Aci Europe ha espresso in una nota il proprio rammarico in merito alle azioni intraprese da parte di un certo numero di Stati all’interno della Ue e a livello globale per l’imposizione unilaterale di alcuni requisiti di viaggio relativi alla salute, inclusi test sistematici prima della partenza o all’arrivo dei viaggiatori dalla Cina.
La posizione di Aci Europe
A detta di Aci Europe queste azioni unilaterali sono in contrasto con l’esperienza e le prove acquisite negli ultimi tre anni. L’inefficacia delle restrizioni ai viaggi internazionali nel prevenire la diffusione del Covid-19 e delle sue molteplici varianti è stata riconosciuta sia dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) sia dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Testare i viaggiatori provenienti dalla Cina e/o imporre altre restrizioni per i viaggiatori provenienti da questo Paese non è – dice Aci Europe – né scientificamente giustificato né basato sul rischio, come affermato nei giorni scorsi dall’Ecdc.
A detta di Aci Europe, poiché gli Stati devono rimanere vigili in merito al controllo del virus, l’attenzione dovrebbe piuttosto essere rivolta all’aumento del sequenziamento genomico per poter identificare possibili nuove varianti di Covid-19. Tale approccio, come sollecitato dal commissario europeo per la salute Kyriakides in una lettera inviata all’inizio di questa settimana agli Stati membri, non richiede il test dei viaggiatori.
Un mosaico non coordinato
Olivier Jankovec, direttore generale di Aci Europe, ha dichiarato: “Stiamo ancora una volta ripiombando in un mosaico di restrizioni di viaggio ingiustificate e non coordinate, che non hanno alcun fondamento scientifico. Chiaramente dobbiamo ancora imparare le dolorose lezioni degli anni passati. Queste restrizioni non funzionano – ha detto – e gli attuali accordi per il coordinamento della Ue sono falliti ancora una volta”.