Pagamenti con carta di credito: i riflessi sulle agenzie

E’ di estrema attualità in questi giorni il tema del pagamento in contanti piuttosto che con strumenti elettronici. Secondo un’analisi di Banca d’Italia, citata in Parlamento dal capo della ricerca economica Fabrizio Balassone e ripresa in un servizio dal Sole 24 Ore, risulta che “se commisurato in percentuale del valore della transazione, il costo privato del contante (1,10 per cento) risulta il più elevato a causa dei maggiori oneri (variabili) legati alla sicurezza (es. furti, trasporto valori, assicurazioni). Il costo annuo complessivo per gli esercenti è stimabile nell’ordine di 3,8 miliardi di euro (0,23 per cento del Pil); il valore dello scontrino medio di acquisto è sostanzialmente in linea con quello della precedente indagine (17 euro, 19 il valore mediano). Rispetto ad una precedente indagine del 2009, si registra “una diminuzione significativa dei costi di accettazione delle carte – sia in termini unitari che in rapporto alla spesa effettuata –, che riflette soprattutto la riduzione delle commissioni interbancarie dopo l’entrata in vigore del relativo regolamento 23; il costo di una operazione con carte appare più basso del contante se misurato in termini percentuali sull’importo transatto (0,65 per cento)”.

I riflessi sul turismo

“In periodi di incertezza economica i clienti sempre più prenotano a ridosso della partenza – spiega Maurizio Bosia, presidente di Very Travel – e i fornitori per garantirsi l’incasso richiedono il pagamento con carta di credito, che ha un costo per le imprese turistiche”.

“Come sempre avviene – prosegue Bosia – i maggiori costi dei tour operator vengono trasferiti pari pari sulle agenzie sotto varie forme: minori commissioni, minori servizi, balzelli vari. Per le agenzie il costo delle commissioni della carta di credito rappresenta una riduzione di circa il 10% della marginalità, che se valutata su un anno per le pratiche effettivamente pagate con c/c  incide per uno 0,2 – 0,3 %”.

Il manager è pronto a riconoscere che non si tratta di una grossa cifra, “ma la somma di poche cosa diventano cifre importanti nella gestione di una agenzia”.

 Le soluzioni

Anzichè scegliere la strada più semplice, “ovvero ribaltare i costi su chi dovrebbe essere partner – sottolinea Bosia – per i tour operator ci sono altre possibilità da considerare”. Quali? “Inserire le commissioni nei costi – replica il presidente – così si avrebbe un aumento del prezzo finale ridicolo o prendere accordi con alcune banche che effettuano il cashback sull’utilizzo delle c/c”. E poi spiega la sua mossa: “Come network abbiamo stipulato un accordo con una di queste banche per cui le agenzie pagano una commissione definita quando incassano tramite pos e ricevono l’equivalente cashback quando pagano i fornitori con c/c, di fatto azzerando i costi delle commissioni bancarie del pos”.

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