Tampone antigenico obbligatorio per chi arriva dalla Cina. È questo il provvedimento deciso dal governo italiano per contrastare il nuovo aggravamento della situazione pandemica nel Paese asiatico.
L’Italia è la prima in Europa a reintrodurre l’obbligo, con un’ordinanza del ministro della Salute Orazio Schillaci.
A livello globale, anche gli Usa hanno imposto l’obbligo di test negativo per i viaggiatori in arrivo dalla Cina. Tamponi obbligatori sono stati già decisi anche da India, Giappone, Malesia e Taiwan. La Commissione europea ha invece convocato il Comitato Ue per la Sicurezza Sanitaria “per discutere con gli Stati membri e le agenzie europee le possibili misure per un approccio coordinato”.
L’Enac, oltre ad aver verificato l’operatività dei presidi sanitari e tenuto conto che i voli diretti dalla Cina sono sugli scali di Fiumicino e Malpensa, ha sensibilizzato tutte le compagnie aeree che operano in Italia per garantire il controllo dei passeggeri che provengono dalla Cina da scali intermedi.
“Il sistema aeroportuale – afferma il presidente dell’Enac Pierluigi Di Palma – ha reagito con prontezza anche a questa nuova ondata di contagi Covid, attivando immediatamente protocolli efficaci e collaudati negli ultimi anni. Non possiamo abbassare la guardia e dobbiamo avere la collaborazione di tutte le compagnie che detengono i dati completi dei viaggiatori. Faremo delle verifiche a campione, ma confidiamo sulla lealtà dei vettori, già dimostrata in passato, visto che si tratta del bene primario della salute pubblica”.
Attenzione di Enac anche ai costi dei tamponi, che sono a carico dei passeggeri. “Ma in nessun caso possono superare i 20 euro – aggiunge Di Palma –. Resta in piedi la nostra ordinanza che tiene a bada il costo del tampone. Solo nelle prime settimane del Covid, ci furono impennate nei prezzi. Qualcuno chiedeva anche 60-70 euro. Per meglio garantire il controllo immediato dei passeggeri deve essere assolutamente evitato il caro-tamponi”.