Business travel is business. Il 2022 è stato l’anno del ritorno ai viaggi d’affari per le imprese italiane, con una ripresa superiore alle aspettative. Come riporta l’Osservatorio Business Travel, il volume delle trasferte di lavoro, sia domestiche sia internazionali, è infatti aumentato nel complesso del 70% rispetto all’anno precedente, pur non colmando appieno la perdita subita (-70%).
Il mercato nazionale guida la crescita, con un incremento del numero dei viaggi del 72% sul 2021, che lo riporta a -14% dal picco di 22 milioni di trasferte registrato nel 2019, mentre l’internazionale fa registrare un +65% (-29% vs 2019). L’Osservatorio ha rilevato una grande differenza all’interno dei settori economici, con la crescita dei viaggi nell’industria al 57% e nei servizi al 74.
Auto prediletta
Per quanto riguarda i mezzi di trasporto, rispetto al 2019 l’auto cresce del 7%, complice l’identificazione come mezzo sicuro, mentre sono ancora negativi treno (-28%) e aereo (-45%). Sull’aviation pesano alcune destinazioni off limits a causa dell’incertezza sulla pandemia e per scenari di guerra. Nel confronto con il 2021, invece, tutti i mezzi riportano un segno positivo: auto 71%, treno 72%, aereo 66%.
Difficile contenere la spesa
“La ripresa del business travel è evidente e ci restituisce un segnale forte di ripartenza, ma i dati risentono anche delle contingenze e dei fattori esterni. La dinamica di spesa ha infatti come propellente sia le tensioni geo-politiche, sia la forte ripresa della domanda leisure che determina il razionamento dell’offerta di servizi – spiega Andrea Guizzardi, direttore dell’Osservatorio Business Travel.
“L’aumentata volatilità dei prezzi e il rischio di acquisto rendono difficile contenere la spesa con le strategie usuali e, pertanto, gli attori del settore sono chiamati a proseguire nell’opera di rinnovamento dei propri meccanismi introducendo sempre più il digitale. La digitalizzazione delle attività di rendicontazione e riconciliazione, ad esempio, consente un ingente risparmio di tempo e quindi di costi. Inoltre, la digitalizzazione delle procedure consente il raggiungimento di maggiori benefici, se accompagnata da una corretta gestione e utilizzo dei dati”.
Nettamente più decisa del numero è dunque la crescita della spesa per i viaggi d’affari, che nel 2022 in Italia ha superato i 17 miliardi di euro raddoppiando quasi il valore del 2021 (+96%) e avvicinandosi sensibilmente ai livelli pre-pandemia (-16% sul 2019). I fattori di rilievo sono in questo caso il ritorno ai viaggi internazionali e intercontinentali e la lievitazione dei prezzi, in alcuni casi fino al 40% del volato.
Nel dettaglio, il trasporto (quota parte del 53% del budget) è più che raddoppiato rispetto all’anno precedente (102%), l’alloggio (30% del budget) è salito del 93% e la ristorazione (17% del totale), del 86%.
Plebiscitaria la risposta dei travel manager sulla spesa di viaggio, per tutti stabile o in aumento nel triennio 21-23, pur rimanendo elevata l’incertezza.
Nel ’23 si va oltre
Per quanto riguarda le motivazioni, l’Osservatorio riporta, rispetto al 2021, attività commerciali e riunioni aziendali ciascuno con una crescita del 69%, l’attività tecnica 74% (superando del 14% il 2019) e il Mice, che secondo alcuni esperti era dato in maggiore sofferenza, con un positivo 63%.
“Il business travel accelera – conclude Guizzardi – e la proiezione delle dinamiche di crescita della spesa per i viaggi d’affari suggerisce un +4% vs 2019 già nel 2023, ovvero 21,6 miliardi di euro contro i 20,6 prepandemici (7,6 nel 2020, 8,8 nel 2021 e 17,2 nel 2022)”.
Paola Olivari