Privacy e consenso: nubi all’orizzonte per Meta

Dei nuovi regolamenti UE volti a limitare le pratiche di mercato sleali e le distorsioni della concorrenza da parte delle Big Tech ne avevamo già parlato, solo qualche settimana fa. In questi giorni però, giunge un’ulteriore conferma dell’inasprimento dei controlli da parte delle Autorità Garanti e i business model affamati di dati rischiano di pagare ancora una volta sanzioni davvero salate.

Primo fra tutti, quello di Meta, che con le sue tre piattaforme Facebook, Instagram e Whatsapp, rischia una maxi multa Privacy di 2 mld di euro dalla Ue.

Le criticità sul consenso

Secondo il GDPR entrato in vigore nel 2018, le piattaforme che raccolgono i dati personali degli utenti devono, in anticipo rispetto all’utilizzo, ottenere il consenso informato. Il consenso non deve essere quindi mai forzato e gli internauti europei devono avere il diritto di mantenere in ogni circostanza il dominio sui loro dati personali. Dall’entrata in vigore del regolamento non è questo però che farebbe Meta, che per contratto invece scambierebbe i suoi servizi con la sua pubblicità mirata.

Il vento dunque, sta davvero cambiando. Si stanno forse allineando le condizioni per una tempesta perfetta sulle OTT (Over The Top)?

Il verdetto a inizio anno

La decisione dell’European Data Protection Board (Edpb), l’organismo che raccoglie tutti i garanti europei. è attesa prima di Natale. Sarà poi il Garante irlandese, sotto la cui egida si trova Meta, ad emettere la decisione finale contro cui la società potrà fare ricorso.

La sanzione rappresenterebbe il nuovo record in fatto di sanzioni privacy in Europa, nei confronti di una sola azienda e in una volta sola, dall’entrata in vigore del GDPR ma oltre a colpire il portafoglio di Meta, potrebbe mettere a rischio anche il suo modello di business che basa gran parte dei propri ricavi proprio dai contenuti sponsorizzati e dalla pubblicità mirata, particolarmente efficace proprio in ragione dell’enorme base dati cui Meta attinge per poter rendere ai propri utenti contenuti in linea con i loro interessi.

La privacy nel Metaverso

Tra due generazioni l’utente sarà al 100% digitale, presente nel Metaverso e sempre connesso, e questo genere di profilo influenzerà tutte le attività di shopping e molte altre tendenze nella maggior parte dei settori economici, tra cui il turismo.  Le aziende nel Metaverso dovranno interagire tra loro per dare un senso alla piattaforma e, di conseguenza è certo che il marketing dei dati sarà un fatto indiscutibile.

Uno dei maggiori rischi che perciò corriamo, è proprio l’utilizzo dei nostri dati senza il consenso o la chiarezza sugli scopi per cui vengono utilizzati.

Proprio ieri, in occasione dell’Assemblea Confesercenti che si è svolta a Roma il ministro del turismo Daniela Santanchè aveva ribadito l’urgenza di normare lo strapotere delle piattaforme online: “Nessuno è contro il digitale, anzi, siamo convinti che sia un’opportunità- ha detto il ministro- ma questi soggetti godono di vantaggi competitivi che non è più possibile accettare, e mi riferisco in particolare ai vantaggi fiscali. Le tasse devono pagarle nel nostro Paese”.

Alessandra Tesan

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