La pandemia allenta la sua morsa, ma lascia anche le sue eredità, non solo in termini di criticità e crisi, ma anche di consapevolezze in più da parte del travel e del consumatore finale. In particolare è cresciuta la consapevolezza nei confronti dei rischi o degli imprevisti. Per quanto riguarda il fronte assicurativo, il viaggiatore mostra una maggiore esigenza di sicurezza e di protezione. Ci sono nuove tendenze che si possono riscontrare sul mercato in questa fase? A rispondere è l’avvocato Carmine Criscione, legale di Welcome Travel: “Più che di nuove tendenze mi soffermerei su una maggiore attenzione degli utenti finali della prestazione turistica a certe polizze facoltative che i professionisti anche in passato hanno proposto suscitando, tuttavia, poca attenzione da parte dei consumatori”.
Cosa è obbligatorio?
Il legale osserva che “le uniche polizze obbligatorie secondo il vigente Codice del Turismo, dopo la novella del giugno 2018 che ha attuato la Direttiva Pacchetti 2015/2302, sono quella per la responsabilità civile del professionista che organizza o vende un pacchetto e quella relativa alla copertura per il rischio per l’insolvenza e per il fallimento. Tutte le altre polizze sono facoltative e per il venditore di un pacchetto c’è soltanto il dovere, ai sensi dell’art. 34 del Codice del Turismo, di comunicare al viaggiatore che c’è la possibilità – non l’obbligo – di stipulare una polizza facoltativa – spiega Criscione -. Alcuni t.o. per alcune destinazioni a rischio fanno in modo che alcune polizze (come quella medica) siano contrattualmente obbligatorie”.
Viaggiare senza pensieri
Cosa è successo dopo il Covid-19? Il legale mette in luce che “il consumatore per scongiurare i rischi di mancato o tardivo rimborso dopo una risoluzione contrattuale per forza maggiore, ha mostrato una maggiore apertura a stipulare le polizze annullamento che – è opportuno rammentare – per il breve periodo dei corridoi turistici erano diventate obbligatorie per espressa previsione normativa”. E’ un dato di fatto che in questo momento, “dopo i prolungati lockdown e la paralisi dei viaggi turistici, è ritornata la voglia di viaggiare e di viaggiare senza pensieri – prosegue Criscione -. In questo momento il viaggiatore vuole avere la certezza di intraprendere un viaggio o una vacanza senza avere la preoccupazione di affidarsi successivamente ad un avvocato e, pertanto, è disponibile ad assicurare rischi che ante Covid-19 erano considerati come paturnie da menagramo”. L’avvocato ritiene che “le compagnie abbiano già percepito questo interesse ed abbiano già elaborato validi e variegati prodotti. Il Covid-19 dovrebbe aver maturato ed alzato di livello il grado di conoscenza non solo dei professionisti, ma anche dei consumatori e, per questi ultimi, non è sorprendente che la stessa Corte di Cassazione (Sezione III sentenza n. 14257 del 8 luglio 2020) abbia riconosciuto un principio di autoresponsabilità del consumatore”.
Stefania Vicini