Il nemico di quest’anno sono i costi

La montagna italiana è pronta ad affrontare la stagione invernale, ma continua ad essere messa a dura prova. Quest’anno l’antagonista è il pesante rincaro dei costi energetici, come ha messo in evidenza da Skipass Panorama Turismo, osservatorio italiano del turismo montano di Jfc. Un incremento di costi che “dovrà in qualche modo essere riassorbito non solo da parte dei resort montani e delle società degli impianti di risalita, ma anche da tutte le imprese, pure quelle a gestione familiare che operano in montagna”, fa presente Skipass Panorama Turismo, ricordando anche che l’inverno 2021-2022 non è riuscito “a tornare sui livelli pre-pandemici”.

A venire in aiuto le promesse del neo ministro del Turismo, Daniela Santanché. Il dicastero metterà in campo misure di sostegno per il settore, è stato detto, “affinché sui 30 miliardi che abbiamo individuato con la Nadef, il comparto del turismo di montagna possa ricevere tutte le risorse necessarie. Questo anche per recuperare le perdite causate dalla pandemia”.

Indici positivi di fatturato

E allora come si preannuncia la stagione 2022-23 del turismo montano alla luce della situazione contingente? “Si presenta con indici positivi in termini di fatturato – afferma Massimo Feruzzi, amministratore unico di Jfc -, se compariamo il dato previsionale di quest’anno con quello consuntivo della passata stagione 2021/2022. Come Osservatorio Nazionale di Jfc abbiamo stimato un incremento di fatturato di circa 770milioni di euro, che permetteranno di superare i 9 miliardi e mezzo di fatturato complessivo per tutta la filiera coinvolta”. Attenzione però perché Feruzzi precisa che tali incrementi di fatturato “non saranno sufficienti a garantire la copertura degli extra-costi che le imprese dovranno sostenere ed anche per questo motivo i margini operativi scenderanno di circa 10 punti percentuali, incidendo fortemente sugli investimenti per il futuro”.

 La leva della fidelizzazione

Inutile dire che l’incremento dei costi energetici e delle materie prime incide “sull’attuale sentiment degli operatori. Vi sono comunque aspettative estremamente positive per quanto riguarda il periodo di Natale-Capodanno e per Carnevale, ma si prospetta anche un avvio di stagione scintillante in occasione del Ponte dell’Immacolata”. C’è da dire anche che ci sono una serie di fattori su cui gli operatori della filiera, “siano essi maestri, scuole di sci, imprenditori del settore ricettivo e ristorativo, referenti delle Dmo/consorzi fanno maggiore affidamento” e sono legati “all’innalzamento del desiderio di vacanza e alla garanzia di poter agire su un alto livello di fidelizzazione della clientela”.

La neve alza i prezzi

In generale, come si sono organizzate le località montane per combattere i rincari e incentivare la stagione? Sembra non ci sia scampo, in quanto “purtroppo l’unico modo possibile per combattere i previsti rincari è quello dell’incremento dei prezzi – spiega Feruzzi -. Emerge così che l’intero sistema neve Italia ha aumentato i prezzi in maniera marcata, perché su media nazionale i prezzi delle camere e dei servizi negli hotel sono aumentati del +11,6%, con una crescita che si assesta al +11% per quanto riguarda le settimane bianche, ma che cresce al +13,5% in occasione dei weekend e dei periodi di alta stagione”.

Ad aumentare le tariffe anche “le imprese del settore bar/ristoranti (+10,4%), come pure cresce il costo dello skipass dell’11,8%, su base nazionale sul giornaliero. Più moderati gli incrementi delle scuole di sci, che si assestano ad un +6,8%”, afferma il manager. Il rischio è che la vacanza neve torni ad essere appannaggio di un segmento che può spendere.

Promozione e benefit

Per incentivare la stagione destinazioni e demani giocano la carta delle “promozioni e benefit di vario genere, soprattutto nei confronti di coloro che sono disposti ad adattare il proprio soggiorno alle date proposte: all inclusive nelle strutture e promo family, pacchetti con pranzi nei rifugi, scontistiche infrasettimanali, sconti per prenotazioni anticipate e benefit per arrivare nella destinazione utilizzando il trasporto pubblico”.

Tornano i gruppi organizzati esteri

Parlandi di flussi, in particolare esteri, Feruzzi ricorda che “veniamo da due anni di pandemia, con i relativi problemi di mobilità, l’Osservatorio Nazionale di Jfc rileva che nell’inverno 2022/2023 tornano ad affollare la montagna invernale i gruppi organizzati di sciatori stranieri. È un segnale estremamente positivo, in quanto trattasi di gruppi che favoriscono il riempimento nei periodi di gennaio/febbraio, quindi al di fuori dell’alta stagione”. Inoltre, sono gruppi che in prevalenza “acquistano la settimana bianca, quindi long stay”.

Per quanto riguarda i mercati, sono in crescita “anche gli ospiti provenienti da Germania ed Austria, ma anche da Gran Bretagna, Repubblica Ceca, Benelux e Francia”.

Stefania Vicini

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