Il charter lascia il posto al volo “a domanda”

“Se le agenzie continueranno ad usare il termine charter avranno perso un’opportunità per capire meglio il mondo in cui lavorano. Il charter vero non esiste più”.  Commenta così Carlo Stradiotti, amministratore delegato di Neos Air, la vena nostalgica del trade che non si rassegna alla fine delle catene charter. “Oggi – prosegue il manager – esiste il volo a domanda, caratterizzato dall’impegno degli operatori turistici. Non esiste più un volo che sia in grado di sopravvivere e di essere profittevole in una logica che è esclusivamente charter”. Quel che serve alle compagnie aeree è “una pluralità di canali e di clienti, mentre il charter è un mondo chiuso, in assenza di concorrenza, destinato soltanto a tour operator o agenzie di viaggio e quel mondo lì non c’è più, questo è il dato di fatto”. Bisogna comprendere che è tempo di sfruttare i voli esistenti sulle destinazioni turistiche, “collegamenti che esistono e avranno sempre più senso”.

La crisi del fenomeno low cost

Anche su quanto è stato detto finora sulla fine delle low cost, o meglio del prezzo aereo low cost, Stradiotti non si trova d’accordo e dichiara che si tratta di “espressioni coniate da personaggi del trasporto aereo e riprese dai giornali come se fosse la verità assoluta. E’ chiaro – prosegue – che quando aumentano i costi e ci si trova in un contesto inflattivo, con tassi di interesse che salgono, nessuna compagnia aerea al mondo può pensare di tenere fermi i prezzi. Quello che vedo è un certo tipo di convergenza tra modelli di business, tra quello che è il classico low cost e quello che è il leisure e le legacy. Alla fine le differenze che i passeggeri vedono a bordo, sia sul servizio che sulle modalità di acquisto, si sono molto stemperate”. Il trasporto leisure, per il manager, continua ad avere “molto senso, poi distinguere le modalità in cui viene servito è difficile, ognuno si deve inventare dei modi con più canali di vendita, più clienti, più frazionamento di servizi, combattendo con un’inflazione che in questo periodo è galoppante. Avremmo bisogno tutti di aumentare i prezzi, è inutile nascondersi dietro ad un dito”, spiega.

Un business reinventato

In questi anni di crisi, Neos Air ha saputo reinventare il proprio business: da vettore cargo a compagnia impegnata su rotte inedite, senza dimenticare i capisaldi del leisure. “Il 2022 – commenta Stradiotti – è stato un anno difficile, fino a marzo-aprile le destinazioni classiche non erano servibili per vincoli governativi di gestione della pandemia. Poi si è assistito ad una forte ripresa – ricorda -. Su alcune aree geografiche il recupero è stato vigoroso, continuando ad operare su rotte impostate durante la pandemia come replacement delle attività più classiche, come voli full cargo e sviluppando l’attività cargo nella pancia degli aeroplani sulle nostre destinazioni classiche, a partire dal volo su New York, per il quale questa componente è importante. Quindi direi un anno a due facce, con un inverno freddo e lungo e un’estate che ha segnato una ripresa che fa ben sperare, resa difficile dalle attuali situazioni politiche con valutazioni euro-dollaro e di fuel nuove da gestire”.

Gli obiettivi del 2023

Nel 2023 il piano industriale di Neos Air prevede un aumento del 25% della capacità offerta rispetto al 2019, ultimo anno buono e vero. Questa crescita va di pari passo con una flotta che nel frattempo è stata completamente rifatta, oggi le sei macchine 787 sono a regime, aerei di lungo raggio di ultimissima generazione “ed è ad un ottimo punto la revisione della flotta di corto raggio, dove in estate opereremo con 5 Max di nuovissima costruzione e altri aeroplani che andranno a sostituire i più vecchi della flotta che sono nel frattempo usciti, con un’età media molto più bassa e uno “state of the art” sia in termini di performance che di consumi ottimi”.

Qui la videointervista a Carlo Stradiotti

Laura Dominici

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