I viaggi del 2023 secondo l’osservatorio Alpitour World 

“Assistiamo ad una domanda crescente e verso mete amate dagli italiani. Sono ripartite destinazioni apprezzate come Maldive, Repubblica Dominicana, East Africa con Kenya, Zanzibar, Madagascar e per l’estate ci aspettiamo – a causa di inflazione e costi maggiorati – uno scivolamento verso destinazioni più competitive per prezzo come Egitto e la ripresa della Tunisia”. A parlare di trend del 2023 è Pier Ezhaya, direttore generale tour operating di Alpitour World. “Poi assistiamo, per via dell’inflazione – aggiunge il manager – ad un cambio nella durata del soggiorno e alla ricerca dell’hotel più competitivo”. 

Domanda resettata 

Secondo il manager il Covid ha resettato la domanda facendo ripartire le vendite dalle mete storiche e ora si tratta di ricostruire il futuro di quelle mete nuove come l’Oman, ad esempio, che fin dal loro lancio avevano riscosso un ottimo successo. Su tutto un ruolo di primo piano lo ha avuto la campagna di investimenti in comunicazione per riportare nella mente degli italiani la forza dei marchi. “Al di là della campagna sul sito corporate e sulla nuova identità di marca – commenta Ezhaya – riserveremo grandi energie a supporto dell‘area tour operating, facendo crescere il marchio in modo organico”. 

Le performance  

Quando il discorso finisce sui numeri, il direttore generale spiega che “la divisione tour operating ha performato bene, pur non essendo ai livelli del 2019 e con un inverno fiaccato dalle restrizioni. Nel 2022 abbiamo prodotto 830 milioni di euro di fatturato e nel 2023 prevediamo il ritorno ai livelli del 2019 con 1,350 miliardi di fatturato. Le destinazioni che sono andate molto sono naturalmente quelle dei corridoi e in estate hanno funzionato mete come Egitto, Maldive, la Repubblica Dominicana che ha preso il ruolo di star nei Caraibi e poi dall’estate si è assistito alla ripresa dell’East Africa”. Per il prossimo anno l’operatore si attende un portafoglio più equilibrat, con la ripresa su Messico e Mauritius grazie al primo volo Neos dal 20 dicembre. “Abbiamo anche un Egitto molto tonico – prosegue – attrattivo per i prezzi, così come la Tunisia, che possono prendere quote di mercato a Spagna e Grecia, con uno scivolamento delle scelte dal Mediteraneo al Nord Africa e conservando la magnitudo nel Mare italia”. Per il lungo raggio gli Usa stanno andando bene, si assiste anche alla ripresa del Giappone e del Sud-est asiatico con Thailandia e Indonesia. 

Le destinazioni nuove 

Se il Covid ha generato un reset e le mete lanciate nel 2014 e 2015 (come Oman o Naxos in Grecia) hanno bisogno di un riavvio, i clienti sono ripartiti da destinazioni classiche come Creta o Mykonos, ma la ricerca di destinazioni nuove non si arresta. “Abbiamo Mauritius con il volo Neos e stiamo guardando ad altre mete e ai primi di dicembre faremo una visita nella Guinea equatoriale e inseriamo anche l’Arabia Saudita. Poi ci sarà una zona nuova di Doha con un mare bellissimo”, assicura il direttore. 

L’impatto dell’inflazione 

Se da un lato si assiste ad un “effetto molla”, con i clienti che non vedevano l’ora di riportare dopo due anni di fermo, dall’altro devono fare i conti con i prezzi. “Non si tratta solo dell’aumento del valore dei viaggi, ma si schiacciano gli spazi. Assistiamo – spiega – ad un rimodellamento della vacanza con il passaggio da 5 a 4 stelle nella sistemazione, una riduzione della durata, una scelta che passa dal lungo al corto o medio raggio, anche se i numeri in termini di pax sono incoraggianti. Cambia il mix ma non il totale clienti. Staremo a vedere come reagiranno sull‘estate”.

Laura Dominici

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