Si chiama Smart re+new hospitality. E’ il servizio nato dalla collaborazione tra il Gruppo Gabetti, full service del settore immobiliare italiano, e lo Studio Marco Piva, studio di architettura e design specializzato in strutture ricettive. E’ stato presentato ieri sera a Milano, negli spazi dell’hotel Gallia. Il suo obiettivo è rilanciare e valorizzare gli alberghi italiani con l’efficientamento dell’immobile. A fare gli onori di casa i due architetti, Roberto Busso per Gabetti e Marco Piva, per lo studio omonimo.
La collaborazione Gabetti-Piva
Post riqualificazione, l’aumento del valore di una struttura alberghiera si stima attorno al+35%. E’ questo uno dei dati significati che ha messo in luce Roberto Busso, parlando dei trend e degli scenari per la valorizzazione del settore. Si è soffermato anche sui 2,4 mld del Pnrr e sul fatto che vi siano anche “delle regioni che intervengono tra il 50 e il 75% con fondi dedicati. Sembra di essere nel paese dei balocchi – dice -, allora se è il paese dei balocchi ci piace che il Babbo Natale sia una struttura che, al di là della affidabilità, abbia quella penna che ti fa sognare nel momento in cui si traduce in linee, queste linee diventano dei materiali, questi materiali diventano dei luoghi che abiti e queste camere ti fanno sentire a casa e queste reception diventano dei posti dove non vedi l’ora di scendere e prendere un aperitivo. Abbiamo conosciuto delle persone fantastiche e così è nata la collaborazione”, dice Busso, introducendo la collaborazione con lo Studio Mario Riva.
“Una coppia di architetti che funziona, una combinazione interessante”, gli fa eco Piva nell’illustrare il nuovo progetto, che vede protagonista Gabetti con il suo forte posizionamento in Italia e le 1350 agenzie sul territorio nazionale, “siamo la conoscenza del territorio italiano metro dopo metro – ha sottolineato Busso -, invece l’archi star Marco Piva conosce il mondo”.
Dal canto suo lo studio di architettura e design ha sperimentato la sua attività “in giro per il mondo, ci troviamo in 77 città – ha raccontato Piva -, abbiamo imparato tanto. Mi piace molto cercare di capire cosa pensano i nostri colleghi. Anche noi abbiamo una certa presenza nel territorio italiano con tutte le differenze che impone e pretende”. Dal canto suo Piva è convinto che “questo rapporto con il territorio sia fondamentale, perché se capisci il territorio capisci le logiche, in particolare del tema turistico, e riesci ad interpretare certe necessità”.
La crescita dei 5 stelle
Negli ultimi dieci anni, quanto alle tipologie di hotel, si è assistito ad un aumento significativo degli hotel a 4 e a 5 stelle. In particolare gli hotel a 4 stelle sono cresciuti del 19%, con un aumento delle camere del 14%. Gli hotel a 5 stelle, invece, sono cresciuti del 57%, con un aumento del numero di stanze del 40%. A calare sono gli esercizi di 1 e 2 stelle, rispettivamente del -34% e del -23%. Restano stabili gli hotel a 3 stelle.
“Abbiamo visto l’importanza della crescita dei 5 stelle, che trascinano una serie di indotti, ma c’è una grande area che è un po’ più lontana ed è quella che ha bisogno di emergere – osserva Piva in merito ai dati -. Per questo abbiamo immaginato di sviluppare un’idea di rinascita, creare un’opportunità per quelle strutture piccole e medie che a volte non hanno la capacità di interpretare quello che potrebbe essere un processo di rinnovo ed hanno bisogno di essere assistite”. Il servizio si rivolge in particolare a piccole e medie strutture, che sono inserite in diversi contesti urbani (mare, montagna, lago), ma anche piccole realtà sul territorio italiano. L’obiettivo è dare nuova vita e rifunzionalizzazione ai complessi ricettivi, per valorizzare e rilanciare il settore del turismo.
Il modello e il percorso
Come spiega Piva è stato creato un modello “per essere vicini e poter capire le esigenze di questi imprenditori, per dare risposte concrete, fattive e realizzabili. L’idea è cercare di offrire nuove opportunità di business a chi questo business lo sta gestendo, ma ha bisogno di trovare un modo diverso di proporsi per rimanere sul mercato. Molte di queste strutture a cui ci rivolgiamo, sono gestite a livello familiare e magari hanno problemi a immaginare di collegarsi a una rete o a un brand più esteso, oppure a far rete tra di loro. Quindi, abbiamo immaginato di creare una sorta di contenitore guida che, assieme a Gabetti, può individuare le esigenze e supportare i referenti in un percorso di adeguamento e di miglioria”.
Numeri alla mano, Piva sottolinea come in Italia le percentuali dell’ospitalità vedano “il 2% di hotel 5 stelle e 5 stelle lusso, mentre l’area dei 2 e dei 3 stelle sono oltre la metà delle strutture (rispettivamente 16% e 46%) il che vuol dire che la base portante del turismo di massa in realtà è quella che ha più bisogno di essere rigenerata e supportata”. L’8% sono alberghi a 1 stella e il 19% a 4 stelle.
Il riposizionamento sul mercato
Piva è convinto che il mercato vada “interpretato”, nel senso che “non basta dire rifaccio la mia camera, è l’intero concetto della struttura che va ripensato, così come va ripensato in modo strategico il rapporto con il territorio in cui è inserita e l’ospitalità che si vuole offrire come sistema e come filosofia di accoglienza”. Per arrivare alla realizzazione del modello è stato fatto “un lavoro di identificazione dei territori, sappiamo che l’Italia, con circa 8mila km di costa, è una nazione a vocazione balneare, ma ha anche catene montuose in cui ci sono realtà bellissime da recuperare, ci sono i laghi, ci sono le città e questa idea deve essere declinata in modo da potersi rapportare a seconda delle diverse esigenze”.
Le procedure
Le tipologie di intervento sono: riqualificazione, valorizzazione architettonica, strutturale, impiantistica, energetica. “Certe volte basta poco per trasformare un edificio che sembra appartenente ad un passato decadente e rilanciarlo a pieno”, dice Piva. Tra le diverse aree di intervento, ha menzionato “reception, corridoi, camere, luci, ristoranti, c’è un mondo completamente da rifare e che può essere raccontato in modo puntuale ed efficiente. Per questo abbiamo creato una sorta di procedure che consentono, a chi si vuole avvicinare a questo tipo di approccio, di avere chiaro il programma da affrontare, le tematiche che a loro interessano, come possono essere sviluppate e risolte secondo una certa procedura”.
Il primo step è l’indagine preliminare per sapere “di cosa si sta parlando, qual è l’edificio, la localizzazione, poi la fattibilità e identificando molto bene quali sono i clienti”, ma anche concept, progettazione e permessi. Cui seguono selezione dei fornitori e assistenza nei processi d’acquisto, infine la realizzazione.
“Queste procedure sono degli step con cui vogliamo accompagnare gli imprenditori per poter arrivare ad un risultato positivo anche dal punto di vista finanziario. Alla fine di questo percorso non si avrà solo un progetto, ma si avrà un progetto comunicabile all’esterno, che è caricato di una serie di valori che non sono solo la camera più bella, ma si tratta di un prodotto vero da presentare. Un’ultima cosa importantissima è la domotica – ha sottolineato Piva – per consumare meno ed essere più user friendly e soprattutto usando materiale sostenibile”.
A tutto ciò si aggiunge anche “l’area tematica degli incentivi – fa presente Busso -, una parte di consulenza, di intermediazione immobiliare, perché chi è proprietario potrebbe decidere di vendere. E tutta la parte dei servizi finanziari”. Infatti, è prevista anche la possibilità di avvalersi dell’assistenza nei processi di acquisto per coprire tutte le fasi che conducono alla riqualificazione dell’immobile.
Light, medium, full
Lo Studio Marco Piva ha previsto tre livelli di intervento. “Abbiamo immaginato di fare delle operazioni di rigenerazione, attualizzazione delle strutture che si chiamano light, medium e full codificate a seconda delle operazioni che possono essere messe in atto. Per ognuno sono indicati i costi, ma anche quanto aumentano gli assorbimenti. Questi ambienti generano ritorni economici”, ha spiegato Piva, soffermandosi sull’esempio della reception bar.
I ritorni economici
“Come di solito avviene nelle piccole strutture, il f&b è un driver pazzesco in termini di ritorni economici, un bar che attira, dove è piacevole stare, conversare e magari consumare e fare eventi è uno strumento funzionale di grande potenza all’interno degli alberghi, quindi è un tema da affrontare con attenzione”, suggerisce l’architetto. Allo stesso modo le stanze “si possono trasformare con pochi elementi”.
A completare il format c’è l’attenzione al green declinato nel rispetto di più elementi, che si identificano con l’ossigeno, il che vuol dire “ambienti piacevoli, sanificati, adeguati allo standard delle persone”, natura, “tra verde e giardini che a volte sono già presenti”, energia (come e cosa si consuma), materia, a tal proposito Piva sottolinea che “i materiali arrivano da certificazioni e processi produttivi certificati” e poi la leggerezza dell’intervento, il che vuol dire “interventi leggeri e confortevoli e l’eleganza degli interventi che si realizzano”.
Stefania Vicini