerosi accordi con gli enti locali. “Sul sito di Trenitalia si può comprare il biglietto, integrandolo con tutta la filiera, con servizi ancillari appunto – sottolinea il manager -, come per esempio il trasporto bagagli”.

Tra le azioni messe in atto di supporto, Trenitalia ha “favorito il pricing verso le famiglie, il trasporto degli animali domestici che ha registrato un +550% dopo un periodo di stasi casalinga”. Tutta una serie di iniziative che hanno fatto crescere il leisure.

Tra i must c’è anche l’investimento sul fronte estero con l’Av, con Parigi per esempio, all’interno della Francia. E c’è un risvolto per l’incoming, “lo stiamo raccogliendo – afferma -, vediamo un traffico di tipo business che usa il treno dall’Italia per andare in Francia, ma lo stiamo raccogliendo anche per il leisure. E’ molto importante l’internazionalizzazione”. Il che non vuol dire “solo portare il treno in un’altra nazione, ma anche vendere con il nostro sistema ferroviario e portare i passeggeri ovunque, facendo sistema con tutti gli aspetti del viaggio”. Concorda su questo aspetto Luca Patané, presidente del Gruppo Uvet, intervenuto durante il panel. A suo dire si deve “seguire l’esperienza del cliente e dare sempre più servizi. Penso che l’esperienza di Trenitalia sia anche del Made in Italy”.

Costi assorbiti

I costi? “Il treno non ha cambiato il prezzo”, dice Diamantini. E quando gli viene fatto presente di essere il più grande energivoro in Italia, il manager afferma: “I costi li abbiamo assorbiti, lavorando sugli stessi e sugli aspetti complessivi del nostro conto economico”.

Stefania Vicini

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