Uno spazio liquido e poliedrico, capace di trasformarsi, rinnovando contenuti e funzionalità per generare nuovo valore sociale ed economico. L’albergo del futuro sarà così. E questo a fronte del fatto che, secondo una analisi dell’ufficio studi Gabetti, la struttura alberghiera è profondamente cambiata negli ultimi tre anni.
L’albergo del futuro
L’hotel non sarà più utilizzato solo per pernottare o per un meeting, ma lo sarà anche come luogo in grado di offrire servizi innovativi e qualificati come spazi e servizi per lo smart working, spazi sociali ideali per rilassarsi o incontrare altre persone, zone per il relax psico-fisico, spazi polifunzionali trasformabili per eventi, bar e ristoranti con un’offerta variegata h24 e servizi per il tempo libero e per lo sport.
Però, scelte progettuali e pratiche gestionali dovranno rispondere sempre di più ai principi di tutela ambientale e dovranno andare oltre a una pura logica di costi e di business. Ragionare in maniera integrata su forma, dimensioni, attrezzatura ecologica e materiali dell’edificio è ormai indispensabile per raggiungere l’obiettivo di abbattere le emissioni di CO2 e avere una maggiore efficienza energetica.
Per gli alberghi, adottare criteri di sostenibilità ambientale è una strategia di marketing, vista l’alta percentuale di coloro che privilegiano nella scelta quegli alberghi che scelgono criteri sostenibili. Come è stato per il fitness e i centri benessere nel passato, l’essere ecosostenibili in futuro non sarà più un plus per l’albergo, ma sarà un must, senza compromessi, adottando materiali, impianti e processi innovativi.
Un periodo felice per gli investimenti
Analizzando la situazione contingente, il settore dell’ospitalità è stato messo a dura prova durante la pandemia, ma al momento sta vivendo un periodo particolarmente felice sul fronte degli investimenti, forse perché il periodo di crisi ha fatto emergere le criticità di un comparto per certi versi ancora obsoleto e bisognoso di cambiamenti.
A portare l’attenzione sui numeri è stato Roberto Busso, architetto del Gruppo Gabetti, in occasione della recente presentazione del nuovo concept Smart re+new hospitality, servizio nato dalla collaborazione tra il Gruppo Gabetti e lo Studio Marco Piva, che è stato presentato di recente a Milano.
Nel 2022 il settore hospitality conta 1,3 miliardi di euro investiti (il 12% del volume complessivo), stabile rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il comparto, grazie a un intuito legato alle nuove forme di ospitalità, quali turismo esperienziale, smart e co-working room e digitalizzazione, è stato capace di riprendersi dalla crisi pandemica, complice anche l’apertura delle frontiere e il conseguente ritorno dei turisti.
Gli investitori si sono concentrati verso attività di rebranding e riposizionamento verso il segmento upscale, upper upscale e luxury (4 stelle, 5 stelle e 5 stelle lusso). Tra le province su cui si è concentrato il maggior numero di investimenti, ci sono Roma, Siena, Venezia e Milano dove l’interesse degli investitori è stato rivolto principalmente verso i trophy asset.
Le compravendite degli hotel
Negli ultimi dieci anni (2011-2021), il numero di compravendite degli hotel, secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, è cresciuto del 132%, con una media di 573 transazioni l’anno. Il 2021 è stato l’anno record con un transato pari a 1.137 transazioni, +45% sul 2019.
A caratterizzare la crescita del 2021 non è stato solo l’effetto rimbalzo post frenata del 2020, ma anche la crisi che questo settore ha dovuto affrontare per effetto della contrazione turistica a livello globale. Tanti proprietari hanno messo sul mercato le proprie strutture ricettive nel timore che il perdurare della contrazione del turismo potesse mettere in crisi il modello del proprio business. Il che si è tradotto in un’occasione di mercato per i tanti che hanno voluto investire in questa asset class, credendo in una decisa attività di modernizzazione e rebranding. Secondo studi Gabetti, il valore stimato post riqualificazione di un albergo può arrivare anche a registrare una crescita del 35% sul valore di partenza.
Tra Pnrr e fondi
Busso sottolinea che una forte spinta al settore arriva dal Pnrr. In particolare, il punto terzo della prima missione del Piano intende rilanciare turismo e cultura. Il pacchetto di investimenti rivolto al turismo prevede l’assegnazione di circa 2,4 miliardi di euro con un duplice obiettivo: migliorare la capacità competitiva delle imprese operanti nel settore e promuovere un’offerta basata su principi di sostenibilità ambientale, innovazione tecnologica e digitalizzazione dei servizi.
Investimenti rilevanti riguardano il Digital Tourism Hub (114 milioni di euro), accessibile tramite piattaforma web dedicata, per costruire un ecosistema integrato composto da operatori turistici, imprese, istituzioni e volto alla promozione e valorizzazione dell’offerta. Il progetto Caput Mundi – New Generation Eu (500 milioni di euro), approfittando del prossimo Giubileo 2025, punta a creare un innovativo itinerario turistico dal centro storico di Roma ad altre mete meno note, generare nuovi posti di lavoro e implementare il digitale come canale di comunicazione privilegiato.
Terzo punto, la creazione di fondi integrati per una maggiore competitività delle imprese turistiche (1,79 miliardi di euro), destinati ad affrontare una serie di esigenze del settore, che vanno dalla frammentazione delle imprese alla scarsa capacità di innovazione.
Dei tre interventi, è quello relativo ai fondi integrati che destina più risorse e prevede investimenti soprattutto nella forma del credito d’imposta e dei contributi a fondo perduto per interventi da effettuare in ambito architettonico e digitale. Gli interventi edilizi sono suddivisibili in manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione e sono indirizzati prevalentemente all’incremento dell’efficienza energetica della struttura ricettiva, all’adeguamento alle norme antisismiche, all’eliminazione delle barriere architettoniche, alla realizzazione di piscine termali e all’acquisto delle relative attrezzature di funzionamento.
Il messaggio lanciato? E’ chiaro. E’ forte la spinta sul settore da parte del pubblico e da parte di investitori privati, pertanto stiamo parlando di un comparto che si prospetta come tra i più promettenti già nel breve termine, ma le attese sono che continuerà ad esserlo anche nel medio-lungo periodo.