Viaggi d’affari: costi in aumento del 20%

I prezzi dei viaggi d’affari sono aumentati del 20% nell’ultimo trimestre dell’anno rispetto allo stesso periodo prima della pandemia del 2019. E’ quanto ha stimato TravelPerk, piattaforma di gestione dei viaggi bt. Questo dato si confronta con un aumento del 24% nei tre mesi estivi, del 19% nel secondo trimestre e del 12% nel periodo gennaio-marzo.

Tariffe aeree a +34%

Le tariffe aeree sono più costose del 34% rispetto a prima della Covid, dopo aver raggiunto un picco del 60% in aprile e maggio, ha sottolineato l’analisi di TravelPerk. Tuttavia, i voli europei hanno iniziato a scendere di prezzo per l’ultimo trimestre dell’inverno 2022 rispetto all’anno scorso, con un calo dei costi nel Regno Unito del 12%,

Delle dieci rotte con i cali di prezzo più consistenti, nove sono da o per Londra. Tra queste, Monaco-Londra (-38%), Londra-Budapest (-29%), Londra-Barcellona (-21%) e Londra-Berlino (-16%).

Ciò avviene dopo che gli stessi hub hanno registrato picchi di prezzo nel terzo trimestre, con i voli britannici più cari del 96% rispetto all’anno precedente, quelli spagnoli del 64%, quelli francesi del 48% e quelli tedeschi del 45%.

Più convenienti i voli Usa

I voli d’affari dagli Stati Uniti sono ora più economici del 10% rispetto ai prezzi precedenti alla pandemia, probabilmente a causa del carburante più economico negli Stati Uniti che in Europa, secondo lo studio.

I prezzi degli alloggi europei sono diminuiti del 7% rispetto al periodo luglio-settembre, anche in Spagna (-10%), Germania (-7%) e Francia (-3%). Tra le città in cui i prezzi degli hotel sono diminuiti in modo significativo figurano Edimburgo (-24%), Barcellona (-18%), Dublino (-15%) e Monaco di Baviera (-12%).

I costi alberghieri a Lisbona e Helsinki sono aumentati rispettivamente del 10% e dell’8% nel quarto trimestre, forse a causa delle due principali conferenze tecnologiche europee, Web Summit e Slush, che si sono svolte a novembre.

Las Vegas sta emergendo come un punto caldo per l’inflazione alberghiera, con un aumento dei prezzi degli alloggi del 25%, il secondo più alto di tutte le città monitorate da TravelPerk nel quarto trimestre, dopo aver già registrato un aumento del 38%, il più alto a livello globale, nel terzo trimestre.

Dopo Las Vegas, i tre successivi tassi di inflazione alberghiera più alti a livello globale sono tutti in città statunitensi: New York (14%), Austin (14%) e Houston (11%). Per contro, i prezzi degli hotel di Boston sono scesi del 21%, quelli di Chicago del 16% e quelli di San Francisco del 13%, tutti dopo gli aumenti del terzo trimestre.

Il chief revenue officer di TravelPerk JC Taunay Bucalo ha dichiarato: “Il 2022 ha visto un’enorme ripresa dei viaggi, in particolare dei viaggi d’affari, in quanto le aziende di tutto il mondo sono state finalmente in grado di lasciarsi alle spalle la Covid e di riunire nuovamente i team nella vita reale e di riconnettersi di persona con i propri clienti. Questa impennata della domanda, unita a una serie di altri fattori esterni, ha portato quest’anno a una significativa inflazione dei costi di voli, treni e alloggi”.

La piattaforma conferma che la domanda rimane alta tra i viaggiatori d’affari, nonostante gli aumenti di prezzo, “ma ci aspettiamo di vedere cambiamenti nei modelli di prenotazione. Ad esempio, se si prevede una certa flessibilità nei piani di viaggio e si scelgono le destinazioni emergenti, le aziende possono massimizzare il rapporto qualità-prezzo, pur continuando a riunire i team per i momenti più importanti”.

Anche il momento della prenotazione è un fattore importante. I viaggiatori continuano a prenotare molto più vicino alla data di partenza di quanto non facessero prima del Covid.

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