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C’è cauto ottimismo tra gli albergatori europei

Il settore alberghiero registra consistenti segni di ripresa. Nonostante le continue sfide legate al caro energia, all’incertezza macro-economica e alla pressione della digitalizzazione, gli albergatori europei si dicono cautamente ottimisti. E’ quanto emerge dalla ricerca di mercato, l’European Accommodation Barometer 2022che Statista ha realizzato, in collaborazione con Booking.com, durante l’ultimo autunno, coprendo 23 mercati europei, mettendo in luce anche differenze sostanziali sia tra i vari Paesi sia tra i diversi tipi di struttura. L’analisi tocca punti chiave come: situazione economica, contesto operativo, sviluppo del business, investimenti, digitalizzazione e sostenibilità.

Il sentiment in Italia

Gli albergatori italiani sono positivi sia sui risultati sia sulle aspettative future. “Gli ottimi risultati ottenuti nelle stagioni estive degli ultimi due anni, hanno motivato risposte positive da parte degli albergatori italiani, che si dicono cauti, ma ottimisti sui tempi a venire”, spiega Ben Schroeter, direttore pubbliche relazioni di Booking.com.

Gli albergatori europei individuano la sfida più grande del momento nei costi dell’energia, (80%) seguiti dalla situazione economica attuale (48%), dai costi dello staff (42%) e dalla difficoltà nella gestione delle assunzioni (43%). Una voce, quest’ultima, che è la terza per importanza sul mercato italiano.

Alberghi di catena e indipendenti

Gli alberghi parte dei maggiori brand perfomano meglio dei colleghi indipendenti, per quanto riguarda l’occupazione e il pricing delle camere. Tutti gli hotel hanno ottenuto buoni risultati negli ultimi 6 mesi, tuttavia è il 77% la percentuale degli hotel di catena che ha dichiarato risultati positivi, contro il 68% degli hotel indipendenti.

Il successo delle catene si riflette anche nei risultati conseguiti dagli hotel con più di 250 letti, che si dichiarano più propensi rispetto alle piccole imprese a valutare il loro sviluppo generale molto positivo (78%), la tariffa della camera adeguata (60%) e il tasso di occupazione soddisfacente (64%).

Gli investimenti di capitale

Il tracollo del settore registrato nel 2020 ha influenzato le risposte degli albergatori sui futuri investimenti. La previsione economica, su tutto il territorio europeo, è cauta con un modesto 38% degli intervistati che prevede sviluppi positivi nei prossimi 6 mesi. Nonostante un risultato positivo dichiarato dagli albergatori italiani, questi risultano tiepidi quando si parla di investimenti a breve termine. Solo il 18% infatti si ritiene pronto ad effettuare passi di questo genere.

La digitalizzazione

Prepararsi alla trasformazione digitale è uno dei temi che pressa maggiormente gli albergatori europei. La maggioranza tuttavia (59%) ha dichiarato che la preparazione sul tema è buona o molto buona e solo il 12% non si dichiara soddisfatto degli sforzi fatti. Anche in questo caso sono le catene rispetto agli hotel indipendente a dichiararsi più pronte alla digitalizzazione. Il 67% degli intervistati dichiara che la propria preparazione sul tema è buona o molto buona, la percentuale scende al 57% quando a rispondere sono gli albergatori indipendenti.

A che punto è la sostenibilità?

Quando si affronta il tema dell’ambiente e della sostenibilità, gli albergatori europei non sembrano così pronti. Solo 2 su 5 si considerano preparati ad adeguarsi al tema. Il 45% degli hotel con una forza lavoro di 250 persone e più considerano la loro competenza sul tema buona o molto buona, la percentuale scende al 35%, intervistando albergatori con meno di 9 dipendenti. Analizzando le risposte su base geografica, appare chiaro come gli hotel di città siano più allineati all’adeguamento rispetto a quelli localizzati in zone rurali.

 

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