Assemblea Confesercenti: caro-energia ed inflazione riducono di 7,2 miliardi la spesa delle famiglie

Al grande crollo dei consumi causato dalla pandemia oggi fa seguito l’inflazione che nel 2022 ha ridotto di 7,2 mld la spesa delle famiglie.

All’incremento dei prezzi, che quest’anno sarà in media pari all’8%, seguiranno variazioni del 5,1% nel 2023 , del 4% nel 2024 e del 2,9% nel 2025, Complessivamente, nel quadriennio 2022-2025 l’aumento dei prezzi comporterà un’erosione del potere di acquisto di 22 mld che significa ridurre le prospettive di spesa per i consumi di almeno 17 mld.

Le prospettive 2023 non sono dunque rosee secondo il quadro che sta emergendo nel corso dell’Assemblea Annuale 2022 di Confesercenti, che si sta svolgendo in questo momento a Roma con Focus su imprese del commercio, del turismo e dei servizi.

Il prossimo anno redditi e consumi delle famiglie arretreranno ai livelli del 2016 e la compressione dei consumi riporterà il tasso di crescita del Pil al di sotto dello 0,5%, segnando di fatto la fine del rimbalzo post-pandemico.

Peserà anche l’aumento dei tassi di interesse. La manovra avviata dalla Banca Centrale Europea determinerà una risalita dei tassi al di sopra del 3.5% nel 2023 e del 4% nel 2024 senza prospettive di riduzioni nel 2025. Per le nostre imprese significa un aggravio del costo dei finanziamenti di almeno 9 mld nel corso del prossimo triennio.

Aumentano le difficoltà delle imprese del commercio che dal 2016  ad oggi si sono ridotte di 73mila unità (30mia dal 2019 ad oggi). La vita delle imprese si è accorciata. Nel commercio meno della metà ormai raggiunge i cinque anni di attività.

Commercio, boom dell’online

Il peso delle piattaforme digitali, dall’e-commerce a turismo, al delivery food si fa sentire sui bilanci delle PMI costrette a servirsi degli intermediari digitali per non perdere terreno. Si stima che il fatturato delle piccole e medie imprese mediato dalle piattaforme sia di circa 30 mld di euro l’anno, con un costo di utilizzo (una vera platform tax) di circa 4.5 mld di euro l’anno.

Il turismo riparte, ma ancora lontani i livelli prepandemici

E’ stata più forte ma ancora insufficiente, la ripartenza del comparto turistico.

Dopo un primo trimestre dell’anno sottotono con 16 mln di presenze in meno rispetto allo stesso periodo del 2021 la primavera ha visto tornare finalmente i flussi di viaggiatori. Nonostante questo però, tra gennaio ed agosto le presenze si sono fermate a 292 mln, un aumento del 46% sul 2021, ma ancora l’11,5% in meno rispetto al 2019. A mancare soprattutto le presenze straniere ferme al -15,5% dai livelli pre-pandemia. Neppure la domanda italiana è del tutto recuperata, con il 7,6% di presenze in meno rispetto al 2019.

Il messaggio di Sergio Mattarella

“Stiamo attraversando anni difficili e il rilancio dell’economia si fonda soprattutto sul consapevole concorso di ogni singolo attore del tessuto produttivo del Paese- il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’Assemblea Confesercenti– Il ruolo della filiera del turismo è essenziale nella logica di valorizzazioe di tutte le realtà territoriali  partire dai borghi storici, luoghi le cui risorse sono spesso sottoutilizzate. L’attività turistica ed il commercio costituiscono il veicolo dell’iniziativa imprenditoriale giovanile e femminile con positive ricadute a livello intergenerazionale e di tasso di attività occupazionale. In una visione di rinnovamento vanno colte pienamente le opportunità offerte dal Pnrr concepito per uno sviluppo equo, inclusivo e sostenibile, in armonia con gli obiettivi delineati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite”

Il caro energia

Ad aggravare il ritardo della ripresa, il caro energia che per il comparto vale un esborso aggiuntivo di 3,5% mld di euro l’anno. Rispetto al pre-pandemia il prezzo delle importazioni di energia è cresciuto del 286%, il prezzo del solo gas del 767% con un aumento medio delle bollette elettriche del 269%. Una corsa che dovrebbe rallentare il prossimo anno, ma i prezzi non arretreranno più ai livelli pre-crisi.

La questione lavoro

Turismo e ristorazione hanno sperimentato quest’anno le difficoltà di reperire lavoratori. Sono mancate 300mila figure professionali e solo nell’ultimo trimestre 2022 potrebbero essere circa 60mila i lavoratori mancanti nei due comparti.

L’incognita Natale

In questo quadro di incertezza il mese di dicembre sarà un test importante per valutare lo stato di salute dell’economia e dei consumi. Secondo le stime elaborate da sondaggi sui consumatori condotti da SWG e IPSOS quest’anno nella top ten delle intenzioni d’acquisto per i regali spiccano capi d’abbigliamento (44%) seguiti da libri (40%(, prodotti di profumeria (39%) , giochi (38%), gastronomia (31%) , accessori moda (30%), tecnologia (25%), prodotti per la casa , vini ed elettrodomestici. Solo il 7% regalerà un viaggio o una vacanza e a parte i doni, solo il 17% ha già deciso di progettare un viaggio per il periodo delle Festività, a cui potrebbe aggiungersi una quota del 18% di indecisi.

Alessandra Tesan

Tags:

Potrebbe interessarti