Il termine sostenibilità arriva dal latino e vuol dire “sostenere, diffondere, governare, conservare, prendersi cura, è una parola profonda che impatta la vita di tutti i giorni”. Questo l’incipit da cui ha preso le mosse il panel che si è tenuto in occasione di BizTravel Forum incentrato su “Transizione ecologica ed energetica. L’impatto sui modelli di business del turismo”, moderato da Rosemarie Caglia, direttrice Travel For Business. Il Pnrr, come si sa, ha previsto investimenti sulla digitalizzazione, sull’acquisizione di maggiori competenze del settore rispetto alla concorrenza di altri Paesi, sull’offerta turistica basata sulla sostenibilità ambientale. Detto ciò che tipo di influenza potrà avere sulla domanda dei viaggiatori d’affari e leisure e quali saranno i nuovi trend in fatto di sistemi di pagamento, innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale connessa al cambiamento dell’offerta? Un dato emerso è che si deve creare una cultura aziendale della sostenibilità, che investa tutti gli ambiti. Per farlo servono governance, trasparenza, formazione, coinvolgimento del personale, ma anche del cliente finale.
Bisogna creare una cultura
Lo scenario vede molte aziende che si stanno orientando verso le politiche sociali, ma cosa possono fare per realizzare un percorso sulla sostenibilità che la integri nelle strategie aziendali? “Solo il 30% delle aziende rendiconta quello che fa in sostenibilità a livello ambientale, sociale e di governance”, afferma Alessandra Fornasiero, head of sustainability & corporate communication Innovatec. Quali sono gli step da compiere? A detta della manager sono “fare benchmarketing con chi fa molto in tal senso, un percorso strutturato che integra la strategia sostenibile in quella business, sistematizzare, mappare e definire una priorità di tutti i vari temi, andando in modo trasversale su tutti i settori. L’importante è che si crei una cultura e che arrivi a tutta l’organizzazione”.
La sfida è “definire una strategia che si integri con la strategia di business, che ha bisogno di una visione a medio e lungo periodo, mentre quella sostenibile è un percorso con obiettivi che hanno una visione a breve”. Cultura e formazione sono fondamentali, “ma senza il fattore umano la vera integrazione non c’è. Un altro fattore sono i sistemi di coinvolgimento e di ascolto dei dipendenti per poterla far diventare una leva strategica”, osserva Fornasiero.
La formazione sulla sicurezza è obbligatoria, deve esserlo anche per la sostenibilità? La manager si dichiara d’accordo, “ma si devono formare i formatori, fare educazione ambientale, creare cultura tra i dipendenti. Un obbligo di legge sarebbe molto utile”, afferma.
Il valore della governance
In tutto ciò per un business travel sostenibile quanto è importante la capacità di governare? Secondo Daniele Aulari, director Western Europe AirPlus International “stabilire un governo dei criteri Esg vuol dire avere un flusso di dati. Serve una reportistica che sia uniforme. I dati si ottengono partendo dalla governance, dove c’è opacità tutto casca, se non c’è la governance tutto crolla. Si deve pertanto definire una strategia nella sostenibilità e nella capacità di governare”. Il manager concorda sul fatto che si debba “creare una cultura aziendale”.
Per farlo l’azienda deve essere “credibile sia per chi vi lavora internamente, sia all’esterno in quanto la cultura deve scendere dal vertice – afferma Arianna Filacchione, head of global travel governance Enel –. Deve essere un’azienda sostenibile a 360°, poi ognuno la deve declinare”.
Il modello di Enel
La manager illustra quello che è il modello adottato da Enel, che usa “la digitalizzazione in tutti i settori. Abbiamo creato una nostra piattaforma che parte dalla richiesta di viaggio e segue tutte le procedure. Oggi la trasferta non è più chiedere un viaggio e prenotare un biglietto, è un concetto di responsabilizzazione del viaggiatore che decide se quel viaggio serve, se è utile alla azienda, allora inserisce la richiesta. La cultura è informazione, si devono trovare strumenti per informare in modo dettagliato chi si accinge a fare un viaggio, offrendo soluzioni diverse”, dice Filacchione.
Rispetto al passato alcune dinamiche sono cambiate, “prima la scelta era basata sul best buy, soluzione che costava di meno, ora non è più il parametro che guida, ma si tiene conto anche del valore della persona che sceglie”. Pertanto va da sé il ruolo che gioca la formazione. La manager di Enel spiega che sono partiti dalla travel policy, “la strategia della azienda nelle aree di business, abbiamo creato una policy globale nel travel. Abbiamo comunicato il valore e lo abbiamo declinato nel travel con hotel program, con informazioni e dati che riguardano il fornitore. La scelta parte a monte e informiamo su tutti i fornitori. I dati sono certificati? La grossa esigenza è questa – riconosce -. Come azienda vogliamo dare dei dati che siano omogenei e riconosciuti in tutti i settori. La società ha predisposto anche un progetto tramite il quale l’azienda – attraverso una serie di punteggi – premierà chi farà scelte di sostenibilità. La mossa è quella di portare le persone a poter scegliere, con un riconoscimento aziendale”. La società ha anche un progetto di value for disability declinato nel travel, che prevede “tutti i servizi necessari. E’ un progetto di inclusione e disabilità inserito nel piano aziendale, perché tutti devono poter viaggiare ed esprimere le proprie esigenze, ricevendo servizi adeguati.
Le barriere da superare
Ci sono ancora delle barriere da superare. Per esempio quali sono quelle da abbattere perché i clienti usino le vetture elettriche? Chi offre mobilità può dare un grande contributo alla transizione ecologica. “Una delle barriere è l’accesso alle reti di ricarica – fa presente Massimo Scantamburlo, direttore commerciale Hertz Italia –, poi ci sono le barriere culturali, l’attitudine ai noleggi intermodali”. Un dato su tutti: “Due terzi dei noleggi sono con meno di 300 km di percorrenza per via del panico da ricarica elettrica. Il ruolo di chi offre mobilità è quello di mettere al centro tali informazioni”, dice Scantamburlo.
Dal punto di vista dell’impatto delle polizze energetiche Hertz fornisce la rendicontazione di Co2 in maniera graduale. “Per allargare la platea non offriamo solo un modello elettrico, ma una gamma intera. Il concetto di classe del veicolo per le auto green è diverso”. Dal canto suo l’azienda ha sovrainvestito sul fronte della mobilità elettrica con una flotta “molto ampia con marchi che non sono ancora commercializzati in Italia”, attesta il manager.
Il bilancio sostenibile
Come sappiamo il Pnrr mette a disposizione 2,4 mld per il turismo, “con l’intento di garantire una maggiore competitività della nostra offerta e una ospitalità innovativa, sostenibile e digitalizzata”. A soffermarsi sul tema è Marco Pratolongo, general manager Echo Anderson e Ritz Milano Starhotels Group. Oggi si parla di bilancio sostenibile, infatti “la sostenibilità nell’ospitalità non è più una opzione, ma una scelta obbligata. Starhotels ha iniziato a farlo 12 anni fa con l’Hotel Splendido, di cui ne ha fatto un hotel sostenibile, grazie anche alla tecnologia”. Il manager mette però in guardia, facendo presente che, “quando si parla di sostenibilità si deve parlare di numeri reali, dimostrabili e quelli dell’hotel vedono un risparmio del 25% di gas naturale e del 15% di elettricità”, dice Pratolongo.
Il tema trasparenza
Restando sul fronte dell’ospitalità, quali sono le difficoltà che gli hotel stanno riscontrando? A detta di Marco D’Ilario, senior vice president global markets & operations, Hrs Group, c’è un tema forte di trasparenza. “Nel 2017 c’è stato un aumento delle leggi che regolano la sostenibilità del 70%. Durante la trasferta di lavoro per la permanenza negli alberghi si produce il 21% di emissioni. Il settore vede una frammentazione del mondo alberghiero, con il 75% di hotel indipendenti. Le aziende che certificano sono 900 nel mondo, 200 specializzate nella parte alberghiera. Da qui si ricava che c’è una frammentazione del parco fornitori e degli enti certificatori”. Il manager fa presente che “nel 2019 c’era una esigenza forte di affrontare in modo serio il tema della sostenibilità legata al pernottamento alberghiero, ma poi è arrivata la pandemia e il tema è rimasto sospeso nell’aria”.
Quando un albergo è green?
Se il settore alberghiero italiano è caratterizzato da un’alta frammentazione, lo stesso si può dire per le tendenze in fatto di certificazione ambientale. “Ce ne sono tantissime – commenta Pratolongo -. C’è da dire che un albergo è green se tutto ciò che ruota attorno lo è. Cioè se è coerente con il posizionamento. Nel nostro caso abbiamo fatto in modo che tutto fosse tale. Abbiamo stretto un accordo con il Banco Alimentare per la donazione del pasto. Regaliamo un albero a chi sceglie di fare un evento nello Starhotels Echo. Inoltre, vengono premiati i dipendenti”. Il manager ci tiene a sottolineare che la sostenibilità “non è solo emissione di Co2 e non dà più scuse a nessuno. Nel frattempo si possono fare delle cose che ricadono nella nostra responsabilità e non richiedono autorizzazioni”.
Una metrica uniforme
Alla domanda se si possa avere una metrica unica, Pratolongo dice: “Sì, esiste”. Sul come garantire una misurabilità e renderla comparabile con altri alberghi in modo tale che poi i dati si possano usare nei bilanci, interviene D’Ilario. “Hrs ha sviluppato una metrica uniforme che va a misurare per albergo diverse voci, come l’emissione del gas, il consumo di acqua. Abbiamo trovato il modo di normatizzare le metriche a tutto il Paese”. E così si può visualizzare per ogni albergo “il proprio rating di sostenibilità”. Sono partiti con tre metriche basiche che stanno allargando ora. Hrs elabora “una reportistica che permette alle aziende di redigere il proprio bilancio di sostenibilità. In questo modo gli hotel possono avere una misurazione e un benchmarketing”.
Detto ciò, la raccolta delle informazioni “è una operazione complessa – fa presente AirPlus -. L’Esg con la pandemia è diventata una leva prospettica per lo sviluppo di una azienda. Airplus già dieci anni fa ha dematerializzato ciò che poteva, ciò che non si poteva è stato compensato con operazioni di riforestazione”.
Stefania Vicini